Il percorso accademico di Rosenberg, tanto affascinante quanto inusuale, inizia nell’ambito artistico per poi virare verso le neuroscienze, culminando in una laurea magistrale in questa disciplina. Questo passaggio, apparentemente anomalo, si rivela invece una scelta coerente con il suo profondo interesse per la cognizione e la coscienza umana. L’arte diventa per lui un linguaggio attraverso cui esplorare e rappresentare la formazione delle idee e delle percezioni nel cervello, fondendo così scienza e creatività in un approccio che si riflette chiaramente nelle sue opere, spesso caratterizzate da un’estetica che richiama l’anatomia e le immagini di risonanza magnetica analizzate durante i suoi studi.
L’esperienza personale, segnata da eventi traumatici, è la linfa vitale della sua ispirazione e il fulcro della sua indagine artistica. Un episodio particolarmente significativo è la perdita di un membro della famiglia a causa di un tumore al cervello durante l’adolescenza, un evento che ha lasciato un’impronta indelebile nella sua produzione. Questo trauma si riflette in opere come On Solid Ground, un’installazione del 2021 esposta a Londra al The Bomb Factory. Qui, Rosenberg sfida lo spettatore a confrontarsi con una realtà instabile e disorientante, evocando sensazioni di disagio e inquietudine che rispecchiano il suo vissuto personale.
Shock e stupore: il lato giocoso e caustico dell’arte di Rosenberg
Uno degli aspetti più affascinanti del lavoro dell’artista inglese è il suo approccio giocoso ma al contempo caustico, capace di suscitare nello spettatore sia stupore che shock. Le sue opere chiedono implicitamente di essere accettate e comprese, riflettendo un bisogno profondo dell’artista di conferma e riconoscimento. Questo tratto si ritrova in molti dei suoi lavori, dove la combinazione di materiali e immagini è studiata per evocare ricordi sensoriali e sensazioni profonde. Nonostante Rosenberg dichiari di non avere un obiettivo specifico quando crea un’opera, il risultato finale è spesso un’esperienza che colpisce emotivamente lo spettatore, sfidando le sue aspettative e le sue percezioni.
Sessualità e religione: temi latenti nell’opera di Rosenberg
Pur essendo cresciuto in una famiglia profondamente religiosa, Rosenberg evita di affrontare direttamente temi come sesso e religione nella sua arte. Tuttavia, la sua educazione repressiva e la successiva ribellione contro tali insegnamenti influenzano inevitabilmente la sua visione del mondo e, di conseguenza, la sua produzione artistica. Più che il sesso in sé, è la sessualità a emergere nei suoi lavori, come uno degli elementi chiave della sua psicologia e della sua esplorazione della coscienza umana.
Un’ossessione per il corpo umano
Il corpo umano è al centro dell’opera di Rosenberg, forse perché rappresenta il fulcro di tutta l’esperienza umana. Attraverso la sua arte, l’artista esplora la relazione complessa tra mente e corpo, una questione che lo ha avvicinato alle neuroscienze. Le sue opere spesso presentano corpi che si deformano, si allungano e si contorcono, seguendo una logica quasi da cartone animato, come suggerisce lo stesso artista. Questa distorsione del corpo richiama l’influenza dei cartoni animati più che di artisti come Roy Lichtenstein, con cui è stato talvolta paragonato.
Rosenberg mostra una particolare attenzione peri colori e i materiali che utilizza nelle sue opere. Predilige colori che sembrano intrinseci ai materiali stessi, come il rosso mattone o il grigio cemento, oppure tonalità che richiamano gli interni del corpo umano. Il nero è utilizzato raramente, ma quando appare è sempre giustificato dalla logica del singolo pezzo. Questa scelta cromatica contribuisce a creare un’interazione tra materiali naturali e sintetici, rafforzando il carattere distintivo delle sue opere.