Definire Basia Irland «l’artista dei fiumi» è forse riduttivo, anche se efficace per descrivere i suoi lavori e il suo approccio. Parliamo di un’attivista, di un’ecologista e di una filantropa, che ha il merito anche di aver fondato il primo “Programma di Arte ed Ecologia” presso l’Università del New Mexico.
Nata nel 1946 a Fort Smith (Arkansas), Irland attinge da sempre alla profonda connessione tra l’acqua e la vita per ispirare il suo straordinario lavoro artistico. Negli ultimi cinque decenni, si è distinta per il suo impegno pionieristico nei confronti dei fiumi e dei bacini idrografici, affrontando temi come la scarsità d’acqua, i cambiamenti climatici e la riparazione ecologica.
Il pubblico la conosce soprattutto per i “libri di ghiaccio” – Ice Books – che realizza dal 2007. Si tratta di sculture effimere intagliate nel ghiaccio e incorporate con semi autoctoni locali, lasciati poi sciogliere nei corsi d’acqua per contribuire al ripristino ecologico delle zone ripariali, ossia le interfacce tra la terra e un fiume che scorre in superficie.
La sua opera, che include sculture, installazioni, fotografie e documentari, ha una forte componente partecipativa, che mira a (ri)connettere le persone ai loro corsi d’acqua locali e promuovere maggiore impegno, cura e responsabilità ambientale. I suoi manufatti artistici sono così spesso intesi quali reliquiari di azioni, che contengono i ricordi dei progetti partecipativi dedicati all’interconnessione reciproca tra persone e fenomeni cosmici.
Molte opere testimoniano un punto di vista nomade con una profonda comprensione di diverse culture. Durante i suoi viaggi lungo i fiumi, la serie Gathering of Waters ha riunito gruppi comunitari locali concentrandosi su azioni collaborative basate sull’etica dell’inclusione. Questi progetti spesso danno origine a Repository portatili, raccogliendo conoscenze ed esperienze dei corsi d’acqua.
Irland ha creato anche una serie di “Waterborne Disease Scrolls” durante soggiorni in India, Nepal ed Egitto, attirando l’attenzione sulle malattie pericolose per la vita presenti nell’acqua contaminata. Vulcanica e generosa, si è raccontata senza esitazione, scegliendo di non rispondere soltanto alle domande sul femminismo, una dimensione che non sente propria e che teme metta in ombra i suoi amati fiumi.
Come sei diventata l’artista dei fiumi?
Da sempre ritengo sia importante comprendere e apprezzare ogni fiume, ruscello e torrente, poiché dipendiamo da questi corpi d’acqua per la nostra stessa sopravvivenza. Tuttavia, spesso sono stati canalizzati, sbarrati e inquinati senza tener conto delle conseguenze. Quali sforzi stanno compiendo per sviluppare progetti di ripristino e coinvolgere gli altri nella salvaguardia dei corsi d’acqua nel mondo? Il mio lavoro di una vita è stato dedicato perciò a educare e sensibilizzare sull’urgenza di trovare una risposta a questa domanda. La devastazione che noi umani infliggiamo ai fiumi è straordinaria e c’è un vasto bisogno di educare e coinvolgere diverse comunità locali. Il futuro non può essere progettato senza bacini idrografici sani. Una soluzione possibile è il lavoro collaborativo, per garantire sistemi fluviali puliti e vitali.
Come sei arrivata alla tua pratica artistica, così trasversale a livello di materia e di realizzazione?
Ho adottato un approccio interdisciplinare al processo creativo perché era l’unico modo che avevo per esprimere appieno ciò che mi stava a cuore. Ho collaborato con una varietà di colleghi, tra cui biologi, ecologisti fluviali, botanici, idrologi, gruppi ambientalisti, ingegneri, poeti, musicisti e altri artisti.
Hai raccontato spesso il dramma dell’acqua, attraverso la creazione di opere come i “Rotoli delle Malattie Trasmesse dall’Acqua” (Waterborne Disease Scrolls)
Tutto è cominciato quando mi è stata diagnosticata la giardia durante un programma in Indonesia, dopo aver nuotato in fiumi inquinati. Quando sono tornata a casa, ho trascorso ore immersa nella biblioteca medica, studiando libri di parassitologia. Quando osservati al microscopio, i patogeni sembrano incredibilmente belli, ma la tragica realtà è che le malattie trasmesse dall’acqua uccidono milioni di persone in tutto il mondo ogni anno. Il lato oscuro e distruttivo dell’acqua è tanto affascinante e ricco di storia quanto il suo lato più sanguigno.
L’acqua, però, per te ha anche spesso una valenza di meditazione e introspezione. Sto pensando ad esempio alle “Stazioni di Contemplazione”. Ce ne parli?
Nelle nostre vite frenetiche e occupate, le “Stazioni di Contemplazione” creano uno spazio in cui ci si può allontanare dal mondo lavorativo e sperimentare una sensazione di calma, tranquillità e pace. Sedersi in riposo da soli e guardare un corso d’acqua ha la capacità di quietare la mente, rilassare il corpo e nutrire l’anima. Il bozzolo avvolgente di ogni Stazione di Contemplazione è intessuto con materiale vegetale raccolto lungo le rive di fiumi e torrenti locali. Quando si è seduti all’interno di queste forme, le distrazioni dell’ambiente circostante sono ridotte al minimo, e l’attenzione è concentrata sul fiume. Tutti i sensi sono amplificati in questo contesto; l’odore delle piante vicine, i suoni della corrente, la vista dei rami che vengono trasportati a valle, il richiamo degli uccelli… tutto viene portato in primo piano per essere più profondamente apprezzato.
Raccontaci dei tuoi libri di ghiaccio: come ti è venuta l’idea e come l’hai sviluppata?
Il progetto Ice Receding/Books Reseeding sottolinea la necessità di uno sforzo collettivo, conoscenze scientifiche e interventi poetici per concentrarsi sulle complesse questioni della perturbazione climatica e del ripristino dei bacini idrografici attraverso il rilascio di sculture effimere di ghiaccio caricate di semi nei fiumi. L’acqua del fiume viene congelata, intagliata nella forma di un libro aperto o chiuso, incorporata con un linguaggio ecologico interculturale composto da seminativi locali e riposizionata infine nel fiume. I paragrafi e le note a piè di pagina dei semi vengono rilasciati mentre il ghiaccio si scioglie nella corrente.
Possiamo dire che con il tuo lavoro dai voce ai fiumi?
Le lingue dei ghiacciai si stanno ritirando, le voci dei nostri fiumi vengono sbarrate e intasate da detriti tossici. Chi sono gli scribi che scrivono dei nostri fiumi e dove sono le biblioteche che conservano le loro storie umide? Le piante ripariane aiutano a sequestrare il carbonio, mitigare inondazioni e siccità, impollinare altre piante, dispersi semi, mantenere le rive in posizione rallentando l’erosione, creare rigenerazione e preservazione del suolo, fungere da filtri per inquinanti e detriti, fornire foglie per cibo ed habitat, promuovere il piacere estetico e fornire rifugi.
Come si è sviluppato negli anni questo corpo di opere?
Negli ultimi quindici anni ho creato diverse centinaia di queste sculture temporanee per fiumi globali. Tra i più recenti quello della Biennale di Cuenca, Ecuador, curata da Blanca De La Torre, dove ho lavorato con un artigiano locale per intagliare quattro sculture da duecento libbre, rappresentanti i quattro principali fiumi che attraversano la città. E proprio il mese scorso ho creato quindici “Ice Books”, incorporandoci “semi fluviali”. Alla fine come sempre li abbiamo lanciati nel fiume Santa Fe con l’aiuto della comunità.
Tu sei un’attivista, quindi il tuo lavoro mira a coinvolgere e attivare comportamenti nuovi negli altri.
Il mio lavoro presenta un modo lirico per promuovere azioni positive che avranno risultati costruttivi nell’aiutare a ripristinare i corsi d’acqua in tutto il mondo e fornisce un modello che può essere facilmente replicato. Quindi ho lavorato con persone di tutto il mondo che vogliono creare i propri Ice Books per stabilire connessioni con i loro bacini idrografici e avviare azioni restaurative che affrontino le questioni ecologiche locali.
Questo tipo di scultura è effimero: quanto pesa questo elemento nella tua carriera?
L’idea dell’effimerità è importante per questo lavoro. Queste sculture sono impermanenti, esistono solo dopo l’evento attraverso la documentazione e le piante. Parte del significato di queste sculture effimere è che si sciolgono. Tempo ed energia, che sono stati impiegati nell’intaglio dei libri, svaniscono nella corrente di un fiume. Invece di polvere alla polvere, qui abbiamo acqua all’acqua. Ma tutto è effimero nell’esistenza ed è sempre e solo una questione di tempi: una scultura di marmo o acciaio, alla fine, nel corso dei millenni, tornerà anche nella terra, ma il processo è accelerato drasticamente nel ghiaccio che si scioglie.
La fotografia che documenta il tuo lavoro è considerata anche un’opera d’arte?
Sì, le installazioni in gallerie e musei includono grandi fotografie dei libri oltre a un monitor che mostra il documentario video. Di solito rifiuto di spedire opere d’arte per mostre in musei per mantenere al minimo la mia impronta ecologica e invece invio file di immagine che l’istituzione può stampare in qualsiasi formato.