Donne, design e vinoC’era una volta l’annata 2015

Alla scoperta di uno dei millesimati più attesi nel mondo degli Champagne francesi, oltre lo stereotipo contemporaneo

L’idea che ci sia un codice prestabilito nell’utilizzo di determinati vini e di conseguenza, una regola su che cosa abbinare e dove, è una forma mentis che ci stiamo sempre più lasciando alle spalle.  Se fino a qualche anno fa aprire una bottiglia di rosé in sostituzione di un bianco o persino di un rosso non era pratica poi così comune, sempre più professionisti scelgono produzioni rosate per accompagnare menu degustazione, aperitivi o dolciumi. Addirittura, ci sono bottiglie che nascono uniche e diverse proprio grazie a questa specificità, restando impresse nella nostra memoria gustativa.

La storia de La Grande Dame non è solo quella di un grande vino. Partendo dalla nascita  del primo champagne Rosé per assemblaggio nella storia della vinificazione,  nel1818, quando in modo totalmente libero e pioneristico Madame Clicquot – fondatrice dell’omonima Maison ­– tentò un assemblaggio costituito per il 90% da Pinot Noir, per il 10% da Chardonnay e per il 13% da vino rosso Pinor Noir di Clos Colin, storico appezzamento nei pressi di Bouzy. Quest’anno l’azienda presenta La Grande Dame Rosé 2015, inserendo sul mercato uno dei millesimi più interessanti di sempre.

Il 2015 fu un’annata particolarmente soleggiata e calda, la quale ha portato ad accentuare profondità e carattere del Pinot Noir, la vera firma di questo vino. Didier Mariotti, Chef de Caves della Maison, lo descrive come lo «spirito della verticalità», grazie alla sua grande freschezza e versatilità. Note speziate di pepe, noce moscata, chiodi di garofano si intrecciano con gli aromi di frutti rossi e floreali in omaggio alla personalità di Madame Clicquot. E a proposito di tonalità di rosa e intensità di colore, è bene ricordare che questa Cuvée ha rappresentato – e continua a farlo – lo spirito di innovazione e la visione d’avanguardia della sua founder. Mentre il rosa delle altre etichette era un rosé de teinte, ottenuto da un’infusione di vino bianco, sambuco e uva nera, Madame volle creare qualcosa di più incisivo e più brillante.

L’eccezionale intuito di Madame Clicquot la portò a riconoscere che i vini rossi del Clos Colin – uno dei vigneti più vecchi della Maison, acquistato nel 1741 – erano la base ideale per la creazione degli champagne Rosé per assemblaggio. Da qui nacque l’idea di unire il suo vino rosso di Bouzy ai vini bianchi. Il risultato fu una vera rivelazione. Questo blend arricchì il Millesimato e segnò la creazione della tecnica dello champagne Rosé per assemblaggio.

I pendii soleggiati e la particolare natura sabbiosa e silicea del suolo (diversa dal terroir prevalentemente calcareo che si trova nelle altre zone della Champagne) garantiscono un eccellente drenaggio. Le viti rivelano resilienza e adattamento alle condizioni secche e producono uve di eccellente qualità, caratterizzate da tannini finemente strutturati. L’eccezionale terroir di Clos Colin svolge un ruolo determinante nello sviluppo dei vini rossi che non a caso contribuiscono alla corposità e alla finezza de La Grande Dame Rosé. Con oltre sette anni di affinamento, questo vino racchiude il potenziale per un invecchiamento che supera di gran lunga i quindici anni.

Questa eccezionale Cuvée costituisce un’espressione unica del savoir-faire enologico di Veuve Clicquot. Per questa occasione, si è scelto di accendere un nuovo capitolo della collaborazione (ormai solida) con l’artista Paola Paronetto alla quale, per la prima volta nella storia, è stato affidato il design del coffret de La Grande Dame Rosé. Maestra del colore e della luce, Paronetto ha scelto (tra le 97 tonalità̀ della sua palette) la tinta pesca chiaro: un vivace rosa chiaro che esprime la freschezza e la profondità della Cuvée.

Il nuovo coffret rosa si unisce all’attuale collezione La Grande Dame 2015, continuando a diffondere nel mondo il messaggio di ottimismo e innovazione portato avanti dall’azienda. Anche in questo caso, l’attenzione verso la sostenibilità è massima tanto che il cofanetto è realizzato per il 60% di canapa e un 20% da cotone e fibra cellulosa certificata.

Un oggetto che vive di vita propria anche dopo aver goduto della freschezza e della profondità di un grande Champagne, allungandone il ricordo e l’esperienza.

Courtesy immagini Veuve Clicquot

 

 

 

 

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