Arrivando al Six Senses Crans-Montana, è impossibile non rimanere colpiti dalla bellezza delle Alpi svizzere che circondano la vallata. L’aria frizzante di montagna, l’odore di pini e il silenzio ovattato che solo lo scricchiolio della neve può interrompere, fanno da cornice a un hotel che ha cercato di mimetizzarsi più che di imporsi a sua maestà “la montagna”.
Da subito, si percepisce che qui, la sostenibilità non è solo uno slogan, ma un vero e proprio stile di vita, perfettamente integrato con il comfort e l’eleganza che ci si aspetta da una destinazione stellata. Qui tra alpeggi, agricoltura, vigneti, e il ghiacciaio che sovrasta le vette, il tempo è sempre stato scandito dalle attività che si spostano in verticale sulla montagna. E così accade ancora oggi al Six Senses Crans Montana. I ritmi di città vanno lasciati fuori alla porta, anzi ai piedi della funivia che ci ha portato a destinazione e il tasto pause va premuto fino a che non ci si sente rigenerati.
Al mio arrivo, in una luminosa mattina d’autunno, il sole si rifletteva sul prato creando un paesaggio scintillante che si estendeva dal Matterhorn fino al Monte Bianco. Ad accogliermi, un team sorridente che mi ha immediatamente trasmesso la filosofia del luogo: relax sì, ma con una coscienza ambientale profonda. Prima ancora di varcare la soglia, già sapevo che questo sarebbe stato un soggiorno diverso, non solo per il comfort, ma per l’esperienza immersiva nella natura.
Appena entrata, sono stato colpita dal profumo che si diffonde naturalmente negli spazi. Legno di larice e pietra locale si fondono in un design che richiama i classici chalet svizzeri, ma con un tocco diverso, che ti fa sentire a casa. Le ampie vetrate portano letteralmente la montagna dentro, tanto che ti sembra di essere sospeso tra il bosco e il cielo azzurro. Ma la vera sorpresa arriva quando mi spiegano come l’hotel è stato costruito e gestito: riscaldato grazie a un innovativo sistema a pellet di segatura, che riutilizza gli scarti di legno, mentre il calore prodotto dalle cucine e dalla spa viene recuperato e riutilizzato. Ogni dettaglio, anche quello apparentemente più banale, è stato pensato per ridurre l’impatto ambientale. E tutto questo senza mai sacrificare il comfort.
La mia stanza, come tutto l’hotel, è un tributo alla natura circostante. La grande vetrata che domina l’intera parete lascia entrare una luce calda e accogliente, mentre il legno e la pietra naturale creano un ambiente intimo e rilassante. E poi c’è il bagno: una doccia in pietra, che riflette iridescenze minerali, regala una sensazione di benessere profondo, come se fossi immerso nelle viscere della montagna stessa. Non manca una selezione di cuscini per scegliere quello più adatto al proprio riposo e un kit che su richiesta monitora il sonno tramite app per portarsi a casa anche un piccolo check-up sull’andamento e la qualità del dolce dormire montano.
Ma è visitando l’Earth Lab che comprendo appieno l’anima sostenibile del Six Senses Crans-Montana. Qui, gli ospiti vengono invitati a partecipare a laboratori che sembrano giochi, ma che nascondono un messaggio profondo. In uno di questi, ho imparato a fare candele profumate usando olio da cucina esausto: un’attività semplice, quasi meditativa, che però ti fa riflettere sul concetto di riuso e sulla quantità di risorse che ogni giorno sprechiamo senza pensarci. E non si tratta solo di candele.
In un altro laboratorio, si possono creare piccole sfere di argilla e terra piene di semi di fiori selvatici, pronte per essere lanciate nella natura e contribuire alla rinaturalizzazione dell’ambiente. ma le curiosità non finiscono in un paio di seminari o workshop, tutto è permeato dalla filosofia zero-waste. Ad esempio, non sapevo che è possibile far crescere dei semi dalla carta. La carta piantabile è infatti un tipo di carta ecologica biodegradabile realizzata con materiali di recupero (nessun albero viene abbattuto per produrla!) e contenente semi. Quando la carta viene piantata in un vaso di terra, i semi germogliano e la carta si decompone. Tutto ciò che rimane sono fiori, erbe aromatiche o verdure, senza alcun residuo o spreco.
La sostenibilità, qui, non è mai imposta o forzata. È un invito, una proposta, che si inserisce naturalmente nella vita quotidiana degli ospiti. Anche la gestione dell’acqua, ad esempio, non è casuale: l’hotel utilizza un sistema di filtrazione della piscina che impiega raggi UV e carboni attivi, riducendo l’uso di prodotti chimici fino al cinquanta per cento. Un dettaglio invisibile per chi si immerge nell’acqua calda della piscina interna, magari guardando la neve che cade fuori, ma che fa la differenza per chi ha a cuore l’ambiente.
La valle di Crans-Montana, con la sua storia centenaria, offre infinite possibilità di scoperta, e ogni giorno è una nuova avventura. Ovviamente, lo sci è una delle attrazioni principali. I centoquaranta chilometri di piste sono il sogno di ogni sciatore, e il Six Senses offre un servizio di ski concierge che ti permette di non preoccuparti di nulla: gli sci vengono preparati, gli scarponi asciugati, e tu non devi fare altro che goderti la discesa. Per chi ama il freeride fuori pista, tra neve fresca e boschi silenziosi, la cosa migliore è prenotare poi una sessione di stretching profondo nella Stretch Pod. I muscoli, provati dalla fatica, vengono allungati con movimenti precisi, macchinari molto avanzati che permettono un recupero del corpo veloce e sicuro.
Per chi, invece, preferisce attività più rilassanti, non si può non fare un passaggio alla spa di duemila metri quadrati. Ci sono molti massaggi che si possono scegliere ma la cosa migliore è chiedere un consulto per un trattamento mirato a base di prodotti locali del Dr. Burgener, un marchio svizzero che utilizza ingredienti naturali e sostenibili. Il massaggio decontratturante (ne avevo bisogno!) che ho provato è stato un viaggio attraverso sensazioni di relax profondo, come se le tensioni accumulate si sciogliessero con il tocco esperto del terapeuta.
Per finire il percorso benessere si può scegliere tra diverse tipologia di sauna, bagno turco, c’è anche tutto il necessario per chi volesse provare il Biohacking – un insieme di strumenti e pratiche ad alto tasso tecnologico per affinare il lavoro muscolare, massimizzare gli effetti del workout e aiutare il corpo a riprendersi rapidamente da sforzi, jet-lag e camminate infinite –, o una sessione di meditazione guidata e sound healing con campane tibetane e molto altro, ma qui meglio non svelare la magia. Il viaggio va provato…
E poi, c’è l’esperienza culinaria. La sera, al Byakko, il ristorante giapponese dell’hotel, è interessante lasciarsi guidare dai piatti suggeriti dallo chef come l’hoba miso, un piatto tradizionale giapponese servito su foglie di magnolia. Anche nel ristorante Wild Cabin, dove la cucina svizzera è rivisitata con un tocco più leggero, ogni piatto è preparato con ingredienti locali, freschi e di stagione. Un tributo alla ricchezza del Valais.
Non manca, infine, un tocco di dolcezza: ogni Six Senses infatti ha una mascotte speciale: qui a farla da padrona è Charlotte, la Marmotta, un pupazzo morbidissimo il cui ricavato va a sostenere progetti locali di sostenibilità, come l’iniziativa Wolves & Cows, che cerca di preservare sia i lupi che il bestiame al pascolo attraverso l’uso di sistemi di luci e suoni.