Ogni anno circa 3,7 milioni di persone in Africa muoiono a causa dell‘inquinamento domestico da cottura tradizionale, spesso realizzata con combustibili come legna, carbone o kerosene, emettendo grandi quantità di fumi tossici che causano gravi problemi di salute. Per questo nelle aree meno avvantaggiate del mondo è necessario implementare il clean cooking: l‘uso di tecnologie di cottura più efficienti che riducono le emissioni di inquinanti nocivi, migliorano la qualità dell‘aria e proteggono l‘ambiente.
Nel ventaglio dei progetti concreti per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, Eni si è impegnata a garantire l‘accesso a sistemi di cottura migliorati, certificati secondo gli standard della Clean Cooking Alliance, a oltre dieci milioni di persone in Africa sub-sahariana entro il 2027, con l‘obiettivo di raddoppiarne il numero entro il 2030. I nuovi fornelli, grazie alla loro maggiore efficienza, riducono il consumo di combustibili e permettono a Eni di ottenere crediti di carbonio, utili per compensare le emissioni residue della propria attività.
Per Emanuele Banfi, responsabile della gestione carbon credit di Eni «il clean cooking è stato per tanto tempo un tema sottovalutato, anche se al mondo ogni anno muoiono quasi quattro milioni di persone, per le conseguenze legate a metodi di cottura tradizionali. Oltre un miliardo di persone in Africa cuociono ancora tutti i giorni il cibo su quelli che vengono chiamati fornelli a tre pietre con fuoco libero che ovviamente produce molto inquinamento nelle case e intossica le famiglie».
Per sensibilizzare il grande pubblico su questo tema cruciale ma poco conosciuto, Eni ha organizzato una suggestiva mostra al museo MAXXI di Roma dal titolo “FE&L Food Energy & Life”. Tramite il racconto fotografico di Gabriele Galimberti e le proiezioni video immersive, l‘esposizione offre uno spaccato della vita quotidiana in Mozambico e Angola, due dei paesi dove Eni sta implementando il programma “Eni for Clean Cooking”. Questo progetto si propone di fornire soluzioni sostenibili e sicure per la cottura alle comunità locali, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita e alla riduzione delle emissioni nocive.
«Sono davvero entusiasta per ciò che stiamo facendo con Eni che abbraccia gli impatti sulla salute, senza concentrarsi esclusivamente sull‘energia», ha spiegato Dymphna van der Lans, Ceo di Clean Cooking Alliance. «Un elemento da ricordare – ha detto van der Lans – è che la mancanza di accesso al clean cooking a livello globale ogni anno contribuisce al cambiamento climatico. La CO2 emessa nel settore equivale a quella dell‘industria aeronautica globale. Ma il costo da affrontare per l‘aviazione è circa cento volte maggiore rispetto a quello necessario al clean cooking dove i vantaggi sono immediati e più facili da ottenere» rispetto all‘aviazione.
Food Energy LifeIn un‘ottica di lungo termine, il progetto di Eni evolverà ulteriormente. Dal 2025, le famiglie passeranno dai fornelli migliorati a quelli avanzati, a induzione nelle aree urbane, mentre nelle aree rurali si prevede l‘introduzione di dispositivi che utilizzano la pirolisi dei residui agricoli, in un‘ottica di economia circolare.
L‘esposizione al MAXXI non si limita a raccontare un progetto tecnologico, ma offre una riflessione più ampia su come l‘accesso all‘energia più pulita possa contribuire alla sicurezza alimentare, alla salute e all‘empowerment femminile delle popolazioni locali. Con il coinvolgimento diretto delle comunità, Eni promuove un cambiamento culturale verso pratiche culinarie più sostenibili, in armonia con le politiche sanitarie internazionali, mettendo al centro l‘importanza del benessere collettivo.