Il premio è in tavola Dove e cosa mangiare in Val Gardena, tra rifugi e baite in alta quota

In questa valle dolomitica gastronomia ed escursionismo si uniscono nei rifugi, dove, durante tutto l’anno, gli amanti della montagna trovano ristoro. Tra canederli, gulash, speck e strudel di mele le escursioni montane, in qualsiasi stagione, hanno un gusto molto diverso

Canederli al rifugio Vicenza, foto di Norma Judith Pagiotti

La Val Gardena non è solo una delle valli più animate e gettonate delle Dolomiti durante tutto l’anno, ma è anche un luogo d’incontro dove convivono tre culture: quella italiana, quella tedesca e quella ladina. Quest’ultima ha radici profonde e racconta la storia di una comunità che ha mantenuto vive identità e costumi per secoli nonostante le influenze esterne. Ovviamente come parte integrante dell’etnia di un luogo anche la gastronomia è un connubio perfetto di queste tre influenze molto diverse tra loro. Sapori alpini e mediterranei ci fanno fare un bel viaggio. Oltre ai piatti tipici più conosciuti, la cucina gardenese è ricca di specialità meno note che riflettono la storia e la geografia della regione.

Partiamo dagli ormai super inflazionati canederli, o knödel, un piatto iconico della cucina alpina, profondamente radicato nelle tradizioni della Val Gardena. Nel loro caso, proprio perché così conosciuti, vale la pena spendere due parole in più. Queste generose sfere di pane rappresentano non solo un simbolo culinario, ma anche una filosofia di vita montanara legata alla parsimonia e all’uso intelligente delle risorse. Originariamente i canederli erano un piatto di recupero, ideato per evitare sprechi in tempi in cui il cibo era prezioso. Il pane raffermo veniva mescolato con ingredienti semplici come latte, uova, speck, erbe aromatiche e formaggi locali, per creare un piatto sostanzioso e saporito.

Spesso vengono serviti ben amalgamati con l’immancabile speck, salume affumicato e stagionato che è un simbolo dell’Alto Adige. Accompagnato volentieri, quando non è all’interno di gustosi canaderli, da pane di segale o schüttelbrot. Passiamo poi agli spätzle, piccoli gnocchetti di farina che possono essere preparati in diversi modi, tra cui conditi con spinaci, panna e speck.

Poi, appena le temperature si faranno un po’ più rigide, irrinunciabile sarà il gulash, un piatto di origine ungherese, ma molto diffuso in Alto Adige. Si tratta di uno stufato di carne di manzo, speziato e servito con polenta o canederli. Anche quando si parla di dolce arrivano pezzi da novanta. Strudel di mele e kaiserschmarrn su tutti. Il primo, il dolce per eccellenza della regione, fatto con una sottile pasta sfoglia ripiena di mele, uvetta, pinoli, zucchero e cannella; l’altro una sorta di crêpe spezzettata, servita con zucchero a velo e composte di frutta, specialmente di mirtilli rossi.

 La Val Gardena vanta anche una lunga tradizione di liquori artigianali a base di erbe selvatiche raccolte sui pendii dolomitici. Il genepì, ottenuto dall’omonima pianta alpina, è uno dei più pregiati e rappresenta il legame profondo tra la cucina e il territorio. Non solo un digestivo, ma un vero e proprio concentrato di montagna in un bicchiere.

Val Gardena, foto di Norma Judith Pagiotti

Questa, come tante altre valli limitrofe, è anche un punto di riferimento per l’alpinismo e l’escursionismo. Le sue cime, come il Sassolungo e il Gruppo del Sella, hanno attirato pionieri delle scalate, come Paul Grohmann e Luis Trenker, che ne hanno percorso le pareti e ne hanno raccontato le meraviglie. Non è solo un luogo di turismo di massa, ma una terra dove la montagna ha forgiato l’identità delle persone che vi abitano.

Ma dov’è che escursionismo e gastronomia si uniscono in Val Gardena e nelle Dolomiti più in generale? Ovviamente nei rifugi e nelle baite che troviamo nel nostro cammino tra i mille sentieri da percorrere tutto l’anno. Scopriamo insieme i più interessanti.

Rifugio Vicenza
Partiamo da uno dei più conosciuti per la sua vista senza eguali: il rifugio Vicenza. Circondato da un maestoso scenario montano è il punto di partenza ideale per le escursioni più belle della Val Gardena e punto d’arrivo perfetto per una pausa dal sapore veramente altoatesino.

Rifugio Vicenza, foto di Norma Judith Pagiotti

È un riferimento ideale per gli amanti della montagna, dando loro la possibilità di escursioni che variano dalle due alle sei ore di cammino: la ferrata Oskar Schuster al Sassopiatto (m. 3033), la via normale del Sassolungo (m. 3178) e varie arrampicate, che vanno dal terzo al sesto grado di difficoltà, le quali sono facilmente raggiungibili dal rifugio Vicenza.

Una fermata per una buona birra e un piatto di canederli è d’obbligo e chissà che, mentre si mangia, non si sentano marmotte rumoreggiare in giro.

Rifugio Vicenza
Streda Pana, 37 – Santa Cristina Valgardena (Bz)

Rifugio Firenze
Proseguiamo con un altro luogo iconico. Il Rifugio Firenze (2.040 metri) fu costruito come uno dei primi rifugi alpini della Val Gardena nell’anno 1888 dalla sezione alpina di Ratisbona (DÖAV Regensburg) che gli conferì il nome tedesco di Regensburgerhütte. Nel 1921, quando la fine della prima guerra mondiale comportò il passaggio dell’Alto Adige all’Italia, la gestione del rifugio fu affidata al Cai di Firenze, che lo ribattezzò con il nome di Rifugio Firenze. Con il 2010, dopo ben quasi novant’anni in mano al Cai di Firenze, fu affidato alla provincia autonoma di Bolzano che ne è tutt’ora il proprietario.

Il rifugio, come quasi tutti quelli che citeremo, è raggiungibile solo a piedi. Ci troviamo alle pendici del Parco Naturale Puez-Odle. Siamo circondati appunto dalle magnifiche Odle, dall’imponente Stevia e con magnifica vista sul Sassolungo, il simbolo della Val Gardena.

Troviamo piatti della tradizione, come cotoletta con patate saltate, canederli, ma anche polenta, salsiccia e funghi. La struttura è gestita dalla famiglia Perathoner da ben quattro generazioni e si percepisce bene grazie ad un ambiente cordiale ed accogliente.

Rifugio Firenze, foto di Norma Judith Pagiotti

Rifugio Firenze
Ciaulongh, 17 – Santa Cristina Valgardena (Bz)

Baita Troier
Fin dagli anni Sessanta il Rifugio Troier, ai piedi del Gruppo delle Odle, è gestito dalla famiglia Runggaldier con passione infinita. Fu costruito circa centocinquanta anni fa e, all’epoca, fungeva da cucina per l’alpeggio. Quando, negli anni Sessanta, sempre più turisti ed escursionisti hanno incominciato a scoprire la bellissima baita, i genitori di Bruno Runggaldier, l’attuale proprietario, hanno avviato l’attività, passata poi nelle mani del figlio nel 2000. In seguito all’aumento delle richieste di ospitalità, nel 2003 venne costruita una nuova baita accanto alla prima. Nello stesso anno, la vecchia baita fu demolita. A tutt’oggi l’attività è gestita da Bruno, dalla moglie Waltraud e dai loro tre figli. La cucina offre specialità tradizionali altoatesine a base di carni e prodotti caseari freschi di propria produzione, preparate secondo ricette tramandate. Le proposte culinarie spaziano dai tipici piatti italiani di pasta ai diversi menu di carne e canederli. Le pietanze vengono preparate quotidianamente dalla famiglia stessa. Il menu propone anche un’ampia selezione di pasticceria fatta in casa. Il consiglio dello chef: buchteln con la crema alla vaniglia (dolce tradizionale dell’Alto Adige).

Baita Troier Hütte
Strada Mastle, 60 – Santa Cristina Valgardena (Bz)

Baita Odles
La malga Odles è situata sull’alpeggio del Col Raiser. In mezzo al verde si gode di una vista spettacolare sul maestoso gruppo delle Odle. Le loro specialità, se siete fortunati, si gustano ascoltando i suoni della fisarmonica di uno dei figli della famiglia Perathoner (i padroni di casa omonimi della famiglia del Rifugio Firenze) e dei suoi amici musicisti che spesso iniziano a suonare.

Piatti tradizionali con prodotti ricavati in parte dalla loro azienda di agricoltura, e in parte da prodotti altoatesini. Vanno nominati in particolare i canederli (tanto per cambiare), piatti di selvaggina, le minestre e il tagliere Odles con lo speck e il formaggio nostrano. Da provare i loro cappuccini con il latte delle mucche di casa e i dolci fatti sempre dalla famiglia.

Baita Odles
Streda Ciaulonch, 21 – Santa Cristina Valgardena (Bz)

Rifugio Emilio Comici
Rétro chic e contemporaneo in un ambiente di montagna. Siamo alla baita Emilio Comici, a poca distanza da Selva di Val Gardena. Uno di quei posti conosciuti per essere veramente di tendenza. Piatti d’argento e champagne a oltre duemila metri sopra il livello del mare, per mangiare bene e guardare uno spettacolo di paesaggio. Dal 1955 il rifugio Comici ha la missione di fare qualcosa di speciale. Troverete tovaglie damascate bianco perla e pareti completamente rivestite di legno rustico. Lo avreste mai detto che il pesce più fresco si trova in alta montagna? Il pesce di Grado appena pescato è quello per cui sono famosi. Le erbe di montagna raccolte a mano anche non scherzano. Ai piedi del leggendario Sassolungo sugli sci d’inverno o con le scarpe da trekking in estate è uno dei posti che vale una fermata.

Rifugio Emilio Comici @Norma Judith Pagiotti

Rifugio Emilio Comici
Plan de Gralba, 24 – Selva di Val Gardena (Bz)

Rifugio Toni Demetz
Il rifugio Toni Demetz, situato nel cuore delle Dolomiti, esattamente in cima alla Forcella del Sassolungo, si offre agli occhi dei visitatori magicamente incastonato tra il Sassolungo stesso e le Cinque Dita. Ci troviamo al centro di un’antica barriera corallina, attraverso la quale circa duecentoventi milioni di anni fa scorreva il mare di Tethys.

Il Demetz rappresenta il punto ideale da dove partire per effettuare numerosi itinerari, arrampicate, percorrere suggestivi sentieri o semplicemente fare una piacevolissima sosta che consente di godere, da una terrazza panoramica, una vista di incomparabile fascino sulla scenografia mozzafiato delle cime patrimonio mondiale dell’Unesco.

Nel 1954 la guida alpina Giovanni Demetz volle costruire proprio qui un rifugio, una possibilità di proteggersi dalle intemperie, un posto in cui ristorarsi e da dove poter ammirare il paesaggio circostante. Enrico, il figlio di Giovanni, ancora oggi, insieme alla propria famiglia, gestisce con immutata passione e dedizione il rifugio Toni Demetz. Il ristorante e il bar offrono i piatti tipici della cucina tradizionale tirolese e casalinga, deliziosi e freschi dolci rigorosamente fatti in casa, anche senza glutine e/o lattosio.

Rifugio Toni Demetz
Forcella Sassolungo, Selva di Val Gardena (Bz)

Ristorante Seceda, Stazione a monte
Zuppa di goulasch fatta in casa, tagliatelle al ragù di cervo, costine di maiale con patate arrosto, kaiserschmarren con marmellata di mirtilli rossi, torta Linzer, strudel di mele. Tutto fatto in casa. Vi è già venuta fame?  Il ristorante alla stazione a monte del Seceda, a 2.500 metri sopra il livello del mare, serve questo e molto altro ed è il più alto della Val Gardena, con una terrazza panoramica unica tra Ortisei e Santa Cristina. Inoltre, si possono ammirare le quasi terrificanti cime del Fermeda, il Sass Rigais e il Gruppo dello Stevia. Ultimo ma non ultimo si può vedere il vasto altopiano dell’Alpe di Siusi con il suo imponente Sciliar e persino Castelrotto.

Ristorante Seceda – Stazione a monte
Streda Mastlè, 65 – Santa Cristina Valgardena (Bz)

Rifugio Puez
Sull’altopiano del gruppo delle Dolomiti del Puez, a un’altezza di 2.475 metri, si erge il rifugio Puez, uno tra i rifugi più noti dell’Alto Adige. Attorniato dalle guglie rocciose delle Dolomiti che formano il Parco Naturale Puez-Odle, il rifugio Puez è da oltre cento anni una meta amata dagli escursionisti di alta quota. Il rifugio Puez si raggiunge solo a piedi. Ma ne vale la pena. Una volta arrivati, si viene accolti da un’atmosfera stregata, un luogo immerso nel silenzio assoluto di cui anima e corpo ne hanno oggi bisogno più che mai. Specialmente durante le ore serali, quando la solitudine delle vette si ripresenta e gli escursionisti si apprestano a fare ritorno a valle, la pace è proprio totale.

Rifugio Puez, @Norma Judith Pagiotti

Il rifugio Puez si impone come destinazione anche per gli appassionati di cucina. Tutte le pietanze, fresche di giornata vengono preparate con particolare attenzione all’origine regionale dei prodotti. Il menu offre sia piatti tipici della zona come svariati tipi di canederli o lo strudel di mele, che piatti della tradizione regionale, come la polenta, e della cucina mediterranea come la pasta in molte sue variazioni.

Rifugio Puez
Gruppo del Puez, Selva di Val Gardena (Bz)

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter