Dopo un lavoro durato circa dieci anni, prende vita la nuova docuserie in otto episodi prodotta e raccontata dallo chef René Redzepi. La serie esplora il modo in cui il cibo plasma e collega il mondo. Ogni episodio ruota attorno a un singolo ingrediente – peperoncino, riso, caffè, mais, maiale, sale, banana e tonno – esaminando il lavoro dei produttori, le persone che lo consumano e l’impatto di quel cibo all’interno della società, scavando nel profondo e svelando le storie intricate che si celano dietro questi ingredienti. «Perché il cibo non è mai solo cibo: è una finestra sulla nostra vita, sulla nostra storia e sul nostro mondo» sottolinea lo chef danese.
La serie televisiva sarà un viaggio nelle destinazioni di tutto il mondo, offrendo un punto di vista diverso riguardo gli sforzi locali per onorare e proteggere la terra e ciò che ci regala. Per raccontare le diverse storie, la troupe ha viaggiato in differenti parti del mondo per catturare le immagini più autentiche. Il debutto della docuserie è in programma per venerdì 19 luglio 2024 su Apple TV+.
René Redzepi ha trasformato il panorama della gastronomia mondiale con il suo ristorante Noma aperto al pubblico nel 2004 a Copenaghen, in Danimarca. Il nome, Noma, deriva da due termini danesi: nordisk (nordico) e mad (cibo), i quali descrivono i principi su cui si fonda la New Nordic Cuisine – un movimento creato con lo scopo di elevare la cucina del Nord Europa. Il movimento è sostenuto da un manifesto di dieci punti che ne descrive gli obiettivi, restituendo dignità ai prodotti di stagione e mettendo al centro di ogni ricetta il territorio scandivano.
Considerato un enfant prodige della cucina, Redzepi è riuscito a scalare la vetta del successo con il suo ristorante, ottenendo numerosi riconoscimenti nel corso del suo lavoro ventennale. Al successo indiscusso del ristorante, si sono alternati momenti di forte crisi che hanno visto vacillare la credibilità del Noma. Nel 2013, infatti, il ristorante ha affrontato un momento di grave difficoltà dovuto all’intossicazione alimentare di sessantatré suoi clienti colpiti dal norovirus di Norwalk. Nonostante la cattiva pubblicità, il riscatto non si è fatto attendere.
Dalla voglia di cambiare ed evolversi, nasce l’idea di Redzepi di portare il suo Noma fuori dalla Danimarca, creando ristoranti pop-up aperti per poche settimane in grandi città come Londra, Tokyo, Sydney e Tulum, proponendo un menu realizzato su misura per la città, con l’utilizzo di ingredienti locali.
Il ristorante ha in seguito cambiato location dopo dodici mesi di chiusura, e nel 2018 ha riaperto in un nuovo complesso recintato con due serre e un grande corpo centrale, composto da sette edifici, attrezzato di deposito per le cantine di vino e laboratori adibiti alla fermentazione. La sua fama ha continuato a crescere tanto da ricevere nel 2021 per la quinta volta il riconoscimento di miglior ristorante del mondo.
Ma una notizia ha poi sconvolto il mondo del fine dining: l’annuncio di Redzepi al New York Times ha messo un punto definitivo al Noma. La chiusura del ristorante è segnata per la fine del 2024 a causa dell’insostenibilità dell’alta cucina, tema di cui abbiamo parlato qui, per trasformarsi in un nuovo laboratorio di cucina dedicata al lavoro di innovazione alimentare e allo sviluppo di nuovi sapori.
“Omnivore” rappresenta una nuova fase nella carriera dello chef René Redzepi, ma è anche un’opportunità per il pubblico di riflettere profondamente sul significato del cibo all’interno delle nostre vite. Mentre il Noma si prepara a chiudere, Redzepi continua a dimostrare il suo impegno nel ridefinire la gastronomia e nel promuovere un approccio più sostenibile e consapevole verso ciò che mangiamo.