Energia di confineLa prima comunità energetica transfrontaliera d’Europa

Fotovoltaico, auto elettriche e business sostenibili al centro di “Energia para el pueblo”, il progetto nato per far rivivere il bacino dell’Alto Duero, tra Spagna e Portogallo

Wikimedia Commons

Salvare una delle più antiche zone di confine d’Europa dall’inesorabile spopolamento grazie alla produzione di energia comunitaria, pulita e sostenibile. È questo l’obiettivo di “Energia para el pueblo”, un progetto transfrontaliero a cavallo tra Spagna e Portogallo e finanziato dai fondi di coesione dell’Unione europea.

Siamo nella Raya, una delle linee di confine più antiche d’Europa, il cui tracciato affonda le radici addirittura nel Duecento. Situata quasi perfettamente al centro della linea immaginaria che unisce Madrid e Porto, l’area si sviluppa lungo le anse dell’Alto Duero ed è incastonata tra la regione storica di Trás-os-Montes, all’estremo nordorientale del Portogallo, e le province spagnole di Zamora e Salamanca. Qui, dove la vegetazione rigogliosa a bordo fiume lascia presto spazio a distese di terra arida e sterpaglie bruciate dal sole caldo della penisola iberica, la vita che scorre lenta è minacciata dal fenomeno inesorabile dello spopolamento.

Lungo la Raya due popoli vivono dirimpetto l’un l’altro da secoli, senza che la frontiera politica costituita a partire da quella naturale abbia scalfito elementi storici, linguistici e culturali comuni. Ciononostante, «lo spopolamento di queste aree e la mancanza di opportunità non hanno confini», racconta Irene Barahona Fernandez, una giovane reporter spagnola che vive e lavora nell’area di Zamora. Nel 2021 ha vinto il premio Megalizzi-Niedzielski dedicato ai giornalisti emergenti europei nell’ambito del progetto Youth4Regions, organizzato dal Comitato europei delle regioni e delle città, mentre oggi è ambasciatrice di Eu Factor Next, il progetto che si occupa di raccontare le iniziative realizzate attraverso i fondi di coesione comunitari, proprio come “Energia para el pueblo”.

«Per incentivare le persone a vivere in queste aree rurali bisogna innanzitutto creare condizioni di vita e di lavoro favorevoli in una delle aree più povere d’Europa». È con questo spirito che nel 2009 è nata l’Agrupación Europea de Cooperación Territorial (Aect) Duero-Douro: come specificato nel Regolamento 1082/2006, l’obiettivo di questi «enti indipendenti e liberi da condizionamenti istituzionali o burocratici», come specifica Fernandes, è quello di semplificare e sviluppare la cooperazione territoriale di natura transfrontaliera, transnazionale o interregionale per rinforzare la coesione economica e sociale delle aree più isolate d’Europa.

Aect Duero-Douro è tra i primi enti di cooperazione territoriale tutta l’Ue e l’obiettivo del progetto, suddiviso tra le sedi di Trabanca e Bemposta, è quello di produrre energia totalmente gratuita e sostenibile per i circa duecento villaggi e municipalità dell’area interessata. Per fare ciò, nel 2017 è nata EfiDuero, la prima cooperativa energetica europea, che si sviluppa come «ente produttore di energia da reimmettere poi sul mercato negli interessi della popolazione locale e della sostenibilità», secondo quanto affermano i responsabili del progetto. Dopo cinque anni di lavoro preliminare, nel 2022 prende il via “Energia para el pueblo”, il cui punto di forza è incentivare la partecipazione collettiva nelle municipalità rurali, molte delle quali all’interno dei confini del parco naturale degli Arribes del Duero.

Energia sostenibile, trasporto elettrico e nuove opportunità di lavoro. Sono queste le tre finalità di un progetto dal valore di sei milioni di euro che contiene al suo interno una serie di accortezze per l’ecosistema, su tutte la scelta di installare gli impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici e sulle infrastrutture già esistenti anziché al suolo. Da un punto di vista tecnico, il modello di produzione dell’energia solare si basa sull’autoconsumo condiviso con eccedenze e senza compensazione: gli impianti hanno una potenza di produzione nominale di quindici kilowatt e 16,5 kilowatt di picco e sono costituiti da trenta pannelli da cinquecentocinquanta watt di picco ciascuno. 

In fase di sperimentazione sono stati installati quaranta impianti, per un costo complessivo ottocentomila euro, mentre attualmente le installazioni sono centosei per un investimento totale che supera i due milioni. «Il progetto si sta ancora espandendo e l’obiettivo finale è quello di abbattere il costo dell’energia del novanta per cento nei prossimi mesi»: come afferma Fernandes, infatti, una terza fase prevista già nelle prossime settimane prevede l’installazione di altri ottantatré impianti, finanziati con un milione e mezzo. 

Al di là dei numeri, è interessante sottolineare come la natura del territorio ha permesso a EfiDuero di affermarsi come la prima comunità energetica transfrontaliera dell’Unione europea. Un risultato che non è passato inosservato alla Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione europea, che l’ha presa ad esempio per la realizzazione di uno dei suoi workshop sulle comunità energetiche transfrontaliere nell’ottobre 2023.

Un altro settore in cui opererà il progetto riguarda la mobilità sostenibile poiché, come spiega Irene Fernandes, «l’energia prodotta servirà anche ad alimentare le auto elettriche attraverso delle apposite colonnine di ricarica, infrastrutture fondamentali nelle aree rurali». Nell’area di Trás-os-Montes, infatti, non esisteva una rete di punti di ricarica per veicoli elettrici, rendendo impossibile l’utilizzo di questo tipo di veicoli e la scelta di viaggiare o spostarsi qui per tutti coloro che ne fossero in possesso. Ecco dunque che per risolvere l’emergenza è nata “Recarga-T”, un’iniziativa che prevede l’installazione di diversi punti di ricarica a una distanza media a trenta chilometri l’uno dall’altro. Finanziato con settecentomila euro di fondi NextGenerationEU, questo piano di mobilità sostenibile prevede anche lo sviluppo di strumentazioni digitali per favorire la permanenza nella zona e gli spostamenti tra le varie municipalità del bacino del Duero.

Per tentare di risollevare il crollo demografico che affligge questa regione, “Energia para el pueblo” punta infine alla creazione e allo sviluppo di un modello di generazione e autoconsumo sostenibile per stimolare la partecipazione del tessuto imprenditoriale delle municipalità e il consolidamento della partecipazione pubblica. L’obiettivo, sintetizza ancora una volta Fernandes, è quello di puntare su «piccole forme di business come l’allevamento del bestiame, agriturismi e hotel rurali, più remunerativi per le persone che abiteranno in queste aree e più convenienti anche per le amministrazioni locali, che potranno usare fondi pubblici per realizzare servizi anziché pagare per l’elettricità». 

La creazione di uffici dislocati sul territorio e sportelli virtuali, unitamente a una serie di eventi fisici come laboratori, incontri formativi, seminari e workshop, sarà poi fondamentale per assicurare il giusto supporto a tutti coloro che sceglieranno di fare impresa in un’area fino ad oggi tra le più povere d’Europa.

La spinta al recupero dei territori, la valorizzazione dell’ambiente e l’utilizzo sostenibile delle ricchezze naturali come il sole iberico rappresentano, in questa perla grezza tra Spagna e Portogallo, l’occasione unica per scrivere un nuovo capitolo di una storia millenaria in cui popoli e culture convivono facendosi forza a vicenda, bagnati dalle acque di un fiume che due vocali tentano di rendere diverso, senza riuscirci.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter