«Nessuno stato può efficacemente governare da solo le sfide di questo tempo e per questo l’Italia è una convinta sostenitrice del multilateralismo e delle Nazioni Unite». Partecipando alla 79esima sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito pubblicamente il sostegno dell’Italia al multilateralismo e alle Nazioni Unite, dicendo di essere d’accordo su una riforma dell’Onu purché «sia fatta per tutti e non per alcuni».
Meloni ha parlato «dell’inaccettabile guerra di aggressione russa» nei confronti dell’Ucraina. Ha usato parole nette e inequivocabili. «In uno scenario così complesso come quello attuale», ha detto ancora al Palazzo di vetro di New York, «non abbiamo altra scelta che agire. Viviamo un tempo di crisi ma le crisi nascondono sempre anche un’opportunità. La parola crisi deriva dal greco e significa scelta, decisione. Le crisi costringono a mettersi in discussione, non consentono di tentennare».
Non si capisce però, alla luce di questa posizione così decisa a favore dell’Ucraina, perché la settimana scorsa, durante la sessione Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo i deputati di Fratelli d’Italia abbiano votato in massa – con due sole eccezioni – contro il paragrafo 8 della risoluzione sugli aiuti a Kyjiv. Il paragrafo 8 era quello relativo all’impiego delle armi ucraine in territorio russo. E l’Italia si è di fatto unita a un “fronte est europeo” di Paesi contrari – con Ungheria, Grecia, Cipro, Austria, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Malta – mentre i grandi Paesi d’Europa, Germania, Francia e Spagna in testa, hanno sostanzialmente votato a favore.
Meloni ha parlato ieri anche in un’altra sede: ha ritirato il Global Citizen Award 2024 dell’Atlantic Council, ritirando il premio da Elon Musk. E anche da lì ha usato altre parole fortemente atlantiste. «Difenderemo i nostri valori contro i regimi autoritari», ha detto. «C’è una narrazione che i regimi autoritari si prendono molto cura dei loro cittadini. Riguarda l’idea dell’inevitabile declino dell’Occidente, l’idea che le democrazie non riescano a mantenere le promesse. Un esercito di troll e bot stranieri e maligni è impegnato a manipolare la realtà e a sfruttare le nostre contraddizioni. Ma ai fan di regimi autoritari, lasciatemi dire molto chiaramente che difenderemo i nostri valori».
Tutto giusto, in linea con la linea atlantista mostrata più o meno fin dall’inizio del suo mandato. Peccato che però puntualmente emergano i soliti cortocircuiti – che sarebbero tipiche di questa destra, ma a quanto pare sono parte anche del Partito democratico – che danno man forte all’azione criminale di Vladimir Putin. La premier troppo spesso contraddice la posizione filo-Ucraina seguita dall’Occidente libero e democratico. Di fatto, Fratelli d’Italia ha iniziato a fare marcia indietro in alcuni momenti chiave, soprattutto con voti parlamentari e europarlamentari con cui, in buona sostanza, ha chiesto agli ucraini di difendersi con le braccia legate dietro la schiena. «Meloni e i suoi ministri lo fanno un po’ perché si aspettano una vittoria di Donald Trump a novembre in America, e quindi un cambio di rotta verso la resa alla Russia, un po’ perché per tradizione e cultura non sono così distanti dai valori patriottici, nazionalisti e sovranisti dello zar del Cremlino», ha scritto il direttore Christian Rocca nel suo editoriale la settimana scorsa, dopo il voto di Strasburgo.
Intanto oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe assistere a una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Ieri ha sottolineato come il “Piano per la vittoria”, annunciato in questi giorni, potrebbe avere un ampio impatto sulla Russia, anche psicologico, se sostenuto dall’Occidente. Speriamo solo che i rappresentanti dell’Italia, a partire dalla presidente del Consiglio, non si dimentichino da che parte stare.