L’esordio di Mattia Pastori nel mondo del beverage inizia al Pozzo American Bar di Pavia. Nel corso degli anni, poi, andrà alla scoperta delle tendenze più innovative del settore trasferendosi in Inghilterra, fino a consacrare il suo lavoro nei più prestigiosi hotel del mondo, come il Park Hyatt, il Mandarin Oriental e l’Armani Hotel di Milano. «Lavorare per gli hotel di lusso mi ha trasmesso l’importanza dei dettagli e della capacità di creare un legame unico con ogni cliente», confida Pastori. Oggi, alla luce di venticinque anni di carriera, viene considerato un punto di riferimento della mixology italiana.
«Per me, il bartending è sempre stato qualcosa di più di un semplice lavoro. È un modo per connettermi con le persone, per creare momenti unici. La preparazione di un drink è solo una piccola parte di quello che facciamo dietro il bancone: la vera magia avviene nell’interazione con il cliente», confida l’autore. Da questa grande passione per la mixology, infatti, Mattia Pastori – classe 1984 – coglie la vera importanza del contatto umano per poter svolgere il mestiere di bartender, e per questo fonda nel 2019 “Nonsolococktails”.
Si tratta della prima agenzia italiana di servizi integrati nel mondo del beverage che fornisce consulenza strategica per importanti brand. Non solo: Mattia Pastori veste anche i panni di coach per gli appassionati del settore, trasmettendo loro le conoscenze e le tecniche necessarie per distinguersi, e per esplorare in profondità la componente umana del mestiere, sviluppando una visione più ampia sulla professione. «Un bartender non deve limitarsi a eseguire ricette perfette: deve saper trasformare ogni momento dietro al bancone in un’occasione per creare un’esperienza autentica e condivisa» afferma l’autore, sottolineando come attraverso il suo approccio riesca a trasformare ogni drink in un’esperienza studiata su misura, unendo tecnica e ospitalità.
La lunga gavetta, inoltre, ha permesso a Pastori di raccogliere tutti i segreti del mestiere e trasmetterli agli appassionati della mixology, attraverso un racconto che intreccia vita personale e professionale. Nel libro “Il figlio del bar”, pubblicato il 25 ottobre, l’autore propone quaranta ricette inedite, tradizionali, e sperimentali che nel 2013 hanno permesso al bartender di Pavia di ricevere il titolo di “Best Italian Bartender” alla Diageo World Class. Di seguito, abbiamo selezionato le preparazioni più significative contenute nel volume.
ll Negroni del Professore
Un’altra variante originale è il Negroni del Professore, dove il concetto di affumicatura diventa il fulcro della creazione. Questo cocktail prende vita attraverso una tecnica che aggiunge al Negroni una dimensione inaspettata: il fumo, che avvolge e trasforma ogni sorso in un’esperienza sensoriale unica. “L’affumicatura conferisce al drink una profondità inaspettata, e diventa il racconto stesso del cocktail” spiega, evidenziando come ogni sua creazione sia costruita intorno a un ingrediente o una tecnica specifica, dando vita a un racconto nel bicchiere.
La ricetta:
– 3 cl Vermouth Rosso
– 3 cl Bitter
– 3 cl Rye Whisky
Il cocktail viene preparato direttamente nel bicchiere, una volta finalizzato e servito in un tumbler basso con un cubo di ghiaccio, il drink viene messo sotto una campana di vetro e viene affumicato con il fumo di caffè tostato. Subito dopo è pronto per essere servito.
Il Martini di Milano
Accanto ai grandi classici, non manca di proporre varianti sorprendenti. Un esempio è il Martini di Milano, una rivisitazione del classico Martini, pensata per celebrare la cultura del bere milanese. La scelta di reinterpretare un classico risponde alla crescente tendenza di rivedere le ricette, non solo per soddisfare la creatività, ma anche per motivi di marketing: un nome noto rende più facile comunicare l’esperienza al cliente, rendendo il drink immediatamente riconoscibile pur mantenendo un elemento distintivo.
La ricetta:
– 6 cl London Dry Gin
– 0,5 cl Vermouth
– qualche goccia di bitter di Milano ridotto e zafferano in polvere
Per il bitter farlo bollire fino a ridurlo del cinquanta percento, aggiungere per duecento millilitri di bitter ridotto una bustina di zafferano Tre Cuochi, in un mixinglass aggiungere abbondante ghiaccio e versare il vermouth dry, fare colare le gocce di bitter e completare con il gin. Mescolare per diluire e raffreddare, infine servire in coppa da cocktail ghiacciata, meglio se di metallo.
The Gentleman
Tra le sue creazioni signature spicca anche “The Gentleman”, il cocktail che nel 2013 gli ha permesso di ottenere il titolo di “Best Italian Bartender” alla Diageo World Class, uno dei riconoscimenti più ambiti nel mondo della mixology. Con soli quattro ingredienti questo drink si distingue non solo per l’armonia dei sapori, ma anche per la spettacolarità della sua presentazione. Utilizzando la tecnica della gasatura con sifone, si ottiene un effetto scenografico che rende ogni preparazione un piccolo spettacolo, dove la gestualità diventa parte integrante dell’esperienza.
La ricetta:
– 3 cl Vodka
– 2 cl Vino Chiaretto del lago di Garda
– 2 cl Sciroppo di zucchero
– 3 cl Succo di Pompelmo rosa filtrato
Versare tutti gli ingredienti in un sifone da panna, e con le ricariche di CO2 gasare la miscela. Versare il tutto in un calice Franciacorta e guarnire a piacere con una mora e petali di rosa canditi. Sullo stelo del bicchiere posizionare il papillon nero e su un vassoio sempre nero adagiare il tessuto rosso (il Red Carpet). Accompagnare il cocktail con petali di rosa canditi essiccati per quarantotto ore ottenuti spennellando rose non trattate con albume e passandoli nello zucchero.