StiltsvilleL’oasi antiproibizionista trasformata in riserva naturale

Erano i primi anni Trenta. Miami era ancora una città giovane, e una comunità si installava nel bel mezzo della Biscayne Bay: negozietti di pesca, speakeasy e bische clandestine. All’epoca la zona era conosciuta come «The Shacks», mentre oggi fa parte di un parco nazionale

Courtesy of Ocean Force Adventures Miami

Le barche sostituivano le auto e i canali fungevano da strade. Anziché camminare, si nuotava per incontrarsi. Non si poteva ricevere la posta né andare a fare la spesa, ma la maggior parte delle case era dotata di un generatore di corrente, televisioni, frigoriferi e persino aria condizionata. I ragazzini prendevano il sole sul tetto, spodestando gli uccelli marini. Gli adulti festeggiavano sulle piattaforme in legno, felici di essersi allontanati dalle tensioni della città. La vita a Stiltsville era chiaramente diversa rispetto a quella in un qualsiasi altro quartiere nel sud della Florida.

Una comunità sulle palafitte nel bel mezzo dell’oceano con vista su Miami è una pazza idea dalle origini ancora oggi non del tutto chiare che dobbiamo – probabilmente – a «Crawfish» Eddie. Secondo la leggenda, ai tempi del proibizionismo, il losco pescatore dallo spiccato senso degli affari, iniziò a rivendere esche, birre e crawfish chowder ai colleghi pescatori su una chiatta a circa un miglio dal Cape Florida Lighthouse, in piena Biscayne Bay. La mossa convinse più persone ad installarsi nei dintorni per costruire residenze private lontane dalla costa.

Courtesy of Ocean Force Adventures Miami

All’epoca l’area era conosciuta come «The Shacks» e restò principalmente residenziale fino all’apertura del misterioso Calvert Club nel 1938, brillante intuizione per fare soldi lontano dai controlli fiscali. Nei suoi primi anni, ventisette strutture residenziali e commerciali componevano Stiltsville, che attirava così ricchi avvocati, banchieri e politici. Se le case erano spesso abitate da giovani famiglie in cerca di relax, i club sono ancora oggi ricordati per party turbolenti dove la polizia faceva irruzione per smascherare giocatori d’azzardo e giri di prostituzione degni del Grande Gatsby.

Surfando la stessa onda, il Biscayne Bay Bikini Club, aprì nel 1962 su uno yacht lussuoso. Qui, il proprietario Harry Churchville, un bon vivant anche detto Pierre, metteva a disposizione dei suoi ospiti super alcolici e cabine private per gli incontri amorosi. La festa finì nel 1965 con un’incursione della polizia che bandì Churchville perché sprovvisto di licenza per l’alcool.

Quando gettavano qualcosa in mare, i bambini venivano sgridati severamente e invitati a tuffarsi in acqua per recupere l’oggetto in questione. In quegli anni c’era un rispetto particolare per la natura perché Stiltsville doveva restare verde e le abitazioni dovevano essere autosostenibili. Le finestre, per esempio, erano sostituite da imposte in legno che si chiudevano dall’interno così da non essere danneggiate dal vento. L’acqua piovana dai tetti veniva raccolta e filtrata in taniche. Ad un certo punto furono installati i pannelli solari. Come nel caso dell’A Frame House e dei suoi pali del telefono che formano triangoli equilateri sul tetto, resistenti agli uragani, l’architettura era modellata per inserirsi nell’ambiente circostante.

L’aura misteriosa che gravitava attorno ai ritrovi folli di Stiltsville fu spazzata via negli anni ‘60. Gli uragani Donna e Betsy distrussero quasi la metà delle ventisette case. Fino al 1990, le case restanti servirono da stazioni radio e ospitavano spesso le rockstar del momento. L’alta concentrazione salina delle acque aiutava a trasmettere le onde radio più lontano, aumentando la zona di trasmissione.

Courtesy of Ocean Force Adventures Miami

Poi l’uragano Andrew nel 1992 risparmiò solo sette case che necessitavano riparazioni ingenti. Fu allora che gli abitanti del sud della Florida capirono l’importanza di agire. Come ricorda la storica Arva Moore Park «Stiltsville è un pezzo di storia molto fragile che merita di essere salvaguardato». Negli anni, parte della baia e delle case sopravvissute alle intemperie fu incorporata al Biscayne National Park. L’annessione causò non poche tensioni tra le autorità del parco e gli abitanti di Stiltsville: il territorio pubblico di un parco nazionale non può essere adibito ad uso privato ma le case erano state erette ben prima che il parco esistesse. I residenti iniziarono a ricevere avvisi di sfratto. Le famiglie allora si aggregarono e raccolsero settantacinquemila firme.

Nonostante gli sforzi, fu deciso che le costruzioni sarebbero state protette e annesse al parco come punti di riferimento storico ma che non si sarebbero più potute utilizzare come residenze private. Nel 2003 fu creato lo Stiltsville Trust, un ente che raccoglie fondi per riparare e riqualificare le costruzioni, con l’obiettivo di mantenere questa vibrante parte di storia della Florida negli anni a venire.

Courtesy of Ocean Force Adventures Miami

Da allora Stiltsville ospita residenze d’artista, set per serie TV (ci hanno girato “Miami Vice” e “Dexter”) ma anche ritrovi di girl e boyscout, scienziati o pescatori che ci si appoggiano nelle loro uscite in mare aperto. Alcune case si possono affittare per occasioni speciali in determinati momenti dell’anno, l’unica condizione è richiedere un’autorizzazione allo Stiltsville Trust che deve essere approvata anche dal parco.

Ancora oggi possiamo apprezzare ciò che resta di quest’agglomerato di curiose costruzioni su palafitte color pastello, che da lontano sembrano insetti dalle zampe lunghe, prenotando una visita in barca con Ocean Force Adventures. Basta un po’ di immaginazione e una gita di due ore lontani dalle ville lussuose di Fisher Island e dal caos di Miami per proiettarsi in quegli anni magici a Stiltsville, quando anche Hemingway ci si fermava di tanto in tanto di rientro dalle Florida Keys.

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