L’amore degli italiani per lo champagne è un fatto conclamato e che continua a trovare conferma nei numeri. Dopo un picco eccezionale registrato dal Comité du Champagne (organizzazione che riunisce tutti i viticoltori e le Maison del territorio) nel 2022, con 10,6 milioni di bottiglie importate nel nostro Paese, i dati del 2023 parlano di una leggera flessione sui volumi (9,9 milioni di bottiglie) a fronte di un incremento in valore (da 247,9 a 265,9 milioni di euro) che pone il nostro Paese al quinto posto tra i mercati esteri importatori, dopo Sati Uniti, Regno Unito, Giappone e Germania.
Per questo motivo molte aziende vitivinicole italiane hanno visto in questa situazione un’opportunità da cogliere, affiancando alla distribuzione delle proprie bottiglie quella di una tipologia di vino che soddisfa una richiesta esistente, definita e di fatto molto forte. I viticoltori hanno iniziato così a importare e distribuire etichette di maison più o meno note, sfruttando sinergie e creando nuove collaborazioni.
Un esempio di queste nuove strategie è quello su cui ha puntato Luca Baccarelli, patron di Cantina Roccafiore, azienda vitivinicola con sede a Todi, in Umbria. Il suo progetto di importazione e distribuzione di bollicine francesi prodotte da piccoli vigneron, Les Bulles, ha avuto un inizio ufficiale nel 2021, ma la passione per questa regione è nata qualche anno prima, nel 2017: «La scintilla decisiva è scoccata in occasione del primo viaggio-studio in Francia, proprio in questa regione di grande charme. Sarà perché a Todi produciamo solo vini fermi e sono sempre stato attratto dal fascino del metodo classico, sarà perché questa regione esercita su tutti da sempre un forte magnetismo, sta di fatto che da quel momento ha iniziato a prendere forma l’idea di un “side project” dedicato all’importazione e distribuzione di bollicine in Italia», racconta Luca.
Durante questo viaggio sono nate alcune amicizie con produttori locali, favorite da principi e idee applicati a quello che a tutti gli effetti è un terreno comune. L’entusiasmo della condivisione di alcune di queste bottiglie con la cerchia di amici, colleghi e collaboratori è stato propedeutico al tentativo di implementare una prima rete di importazione, sorretta dalla propria rete distributiva. Nel passaggio da questa fase embrionale a quella più solida e strutturata il criterio di selezione delle bottiglie è mutato, dal semplice gusto personale si è formalizzato infatti un nuovo percorso basato sulla ricerca di autenticità e unicità, in una parola: identità.
Oggi Les Bulles conta diciannove produttori (per un totale di circa settanta etichette), tutti accumunati da caratteristiche comuni come il senso di appartenenza al terroir, il desiderio di esaltare varietà, annata e parcella, il rispetto per il territorio, la minimizzazione degli interventi in vigna ed in cantina. Vengono inoltre privilegiate aziende gestite da giovani vigneron o in cui è in corso un cambiamento generazionale, che portino avanti un’idea enologica contemporanea, con dosaggi bassi, attenzione all’ambiente e naturalità del prodotto. Uno specchio dei principi che Luca Baccarelli applica poi nella sua stessa cantina.