Ci sono luoghi che, senza saperlo, stavamo aspettando. Il Golfo dell’Argentario, nella quiete di una bellezza naturale nota quasi esclusivamente a laziali e toscani, era chiaramente in attesa di un hotel come La Roqqa. Come spesso accade, ci voleva un occhio straniero, sedotto dal fascino italiano di un luogo rimasto autentico negli anni, a coglierne tanto potenziale inespresso. È così che la famiglia svedese Jonsson, dopo anni di ricerca di una residenza estiva, raggiunge il Monte Argentario e si innamora di questo spazio. Del suo essere brullo e a tratti ruspante, di quella lingua di terra che lo collega alla costa, della coesistenza di un mare freddo e azzurro con la palude di transito. Per tanti romani è casa, per noi Milanesi è un angolo di Italia che sta imparando a valorizzarsi e a darsi un tono.
Il nostro sguardo è arrivato fino a qui grazie agli investimenti e agli investitori che sono arrivati nel nostro Paese con una potenza economica al di sopra di molti italiani facoltosi ma non altrettanto risoluti. L’hotel La Roqqa ne è un esempio, ed è il primo di una serie che vedremo svilupparsi veloce nel giro dei prossimi anni.
Nel 1926 la Cirio apre il suo primo stabilimento di conservazione di sardine e acciughe proprio a Porto Ercole. Negli anni Settanta, la sede viene ricostruita e ampliata per restare attiva fino al 1984 e poi cadere abbandonata. Nel 2016, la società di investimento italiana Erqole, della famiglia Jonsson appunto, acquista fabbrica e terreno conquistandosi uno degli angoli migliori del borgo. L’obiettivo è trasformare questa ex fabbrica in Fabbriqa, un nuovo progetto alberghiero connesso al tessuto locale di comunità e territorio, un rifugio autentico per gli ospiti così come per la gente del posto. Nell’attesa di questo sviluppo, ha ripreso vita quello che un tempo era l’hotel Don Pedro, già in passato uno degli edifici con la vista migliore su Porto Ercole.
Inaugurato nel 2023, quindi ancora in fase di test sull’alto afflusso con non poche variabili di servizio, l’hotel La Roqqa è oggi un luogo senza eguali per questo territorio. Parte di Small Luxury Hotels, le sue cinquantacinque camere sono tutte dotate di balconi e terrazzi. Ogni piano è un omaggio a un colore diverso, declinato in tre temi, che si ritrovano anche stanze come guida stilistica degli interni. Il terra di Siena, che è stato scelto anche per la facciata e non a caso è il colore tipico di Porto Ercole, il verde acceso, che richiama la vegetazione, e infine il blu marino. Le suite invece sono color sabbia, a richiamare il bianco e i colori tenui di molte delle parti comuni.
Il progetto di restyling è stato curato dallo studio Ludovica Serafini + Roberto Palomba (Milano), con un approccio olistico di concezione degli spazi e dunque la messa al centro delle esigenze dell’ospite sopra ogni velleità stilistica. Ogni dettaglio, pensato per sottrazione e salvaguardando la sostenibilità, è stato scelto in una visione complessiva di coerenza con il territorio, con la macchia mediterranea, con la luce e una vista a perdita d’occhio sull’orizzonte.
Un efficiente servizio navetta trasporta gli ospiti dell’hotel al piccolo beach club dall’altra parte del promontorio (forse cinque minuti totali di auto). Assicuratevi di chiedere uno degli ombrelloni lontano dalla parte della spiaggia aperta agli ospiti esterni e prenotate uno dei tavoli con vista all’omonimo ristorante. Non ve ne pentirete! Se il tallone d’Achille di un destination come questo è la mancanza di una piscina, la sua grande terrazza sarà la risposta a tutti i vostri dubbi. Qui potrete facilmente dimenticarvi di ogni mancato bagno e trovare il valore aggiunto che ancora non avevate colto della struttura. La scelta è stata obbligata e in un certo senso più che strategica, perché è al quinto piano dell’hotel, ogni sera, va in scena uno spettacolo diverso.
Raramente ci è capitato di godere di terrazze così ben progettate, così magnificamente immerse nel contesto circostante – tanto naturalistico quanto architettonico – e così caldamente frequentate. Dall’orario del tramonto in poi, lo Scirocco offre una interessante proposta aperitivo accompagnata da snack e finger food mentre il ristorante, aperto anche agli esterni, offre una carta firmata da chef Francesco Ferretti. Fil rouge che lega l’approccio beverage e quello food è la valorizzazione del prodotto locale, italiano e stagionale. Da qui nasce la collaborazione con Orto Giusto, una cooperativa sociale e progetto agricolo che impiega persone con disabilità per coltivare un orto biologico con frutta e verdure fresche ogni giorno.
Gli ospiti possono partecipare alle attività di raccolta e cucina, facendolo presente al personale di servizio e calandosi appieno nella quotidianità della struttura. Il piatto simbolo di questa collaborazione, disponibile unicamente da giugno a ottobre, sono gli spaghetti otto pomodori, testimonianza della diversità e della specificità territoriale. I pomodori sono sempre diversi, cotti in modi differenti e con consistenze volutamente contrastanti così da andare a creare bocconi intensi, lunghe persistenze e amplificare la percezione classica di un piatto casalingo e spesso banalizzato. Il resto dei piatti omaggia il mare in maggioranza ma non mancano le proposte di terra ed anche in questo caso, l’elenco di proposte vegetariane è sempre più interessante. Per chi non vuole sedersi a cena, preferendo restare in zona bar, c’è un interessante percorso di small plates pensati in degustazione e appositamente in accompagnamento alla carta cocktails.
Un indirizzo dove si va per mettere in pausa il flusso, dove si vive un tempo sospeso tra il ritmo delle onde e quello di un design che definisce senza cannibalizzare, arreda con intelligenza e coinvolgimento dell’ospite. A La Roqqa il vento soffia sempre, come in tutto l’Argentario e, dopo esserci stati, possiamo dire con certezza che si tratta di un vento di cambiamento.
La Roqqa Hotel & Beach Club
Via Panoramica 7, Porto Ercole