Dall’11 giugno si apre la stagione estiva dedicata alla moda maschile. Si parte con Pitti Uomo, negli spazi ormai noti di Fortezza dal Basso, fino al 14 giugno. Subito dopo, senza pause, è la volta della capitale della moda italiana, dove i numerosi appuntamenti dedicati al menswear per la Fashion week primavera/estate si protrarranno fino al 18 giugno. Troppi i promemoria da segnarsi, ma per non lasciare indietro nulla di importante, ecco gli highlights da tenere sott’occhio.
Partiamo da Pitti Uomo, un teatro di mostre, sfilate ed eventi dedicati ad abiti, pelletteria, accessori e oggetti di design, presentati da settecentonovanta brand sia internazionali che italiani, istituzionali e emergenti. Tra questi, si conferma la grande kermesse dei fedelissimi che propongono dai pezzi classici e sartoriali fino ai tentativi più sperimentali, che ripescano dal mondo sportivo tessuti tecnici, forme e fit. Quindi troveremo Brunello Cucinelli, L.B.M. 1911, Herno, GAS, Ellesse e molti altri.
Dal tradizionale, si passerà poi alle nuove proposte dal respiro internazionale di Scandinavian Manifesto, una sezione del Pitti Uomo – nata dalla collaborazione con il Copenhagen international fashion fair (Ciff) – che propone una ricerca della moda maschile della scena nordica. Nella sezione rientra anche J Quality, che invece celebra l’abbigliamento giapponese. A seguire, ecco il segmento China Wave, un’ondata che svela il menswear cinese contemporaneo e che tra i marchi presenta Valleyouth, KB HONG by K-BOXING, Raxxy, JDV, Fenggy, Blackhead e Keyone by Hattershub.
Faranno, invece, la loro entrata da special guest il brand francese Marine Serre, conosciuto per il monogram della mezzaluna, con il primo debutto nella moda uomo; a seguire, il brand britannico Paul Smith, noto per la sua interpretazione colorata del tailoring. E ancora: le stampe floreali e geometriche che rimandano a un paesaggio bucolico di Pierre – Louis Mascia e, infine, Plan C. Quest’ultimo, partendo dai modelli femminili per cui il brand è conosciuto, debutterà con capi maschili, sfumando i confini tra generi.
Pitti Uomo è anche un’importante vetrina per i giovani designer degli istituti di moda. Tra questi segnaliamo lo Ied, che organizzerà un’installazione il 12 giugno, poi, nella stessa giornata, sfileranno le creazioni degli studenti del Polimoda e, infine, l’istituto Marangoni Firenze, che presenterà una sfilata il 13 giugno. Questi momenti saranno favorevoli per gli incontri tra emergenti e esperti del settore per riflettere sulla visione del contemporaneo attraverso gli occhi giovani, ma già lungimiranti, degli studenti. Inoltre, tra le mostre da non perdere durante la permanenza a Firenze, c’è Walter Albini. Il talento, lo stilista dedicata al padre del prêt-à-porter della moda italiana. L’esposizione è aperta fino al 22 settembre.
A fare da cornice a questo affresco variopinto del Pitti Uomo è il tema Lemon, che in modo banalmente scherzoso rievoca l’arrivo dell’estate. A tutti gli effetti si tratta del frutto fresco e profumato per antonomasia, che ha ispirato gli allestimenti e la campagna pubblicitaria realizzata da Giordano Poloni, l’illustratore che – tra le altre cose – ha realizzato anche per Linkiesta la copertina e le pagine interne della cover story del nuovo numero di LK Magazine + NY Times Climate Forward.
A ben vedere, questo grande calderone di istituzioni, aziende e brand coinvolti sembra far presagire a una prospettiva positiva del mercato della moda maschile, soprattutto se, come indica Istat, si guarda oltre i confini dello stivale. Non a caso, l’export relativo al periodo gennaio-dicembre 2023 ha registrato, rispetto all’anno precedente, un incremento del +6,5 per cento, per un totale di circa 9,5 miliardi di euro; l’import, invece, ha palesato una flessione del -2,6 per cento. Ma Antonio De Matteis, presidente della società organizzatrice Pitti Immagine, ha voluto sottolineare l’aspetto positivo che questa «fiera» potrà garantire ai brand emergenti: «Per un’azienda che magari fattura pochi milioni questa è la possibilità di incontrare tra i dieci e i dodicimila compratori provenienti da tanti Paesi diversi». È di questa idea anche l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, che confida nella capacità di reazione del settore, augurandosi che «collaborare con la Camera della Moda possa fare in modo che l’Italia resti il riferimento della moda uomo per almeno otto giorni di fila».
Si tratta di una continuità che unisce Firenze a Milano con lo scopo di contribuire all’aumento del fatturato per l’intero settore moda, che negli ultimi tre mesi ha registrato il peggior risultato dell’anno (-2,5 per cento). La capitale meneghina infatti, dal 14 giugno ospiterà un fitto programma di sfilate e appuntamenti, in tutto ottantaquattro, con esordi e trasferte inaspettate. Da Londra, effettivamente, hanno scelto di sfilare per la prima volta nel capoluogo lombardo Martin Rose, brand ispirato alla cultura rave, post punk e hip-hop dei primi anni novanta, e David Koma, marchio dell’omonimo designer georgiano che ha sposato Milano per il debutto della sua prima collezione uomo.
A inaugurare il calendario c’è Adrian Appiolaza, il nuovo direttore creativo di Moschino, che esordirà per la prima volta con la collezione uomo e la pre-collection donna. Con Zegna si chiuderanno le sfilate live. Nel mezzo, i nomi dei giovani designer che già da qualche stagione hanno iniziato a rivoluzionare e ripensare l’armadio dell’uomo, creando forme, narrazioni e colori articolati e non convenzionali. Tra questi ci saranno Magliano (già presente a Firenze a gennaio) e JW Anderson, i due brand finalisti del Camera Moda Fashion Trust Grant 2024 Ascend Beyond e Federico Cina. E per finire, ViaPiave33 e Jordanluca.
In continuità con Pitti Uomo, anche Milano ha collaborato con il Ciff, presentando all’interno di Palazzo Giureconsulti (piazza dei Mercanti 2) una selezione di designer scandinavi, tra cui Mark Kenly Domino Tan, Envelope 1976, Aiayu, Adnym, Isnurh e Les Deux. Infine, tra le mostre meneghine segnaliamo quella dedicata alla storia degli abiti di Dolce&Gabbana aPalazzo Reale fino al 31 luglio.
Questa settimana intensa, dunque, sarà l’occasione per scoprire le creazioni di nomi già consolidati e volti emergenti, il cui connubio è in grado di confermare il dialogo continuo tra passato e presente nella moda. Tramandare il know-how e preservare l’heritage, affiancandoli all’innovazione e alla sostenibilità, potrebbe essere una direzione capace di rivelare scenari sorprendenti (anche nel made in Italy).