L’inaspettato porta in luoghi sorprendenti, perché nulla è previsto e sfugge quindi dall’ordinario. Proprio per questa ragione, da combinazioni improbabili possono nascere abbinamenti deliziosi, come gorgonzola e cioccolato, o collaborazioni audaci, come quella tra i due brand Twinset e Giglio Tigrato, che uniscono irriverenza e raffinatezza.
A distinguere i due marchi non è solo la distanza geografica (il primo è modenese e il secondo milanese) e l’esperienza (il primo è del 1987 e il secondo del 2020), ma anche l’approccio a livello estetico. Da un lato, Giglio romanticizza un’apparente decadenza, interpretando i capi urban con una chiave meno punk e rock, ma comunque eccentrica e ribelle. Dall’altro lato, invece, c’è la visione bohémien di Twinset che pone l’accento su codici estetici più classici.
Eppure, nonostante queste apparenti divergenze, c’è un insieme di valori comuni quali l’interesse per l’ambiente e l’empowerment femminile, che lega le due case di moda. A partire da questi elementi, Giglio e Twinset hanno sviluppato una limited edition di magliette le cui stampe, colori, forme e immagini sono il perfetto connubio tra i due mondi.
L’attenzione verso la natura si concretizza nella scelta del tessuto, un cotone organico certificato, e nella tecnologia, che per la stampa personalizzata utilizza una tecnica che non disperde agenti chimici e altre sostanze tossiche nell’ambiente.
Dal punto di vista estetico, l’incontro tra i due brand si risolve con l’illustrazione del francobollo, segno distintivo di Giglio, che abbraccia l’idea del viaggio quotidiano tra le gioie e le avversità della vita; l’immagine è poi accostata agli elementi iconici che caratterizzano anche Twinset, come il cuore, la tigre e la donna.
In particolare, la figura femminile è posta sempre al centro, e sarebbe quasi strano se accadesse il contrario, dal momento che Twinset è nato da un’idea della stilista Simona Barbieri, mentre Giglio ha preso forma nella mansarda della nonna di Carlotta Orlando, giovane designer di Milano con le idee già ben chiare. Nel suo atelier dipinge, taglia e modifica, donando un secondo ciclo di vita a materiali di scarto di grandi aziende della moda e del design, il tutto nell’ottica dell’economia circolare. A contraddistinguere il progetto di Orlando è il fatto che non sia soggiogato ai serrati ritmi della stagionalità, promotori del consumismo, piuttosto realizza capi timeless che assecondano lo stile e le inclinazioni dei clienti.
L’incontro con una realtà storica e strutturata, sostiene la fondatrice di Giglio, le ha dato l’opportunità di «non aver timore dei più “grandi”, ma di vedere in loro possibilità di crescita e collaborazione. Twinset mi ha insegnato ad avere una struttura solida all’interno del mio team, mi ha insegnato il valore unico dello scambio di idee tra mondi diversi e generazioni diverse, mi ha insegnato a inseguire un sogno e a metterci il cuore nel vederlo crescere».
Un incontro che ha giovato biunivocamente le due realtà: Giglio si è confrontato con un brand consolidato, con l’aspirazione di diventarlo a sua volta in futuro, mentre Twinset ha solcato ancora di più il sentiero verso una produzione dei capi più sostenibile. L’upcycling, infatti, è già da qualche anno uno dei temi molto dibattuti tra le aziende (non solo di moda), e in una riflessione lungimirante Carlotta Orlando confida di aspettarsi un’attenzione sempre più concreta, per due ragioni principali: «Prima di tutto, quando i consumatori si renderanno veramente conto del problema, ridimensioneranno il loro modo di acquistare e consumare la moda; secondo, quando riusciremo a unire le tecnologie moderne e le pratiche artigianali si potranno creare capi e accessori 100% riciclati e accessibili al grande pubblico».