Non c’è paceLa Russia ha colpito in gran parte dell’Ucraina durante la Pasqua ortodossa

Gli attacchi con missili e droni di Mosca hanno provocato tre morti ieri, una donna a Kharkiv e altre due persone Pokrovsk

AP/Lapresse

La Russia ha colpito con missili e droni gran parte del territorio dell’Ucraina durante la domenica della Pasqua ortodossa. Ci sono state esplosioni nella regione meridionale di Kherson, in quella centrale di Dnipropetrovsk e in quella nord-orientale di Kharkiv.

Proprio a Kharkiv, nel Nord-Est del Paese, una donna è rimasta uccisa in un attacco, seppellita sotto le macerie. Altre ventiquattro persone sono rimaste ferite. Secondo l’emittente pubblica Suspilne in buona parte della regione ci sono state diverse interruzioni di elettricità e acqua corrente, così come nell’adiacente oblast’ di Sumy. Qui i funzionari locali hanno riferito, poco dopo i bombardamenti, che le infrastrutture critiche, tra cui l’approvvigionamento idrico e gli ospedali, avrebbero iniziato a funzionare grazie alle riserve di energia accumulate in precedenza. Stamattina invece l’aeronautica ucraina ha riferito che altri tredici droni sono stati lanciati dalla Russia sulla regione di Sumy e che i sistemi di difesa aerea ne hanno distrutti dodici.

Ci sono stati attacchi anche nella regione di Donetsk. Il capo dell’amministrazione militare locale, Vadim Filashkin, ha detto che due persone sono state uccise dai bombardamenti nella città di Pokrovsk e altre due sono state ferite a Chasiv Yar, il piccolo centro a ovest della città di Bakhmut controllato dai russi.

Intanto secondo il ministero della Difesa russo, le truppe del Cremlino hanno preso il controllo del villaggio in rovina di Ocheretyne, nella regione orientale di Donetsk e a Nord-Ovest di Avdiivka, che la Russia aveva conquistato a febbraio dopo enormi perdite di personale e attrezzature.

Nel suo discorso al Paese per la Pasqua ortodossa, davanti alla cattedrale di Santa Sofia a Kyjiv, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i cittadini a «unirsi in un’unica preghiera comune, gli uni per gli altri e per i soldati in prima linea».

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