Ci sono guerre e guerreI due pesi e le due misure quando si giudica Israele

Un gruppo di militanti comunisti ha redatto una lista del presunto potere sionista in Italia contro cui combattere per liberare la Palestina. Gli israeliani durante questo conflitto sono stati retrocessi di nuovo, da una certa propaganda, al rango di quel terrorismo che da decenni combattono

(La Presse)

Il Medio Oriente brucia e intanto qui un gruppo di militanti comunisti ha redatto una lista del presunto potere sionista in Italia contro cui combattere per liberare la Palestina. Combattere qualcosa che non esiste? E in che modo? E soprattutto con quali mezzi? Non c’è da sorprendersi: comunismo, neonazismo, e pensieri unici vari, necessitano sempre di un nemico contro cui scagliarsi. Sorprendente, invece, è che questa lista non sarebbe mai stata compilata, se non si respirasse da mesi questo clima antisraeliano.

Sono tante le guerre che si sono combattute, e che si combattono in giro per il mondo, alcune hanno richiamato la nostra attenzione, altre meno, ad altre ancora nessuno fa caso: le guerre che Israele ha combattuto si sono sempre trasformate in uno psicodramma collettivo. Di nuovo gli israeliani durante questo conflitto sono stati retrocessi, da una certa propaganda, al rango di quel terrorismo che da decenni combattono. Non si aspettava altro che di poterli additare all’ira del mondo in quanto fanatici e sanguinari, e insieme a loro tutti gli ebrei della terra.

In realtà costoro, appunto, non si sconvolgono un granché per la sorte dei palestinesi, pare anzi attendano con ansia le notizie di nuovi morti a Gaza per far pendere la bilancia a sfavore di Israele. Basti pensare che i continui attacchi di Hezbollah dopo il 7 ottobre non sono stati condannati con forza dai governi occidentali, e che una certa stampa, addirittura, li ha implicitamente giustificati, mentre ogni azione militare israeliana è stata giudicata come mostruosa e basta. Cosa si dirà, ora, che Israele ha dovuto attaccare preventivamente Hezbollah, quando è venuta a conoscenza dei suoi piani?

Continuare a parlare, poi, di genocidio, riferendosi alla guerra difensiva che gli israeliani stanno combattendo, è abietto. Dopo il 7 ottobre, cioè il tentativo di far precipitare Israele nel caos, di distruggerla, gli israeliani sono stati costretti a intraprendere contro i banditi di Hamas, contro di loro e basta: ricordiamocelo sempre, la guerra è contro Hamas, non contro Gaza. Parlare, quindi, di genocidio dei palestinesi è cercare di abolire la differenza tra vittime e carnefice fino ad arrivare alla più oscena delle eguaglianze, quella che accumuna i martiri ebraici con i loro persecutori nazisti.

Per tener ferma questa eguaglianza, Hamas e i suoi sostenitori – li si trovano ovunque nelle Università e persino nei salotti newyorkesi – usano senza sosta e remora le vittime di questo conflitto, accompagnandole con un’abietta propaganda. Ecco allora in mostra, sui media, i corpi squarciati dei bambini palestinesi come se fossero i bambini ebrei di un tempo uccisi deliberatamente dai nazisti, senza dire, appunto, una cosa, una cosa che bisognerebbe tenere bene in testa, saldamente, per non vacillare davanti queste immagini strazianti: che quei bambini sono stati esposti in modo premeditato al fuoco della battaglia, sacrificati come agnelli innocenti da Hamas.

L’abiezione di chi conoscendo e ammettendo la Shoah ora parla di Israele nazista, è spaventosa, quasi quanto la ferocia di Hamas. Hamas, si sa, perpetra un suo criminale disegno che ha ben poco a che fare con l’autodeterminazione del popolo palestinese, e col suo legittimo diritto uno stato, ma mira alla cancellazione d’Israele. Quindi coloro che, pur vivendo in una civiltà dove è possibile informarsi, accedere alla verità, continuano a dire oscenità intollerabili, e le dicono e ridicono solo per il gusto di additare Israele alla gogna e al supplizio, sono riprovevoli. E più miserabili ancora sono quelli che si accodano a questa nuova moda, sempre più in voga, ormai, presso tanta scellerata gioventù e buona società, e cioè l’antisionismo, come accadde un tempo con un’altra ideologia nefasta: il comunismo dei Pol Pot e dei Mao Tse Tung, che ebbe, appunto, tanti ammiratori e che adesso, guarda caso, è risorto con una lista di sionisti contro cui combattere.

 

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