Il ministero del Consumo spagnolo ha comminato una pesante multa alle compagnie low cost (Ryanair, Vueling, Easyjet, Volotea e Norwegian Airlines) per pratiche commerciali scorrette. L’accusa è quella di “scomporre” il prezzo del biglietto con supplementi per ulteriore bagaglio, selezione del posto, eccetera, con «omissioni truffaldine e assenza di chiarezza». Il governo iberico paladino dei consumatori, dunque? Non proprio. La sanzione (il cui valore complessivo è centosettantanove milioni di euro) rischia di creare un grave danno al settore passeggeri e costare caro ai viaggiatori.
Le compagnie aeree sempre di più fanno unbundling (cioè la scomposizione dei servizi offerti, quindi anche dei prezzi) dei diversi prodotti che offrono. È questo il caso dell’acquisto dei posti a bordo, del bagaglio e di tanti altri servizi. Che sono, appunto, servizi diversi, che alcuni possono riunire convenzionalmente sotto l’etichetta di “biglietto aereo” e altri no. Storicamente, le low cost sono state maestre in questa segmentazione dei prodotti necessari per ogni singolo passeggero, che paga solo per ciò di cui avverte il bisogno e non per altri servizi. Ciò ha stimolato una concorrenza vivace e concorso all’abbassamento dei prezzi.
Il governo spagnolo ha deciso che alcuni servizi, quali ad esempio il bagaglio a bordo, non può più essere fatto pagare come servizio ancillare.
Nel momento in cui si penalizza l’unbundling dei servizi ancillari, si spingono le aziende a tornare a un modello di pricing più tradizionale: che significa che i passeggeri che non vogliono un determinato servizio pagheranno (occultamente) parte del servizio anche ai passeggeri che ne usufruiscono.
Le compagnie hanno già fatto ricorso contro la sanzione amministrativa. Dall’esito, può dipendere l’assetto di un mercato i cui confini vanno ben oltre la Spagna.
È preoccupante che anche questa multa si inserisca nel solco di una serie di decisioni che si muovono contro una delle più straordinarie acquisizioni del benessere europeo: il turismo per tutti. Pensiamo solo all’entusiasmo che riscontrano proposte come aumentare la tassa di soggiorno o immaginare l’accesso a numero chiuso alle città d’arte. Dopo anni nei quali le persone di ogni ceto hanno potuto viaggiare e imparare ad apprezzare le bellezze e la cultura del continente, oggi prevale un atteggiamento elitario. Cosa vanno a fare, tutti questi ignorantoni, in musei dove si fermano pochi secondi innanzi a capolavori senza tempo? L’idea che ciascuno possa, a suo modo, apprezzare la bellezza e la cultura è passata di moda.
A ciò si aggiunge l’imperativo ecologico. Chi prende un aereo senza bagaglio, sembra pensare il governo spagnolo, evidentemente si ferma una notte o poco più. Che faccia la sua riunione via Zoom, senza generare emissioni di CO2.
La liberalizzazione del trasporto aereo europeo ha portato a un’innovazione continua e ha portato negli anni a un autentico crollo dei prezzi e al contempo a un fortissimo incremento del numero di passeggeri. In Italia, per esempio, tra il 1997 e il 2024, il numero dei passeggeri è cresciuto da cinquantatré a centottanta milioni.
Un trionfo di ieri, la democratizzazione del trasporto aereo, oggi è diventato un pericolo da arginare. I socialisti spagnoli (e non solo) dovrebbero almeno dire a chiare lettere qual è il mondo nel quale ci vogliono riportare. Un mondo dove a poter volare sono solo i ricchi.