Le mille realtà del Sannio L’evoluzione enoturistica e l’identità della Falanghina

Martina Centa, brand manager dell’azienda di famiglia Roeno nel veronese, ci racconta come la ricchezza di biotipi di un territorio del Sud Italia che lei ama molto sia un fattore di grande valore

Martina Centa

Martina Centa, classe ’96, nasce da una famiglia di viticoltori nella Valdadige Terradeiforti, uno stretto corridoio tra le montagne e attraversato dal fiume Adige. Cresciuta all’interno dell’azienda di famiglia, Azienda Agricola Roeno, ha subito vissuto e respirato il mondo del vino. Laureata in commercio estero e food&wine marketing, ricopre ora il ruolo di brand manager all’interno dell’azienda. Non è mai ferma e racconta la sua famiglia, i vini e la loro realtà aziendale in giro per il mondo.

Qual è la tua zona del vino del cuore?
L’area che negli ultimi anni mi ha colpita di più è quella del Sannio. Il Sannio è una regione della Campania che ha fatto passi da gigante nell’evoluzione del settore enoico ed enoturistico. Grazie alla collaborazione tra le aziende vinicole locali, le associazioni di categoria e le istituzioni, il territorio è diventato una meta sempre più ambita per gli appassionati del vino e per i turisti in cerca di esperienze autentiche.

Perché proprio questa?
Come detto prima, mi ha colpito molto l’evoluzione compiuta in maniera concertata e coesa a livello enoico ed enoturistico. In termini vitivinicoli, invece, la regione campana è senza dubbio una delle più interessanti. I suoi terreni, altitudini e microclimi diversi e sfaccettati, insieme a una vasta gamma di vitigni autoctoni, la rendono unica al mondo.

Nei vigneti campani, è facile trovare cloni e biotipi differenti, selezionati grazie alla propagazione tramite selezione massale da parte dei vignaioli locali. Questo fa sì che la regione possa vantare una grande diversità di vitigni autoctoni, che la rendono una destinazione imperdibile per gli amanti del vino e dell’enologia.

Quando sei stata lì la prima volta che cosa hai pensato?
Sono rimasta davvero colpita dalle persone, sono veri e propri esperti del settore, in grado di trasmettere la cultura del territorio e dei suoi prodotti enogastronomici. Grazie alla loro passione e competenza ho potuto scoprire i segreti di questo magnifico territorio, immergendomi in realtà autentiche e genuine. Il mio primo pensiero? Sono davvero poche le terre in grado di offrire così tanti spunti di riflessione da scoprire e riscoprire, dalla vigna al bicchiere.

Quali sono i vitigni che ami di più qui e perché?
La varietà che mi ha colpito di più è la Falanghina che, secondo il mio personale parere, trova in questa zona un’identità spiccata e irripetibile altrove. Ne apprezzo la duttilità e versatilità; si presta a diverse interpretazioni senza però perdere la sua espressività.

Ci dici i cinque posti che non possiamo perderci venendo qui?
Cantina di Solopaca, La Guardiense – Janare, l’azienda olivinicola Terre Stregate, la Locanda Radici e la Locanda della Luna.

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