Immaginate: siete un giovane europeo, laureato in giurisprudenza in una città universitaria come Bologna, ottenete un lavoro prestigioso come pubblico ministero. Vi sposate e avete un figlio. Per discutere di partite di calcio o organizzare riunioni i tuoi compagni di corso create chat su WhatsApp. Funziona tutto come in Italia, con una differenza: in queste chat può capitare di ricevere il messaggio che un compagno di classe è stato ucciso al fronte. Ucciso, in prima linea, in Europa, nel 2023. Sembra surreale che un giovane ex pubblico ministero muoia in trincea nel 2023, ma questo è uno scenario che può verificarsi se sei ucraino.
Io lo sono, e quella chat di WhatsApp con quell’amico ucciso al fronte ce l’ho. Era Bogdan Bratanov. Lui come molti altri giovani ucraini ha rinunciato alla sua vita per la libertà, e grazie al suo sacrificio l’Ucraina sta in piedi e l’Europa ha il tempo di prepararsi per affrontare la Russia. La sua storia merita di essere ascoltata.
Bogdan non aveva nulla a che fare con la professione militare, ha lavorato come procuratore per quattro anni nella regione di Kyjiv. Dopo l’invasione russa nelle regioni di Donetsk e Luhansk, Bogdan si è recato lì a prestare servizio tra il 2015 e il 2016. Al suo ritorno ha iniziato a lavorare come avvocato e a crescere suo figlio insieme alla moglie.
Tutto sembrava procedere bene: lavorava, praticava pugilato e viaggiava. Poi nel 2022 la Russia ha deciso per un’invasione su larga scala. Senza alcuna esitazione Bogdan si è diretto all’ufficio di reclutamento il giorno successivo ed è stato chiamato l’11 marzo 2022, da quel momento ha difeso con successo la regione di Kharkiv. Ricordo che il giorno della liberazione di Izyum sono corsa a comprare i giornali italiani per trovare Bogdan nelle foto, perché sapevo che era tra coloro che avevano contribuito a liberarla.
Dopo quell’operazione ottenne una promozione e venne nominato capo della nuova brigata costituita per la controffensiva nel sud dell’Ucraina. Bogdan si è sempre dimostrato così vicino ai suoi soldati che nonostante non fosse chiamato a stare in trincea decideva comunque di andare insieme ai suoi soldati. Una di queste occasioni gli è stata fatale. Bogdan viene ucciso vicino al villaggio di Priyutne il 27 giugno 2023.
Il messaggio che annunciava la sua morte su quella chat di WhatsApp è arrivato da un altro procuratore, suo ex compagno di classe, il 27 giugno 2023: «Oggi è arrivata la triste notizia. Bogdan è stato ucciso. Vi informerò più tardi sul funerale e sull’orario. Gli eroi sono sempre con noi! Abbiate rispetto per ogni minuto di libertà, perché ci viene concessa a prezzo della vita». Questo messaggio voglio trasmetterlo anche a tutti i giovani europei, perché il mio amico Bodgan avrà per sempre trentaquattro anni.
Spero che tutti i cittadini dell’Unione europea sfruttino a pieno il tempo che il suo sacrificio gli sta offrendo, perché la Russia non si fermerà, e chissà quali messaggi potrebbero mai arrivare anche nelle vostre chat.
È difficile per i giovani italiani immaginare che i loro compagni di classe possano perdere la vita non per una malattia, per un incidente stradale o per un fatto di criminalità, ma a causa di combattimenti in prima linea. Ma questo è esattamente ciò che la giovane generazione ucraina si trova ad affrontare combattendo per la libertà, la democrazia e la pace (quella che alcuni europei credono si possa ottenere sventolando la bandiera “pace”). In realtà, quando sei sotto attacco, la pace e la libertà devono essere difese non dagli unicorni, ma da persone reali. Quelli come Bogdan, un ex pubblico ministero trentaquattrenne ucraino. Memoria eterna.