Durante la conferenza che apriva i festeggiamenti dei venti anni dell’Università di Scienze Gastronomiche, il climatologo Luca Mercalli ci metteva in guardia sul peggioramento repentino delle condizioni climatiche del pianeta, ricordandoci quanto delle scelte alimentari di buon senso possano essere fondamentali per rallentare il riscaldamento globale.
Nello stesso momento, nella chat di gruppo WhatsApp “Ma come diavolo si scrive Gewürztraminer?” qualcuno annuncia: «Raga, Pavesini ha fatto il gelato tiramisù. Sto correndo ora al supermercato!».
Due cose mi hanno incuriosito di questo messaggio: la capacità che alcune marche hanno di spingere i consumatori a compiere acquisti e il fatto che, quello che stava correndo al supermercato, non ero io.
Ogni anno, a giugno, il tema delle novità gelato si fa caldo. Nella primavera 2024 forse un po’ meno, perché di caldo nell’aria ne abbiamo visto poco e, fin quando dobbiamo tenere in mano l’ombrello, fatichiamo a tenere anche il gelato (inizio a sospettare che avrei dovuto ascoltare Mercalli con maggiore attenzione invece di rispondere ai WhatsApp) e poi non abbiamo ancora sbrinato il freezer! Intanto, l’industria del gelato confezionato si è data da fare e ha portato in Gdo (grande distribuzione organizzata, ndr) e nelle vetrine al bar, molte novità.
Il mercato del gelato confezionato a prima vista
In generale, se da un lato la tendenza della frutta secca non accenna a rallentare, quest’anno avanza un interessante utilizzo della frutta – quella esotica –. Grande conferma, i dolci da dispensa che diventano gelato, che non smettono di essere un grande traino per il settore portando novità molto attese.
La maggioranza delle novità 2024 pare interessare gli stecchi su cui tutte le principali industrie sembrano dedicarsi con maggiore attenzione. Nel frattempo, le vaschette si trasformano in barattolo di carta, con gusti sempre più ricercati o dalla voglia di creare piacere puro.
Il gelato industriale – di cui abbiamo raccontato i retroscena qualche tempo fa – continua il suo percorso nell’innovazione di prodotto da cui trae grande beneficio perché è una leva capace di smuovere la curiosità dei consumatori e alimentare il mercato. La sfida per tutte le aziende sembra quella del perfetto match di ingredienti e gusto su cui si vede un grande lavoro, senza però rinunciare a una discreta qualità degli ingredienti e, per alcuni, una particolare attenzione nell’adottare processi produttivi più tecnologici e meno impattanti. Del resto, la catena del freddo non è certo sostenibile, ma si può far tanto per ridurre l’impatto in produzione (sarà contento il climatologo di cui sopra).
Certo, la questione prezzo si fa interessante perché, a prezzo intero del supermercato ciascuno di questi prodotti costa sempre intorno ai cinque euro a confezione, a prescindere dal contenuto, dalle dimensioni e dalla qualità.
Eccoci qui, dunque, con i risultati più attesi della stagione, nonostante le elezioni europee.
Barattolo Nutella, Ferrero – Preferiamo la fetta di pane spalmata. Anche ad agosto
La crema alle nocciole più venduta del mondo si lancia finalmente nella produzione del gelato Nutella. Un barattolo di carta – un po’ cheap – che porta il nome solo del marchio. Prodotto nello stabilimento Ferrero di Alba (Cuneo), la descrizione in etichetta riporta: gelato alla nocciola (74,2 per cento) con crema da spalmare alle nocciole e al cacao (27,6 per cento).
Il gelato Nutella richiama un po’ lo stile Magnum Pot, con uno strato duro sopra, in questo caso di Nutella, e altrettante insenature di cioccolato tra il gelato. L’idea è di fare sciogliere la Nutella sopra per poi fare un’esperienza che è molto fedele al gusto della crema spalmabile, al punto che è impossibile mangiare un’abbondante quantità di gelato come può succedere con altri gusti.
L’esperienza è elementare, buona perché è Nutella. Il gusto ricorda quelle ricette del web in cui ti fanno unire la spalmabile con la panna montata e poi in freezer per tre ore. Insomma, ci aspettavamo di meglio, ma forse andava spalmato su una fetta di pane?
Magnum Wonder, Unilever – Very good but dimmelo in italiano
Insieme a Euphoria e Chill, Wonder è una delle tre novità di Magnum di questa estate, a meno che non ne arrivino di altre più avanti. Non sarebbe la prima volta.
Magnum è prodotto nello stabilimento di Caivano (Napoli), ma a eccezione delle informazioni obbligatorie di etichetta su cui ci sono obblighi di legge, il resto è testo in inglese che è un po’ sfrontata come scelta. Se lo fai per abbattere i costi come i crackers del Lidl, allora devi ricordare di abbassare il prezzo di vendita. Il gelato in questione è composto da un cuore al gusto di datteri e mou – una combo per nulla scontata –, ricoperto di cioccolato bianco con caramello e mandorle caramellate. Nonostante i due ingredienti al centro siano noti per la loro estrema dolcezza, il risultato complessivo è molto buono, in linea con Magnum che sa sempre il fatto suo nel combinare uno stecco gelato fatto di ingredienti che sembra fuori controllo e che invece sanno stare insieme. Buono, ma non per tutti.
Bis! Amarena e cioccolato, Sammontana – Du is megl’ che… ah, no!
Sammontana, l’azienda toscana del gelato industriale più famosa nel Paese, ha pensato a questo biscotto dalla forma originale: un rettangolo dagli angoli tondi, per metà calato in un cioccolato aromatizzato, in formato mignon e in tre referenze: pistacchio; croccantino; amarena e cioccolato. La nostra scelta ricade su amarena e cioccolato perché, lo sentiamo, è l’anno della frutta (nel gelato).
Confezione molto ben architettata nei colori e nell’immagine, con un retro-confezione originale, che richiama i claim vintage del mondo circense.
A guardare la descrizione del gelato, sembra di leggere il menu di un dolce fine dining: gelato vaniglia con amarene liofilizzate in pezzi, scaglie di cioccolato e variegatura amarena. Racchiuso in biscotto al cioccolato con crumble di biscotto red velvet e copertura amarena.
Queste industrie si stanno impegnando molto nella ricettazione, andando oltre i classici e combinando ingredienti audaci.
L’assaggio è illuminante: una bella unione di ingredienti e un gelato ben fatto. Se lo avessero fatto anche solo di un morso più grande ne saremmo stati folgorati. Possiamo mangiarne un altro?
Pocket Coffee Mocaccino – Ferrero | Ok, solo perché somigli a Coppa del Nonno
Tutta la pralineria Ferrero ormai ha la propria versione gelato tanto che quest’anno, per la famiglia Pocket Coffee, arriva la novità del gusto Mocaccino. Un gelato al caffè (cento per cento arabica) diventa gelato su stecco con una copertura al cioccolato con pepite gusto mocaccino. La dimensione è quella a cui ci ha abituato Ferrero dall’esordio: non uno stecco, ma uno stecchetto. Ma visto il sapore intenso e impegnativo dei suoi gelati, forse meglio così.
Tutto sommato, Mocaccino se la cava meglio di altri, ma solo perché ha delle note retro-palatali di Coppa del Nonno.
Gruvi Mango Ramingo, Sammontana – Così dolce da fare il giro
La filosofia dello stecco Gruvi è quella di un esterno sempre ruvido e un interno morbido con lo scopo di far trovare piacer anche attraverso le consistenze. In questo gelato si è puntato tutto sul piacere del mango, cavalcando un interesse per la frutta esotica con un gelato con yogurt e granella mango e un cuore di sorbetto al mango. Sulla carta tutto perfetto, peccato che molti frutti esotici sono già molto dolci anche mangiandoli freschi, figuriamoci in gelato. Lo stecco è un’esplosione di sapore di mango, ma particolarmente dolce. A tratti, ricorda quel gusto di Big Babol edizione speciale in cui c’era sempre un ripieno liquido alla frutta.
Non sappiamo se per alcuni gusti sia sempre meglio una versione sorbetto senza lasciare che il gelato arricchisca eccessivamente, ma sentiamo che Gruvi Mango Ramingo (nome bellissimo) possa migliorare.
Cono Kit Kat cacao – I boomer preferiscono l’originale
Mi dispiace, ma con tutti i coni del mondo, quello Kit Kat può essere difficile da comprendere. Un gelato al cacao con al centro una barretta Kit Kat e una copertura di cioccolato.
L’esperienza con questo cono migliora man mano che avanzano i morsi. Il primo impatto con la salsa al cioccolato non è rilevante, ma man mano che si procede e si scende verso un cono le cui pareti si avvicinano al finger Kit Kat, l’esperienza diventa più fedele alla barretta. Forse per un pubblico molto giovane è perfetto, ma qui siamo tutti dei boomer che compravano il Kit Kat già negli anni Novanta, alle macchinette, a 800 Lire.
Nuii mandorle caramellate salate e miele Nuova Zelanda, Froneri – Più completo di un programma elettorale
Immaginiamo questo signore di Nuii come fosse Indiana Jones, che parte per andare a cercare il miele della Nuova Zelanda negli anfratti più nascosti dell’isola.
In verità, tutta la linea Nuii si contraddistingue per la ricercatezza degli ingredienti di origine, con uno speciale focus nelle materie prime provenienti da terre esotiche. Non a caso, come dichiara il loro sito, Nuii ha avviato dei progetti a sostegno di terre selvagge per tutelare specie di animali a rischio sopravvivenza. Un progetto molto coerente con il prodotto che mette in vendita.
Ma andiamo all’assaggio! Una crema gelato vaniglia con variegatura al miele della Nuova Zelanda (no, non si fa riferimento al miele di manuka), ricoperto di cioccolato al latte e granella di mandorle caramellate salate. È il gelato su stecco per adulti che non vogliono sentirsi in difetto mentre lo mangiano. Ha una storia, degli ingredienti accattivanti, è maledettamente buono e impegnato. Lo stecco per chi ha votato Emma Bonino alle europee.
Nuii cocco e mango dell’India, Froneri – Siamo (finalmente) alla frutta!
Ci incuriosisce un altro gusto di questo stecco by Froneri, questa volta alla frutta. Il signor Nuii Jones è partito ancora per andare a raccogliere mango dall’India. L’obiettivo è stato uno stecco di gelato al cocco variegato al mango indiano e frutto della passione.
Quanta freschezza in mezzo a tutto quel cioccolato! È la prima volta, fatta eccezione dell’ormai storico Solero Algida, che ci si spinge così bene su un gelato alla frutta: ottimo equilibrio tra cocco, mango e copertura al cioccolato bianco. Me lo immagino già in mano a quelle persone che lo mangiano sulla sdraio dello stabilimento balneare, mentre raccontano ai vicini la favolosa white dinner esclusiva fatta la sera prima a Pinarella di Cervia.
Maxibon Coconut Paradise, Froneri – Appuntamento fugace con il cocco nel parcheggio
Il sandwich gelato che ha fatto la storia delle estati italiane non smette di sorprendere con la sua linea degli Special e si inerpica nelle versioni che guardano alla frutta esotica: una crema al cocco con scaglie di cocco racchiuso in biscotto cacao e cerali. La copertura è al cioccolato bianco con granella di cocco e biscotti. Sinceramente buono! Con un leggero retrogusto di banana creata dalla combo cocco e cioccolato.
Lo sappiamo che il cocco si ama o si odia, ma se tra voi lettori ci sono amanti passionali di coccole e Maxibon è il momento di avvisare tutti a casa che avete un impegno urgente. Uscite senza mostrare agitazione e sfrecciate al supermercato a comprare questo gelato biscotto. Cercate un angolo buio del parcheggio e consumate la passione a morsi voraci. Potete fare anche il secondo giro prima che passi il vigilantes che controlla la zona.
Cono Maxibon Double chocolate, Froneri – La complessa geometria del cono
Già lo scorso anno ci siamo soffermati sul cono del Maxibon: un’invenzione che ha aperto nuove strade al cono che non è più solo una cialda. Si definisce infatti «cono di croccante biscotto» la base di questo gelato al cioccolato al latte con salsa di cioccolato e riccioli di cioccolato bianco.
Al di là del gusto soggettivo per i gelati al cioccolato industriali, nell’insieme l’esperienza di questo gusto è monotematica e poco esclusiva, con questo doppio cioccolato un po’ impegnativo che non si lascia godere, soprattutto sulla prima parte, più lontana dal cono biscotto. Più ideale a merenda che dopo pasto. A meno che non abbiate mangiato solo un’insalata.
Vaschetta Pavesini, Unilever – Buono il tiramisù, peccato sia senza savoiardi
Mancavano solo loro nella versione gelato. Un’interessante novità prodotta per Barilla da Unilever – fu Algida – per un gelato al tiramisù fatto con latte fresco italiano alta qualità e anche un uno per cento di mascarpone. I Pavesini sono in polvere, sparsi nel gelato e poi interi sul fondo della vaschetta con una buona beva di caffè. Ovviamente, non manca la spolverata di cacao in superficie per un risultato che, detto da uno che il tiramisù lo mangia solo con i savoiardi, non è per nulla male.
Vaschetta Gocciole, Unilever – Per i tossici dalle Gocciole
Gocciole era già arrivato nel freezer con la versione gelato biscotto. Quest’anno ci portano la versione in vaschetta sulla scia di quanto fatto con Pavesini (Gocciole e Pavesini sono oggi due brand di proprietà Barilla). Unilever ha prodotto un semplice gelato alla vaniglia con mini Gocciole in vaschetta di carta in un bizzarro formato da 435 grammi.
Il gusto del gelato è buono, premiato dall’utilizzo di latte fresco di alta qualità che crea un gusto vaniglia molto tondo in cui fanno capolino pezzi di biscotto con gocce di cioccolato. Nonostante le critiche più volte lanciate verso le Gocciole, che sono amate da tutti solo perché, da bambini, le mamme non ve ne compravano abbastanza, bisogna ammettere che in questo gelato il risultato è buono e ci può stare in una serata di nostalgia estiva, guardando vecchi spezzoni di Giochi Senza Frontiere.
Biscotto su stecco Hello Kitty, Froneri – Il più amato dall’asilo Mariuccia
Non siamo qui per dare voti alle cose dei bambini, suvvia. Nonostante mi sia capitato di vedere su Instagram anche le recensioni degli omogenizzati, direi che il gelato stecco con biscotto di Hello Kitty lo lasciamo senza giudizio perché è fatto per non piacere agli adulti – almeno voglio sperare che nessun adulto lo trovi interessante –. Un sottile biscotto rosa che chiude il gelato alla panna. È piccolo nelle dimensioni, ma mai piccolo quanto i gelati su stecco Ferrero.
Nasce in casa Froneri a cui suggerirei una versione per adulti sul personaggio social più amato dai millenial: MelodySeiLaTop. Niente voto anche perché questo lo trovate solo al bar e non al supermercato. Ma volevamo troppo assaggiarlo.
Bauli gelato, Tonitto – Il grande assente
Premessa: lo abbiamo cercato nelle principali insegne dei supermercati a Milano, ma del gelato Bauli non c’è traccia. Da un po’ l’azienda del pandoro lilla per eccellenza si sta lanciando in diverse operazioni per allargare il proprio business. Apre Minuti Bar, la pasticceria dove fare un’esperienza artigianale di colazione a Milano. Poi, rumor non confermati, dicono che siano in trattativa per acquistare il mulino che ha dato identità al Mulino Bianco (perché Bauli dovrebbe comprare il mulino che fa pensare a un competitor?). E, infine, lancia tre barattoli di gelato prodotto da Tonitto, l’industria genovese specializzata. Nascono così il gelato al pandoro, al panettone e croissant all’albicocca. Avremmo testato volentieri, ma se lo trovate voi assaggiatelo e fateci sapere.
Tutte le foto sono di Alessio Cannata