Matteo Renzi arriva a presentare i punti della lista Stati uniti d’Europa sulle note di “I am unstoppable” della cantante Sia, e poi inizia citando le aspirazioni europeiste di Luigi Einaudi, punto di riferimento della lista Stati Uniti d’Europa, il progetto politico nato con la leader di PiùEuropa, Emma Bonino. «Condividiamo completamente il senso di urgenza delle parole che Einaudi pronunciava nel 1956 – dice il leader di Italia Viva – quando con il suo appello spiegava il pericolo di una perdita di sovranità se non si fossero fatti gli Stati uniti d’Europa».
Per le elezioni Europee dell’8 e 9 giugno, Renzi è anche alla ricerca del voto dei giovani. Lo ha dimostrato ieri allo spazio C30 di Milano presentando i temi della lista Stati Uniti d’Europa davanti a un centinaio di studenti universitari.
L’ex sindaco di Firenze si candida in quattro delle cinque circoscrizioni, precisando che al contrario di altri, come la segretaria del Partito democratico Elly Schlein e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, qualora venisse eletto lascerà il suo seggio al Senato. Un segnale che dimostra anche l’intenzione di prendere sul serio questa tornata elettorale, non solo come un referendum da personalizzare.
A discutere il programma della lista insieme al leader di Italia Viva c’è anche Riccardo Magi, segretario di PiùEuropa. I due non nascondono che per arrivare a questo punto sono stati fatti grandi compromessi, e spiegano che il progetto si fonda su una prospettiva europea che «non vive le elezioni come un sondaggio ma come una sfida», precisa Renzi.
«Siamo tutti d’accordo su un’idea molto precisa, e cioè che se l’Europa non supererà il diritto di veto dando alla politica il compito di decidere, continuerà a essere Viktor Orbán a farlo per noi», chiarisce l’ex sindaco di Firenze.
L’occasione è anche quella per fare un affondo all’attuale presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che la lista ha scelto di non sostenere nella sua seconda candidatura: «Mentre oggi von der Leyen è insieme ad Antonio Tajani a presentare la lista di Forza Italia noi siamo qui a dire che la sua presidenza è stata troppo debole – precisa Renzi – sulle riforme istituzionali, sul posizionamento geopolitico e sugli obiettivi di sostenibilità». Non lo nasconde il leader di Italia Viva, l’obiettivo è una «maggioranza Mario»: il documento sulla competitività europea steso dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi è infatti uno dei cardini della lista Stati Uniti d’Europa.
La lista si presenta come quella più europeista, nonostante le critiche mosse nei confronti dell’attuale leadership europea. Della lista elettorale, nata dall’appello di Emma Bonino, fanno parte PiùEuropa, il Partito socialista, Libdem, i Radicali, Italia c’è e Italia Viva. Al centro del progetto politico c’è la chiara volontà di riportare l’Italia al centro dei grandi dossier internazionali, con un profilo di primo piano nella gestione delle grandi emergenze sul fronte politico, migratorio e fiscale. Ma anche una rinnovata centralità del Parlamento europeo insieme alla proposta di abolizione del voto all’unanimità che spesso blocca le decisioni delle istituzioni europee, frenate da personalismi e strategie di interesse nazionalista.
Il progetto europeo per la lista, che auspica di superare la soglia di sbarramento del quattro per cento, è quello del gruppo politico di Renew Europe guidato dal presidente francese Emmanuel Macron.
Sul programma la lista presenta un elenco di dodici punti, che vanno dalla richiesta di abolizione del voto all’unanimità in Europa fino a quella di un premierato a elezione diretta per il presidente della Commissione europea e alla richiesta di un esercito militare europeo: «Perché se l’Europa continuerà a marciare da sola nel mondo della difesa senza una politica militare continueremo ad avere tanti Paesi che non contano niente». Quindi un progetto politico che elenca come priorità la sostenibilità ambientale, ma richiede questa sia necessariamente bilanciata da una seria politica industriale e che, inoltre, auspica l’allargamento dei confini dell’Unione europea all’Ucraina, su cui precisa Renzi «altri sembrano avere atteggiamenti molto altalenanti».
Diplomazia, intelligenza artificiale e nucleare sono alcuni dei temi sollevati dal pubblico di studenti presente all’incontro. Questioni urgenti che la nuova legislatura europea sarà chiamata a discutere se non vorrà rimanere indietro sul piano energetico e su quello dell’innovazione. Su questi temi la lista richiede che l’Europa prende una posizione unitaria, che non faccia distinzioni tra Paese e Paese. «Sulle politiche ambientali l’Europa deve fare da guida nella riduzione delle emissioni – precisa Riccardo Magi – Noi condividiamo gli obiettivi del Green deal, ma devono essere accompagnate da politiche industriali d’investimento per evitare che diventino un danno per il nostro sistema produttivo».
Renzi non perde l’opportunità di commentare anche il faccia a faccia Meloni e Schlein a Porta a porta, il programma di Bruno Vespa: «Sembra incredibile che si discuta così tanto di questo confronto quando nessuna delle due poi andrà a Bruxelles una volta eletta. Noi sogniamo di cambiare l’Europa e ci tacciano di essere idealisti, ma saremo i soli ad andare veramente a Bruxelles se verremo eletti. Per loro invece l’obiettivo pare quello di raccogliere solo qualche like».