Oggi chi non conosce i vini dell’Etna fa una pessima figura, ma c’è stato un periodo storico, non così lontano, in cui solo in pochi e visionari investivano su questo territorio e decidevano che qui avrebbero costruito la propria impresa, su queste alture scoscese e su questo terreno impervio che voleva dire fatica, impegno, incertezza. Ma nel tempo ci sono state delle persone che ci hanno creduto comunque, e sono oggi gli artefici del grande successo del territorio e della sua grande fama attuale. Quando si pronuncia il nome di Silvia Maestrelli, nel mondo del vino, gli occhi diventano umidi e il pensiero corre a quella tavolozza di terroir tra i muretti a secco e il mare cobalto sullo sfondo che circoscrive la sagoma della Doc Etna e che, come una mezzaluna, interessa i tre versanti.
L’enologa e produttrice decise nel 2007 di fermarsi, insieme al marito e socio Roberto Silva, a Rovittello, sul versante nord – dove oggi troviamo il cuore pulsante di Tenuta di Fessina – e, dopo lunghe e articolate trattative con gli antichi e numerosi proprietari della terra, diede vita al suo progetto enologico sui versanti del vulcano attivo più alto d’Europa. Da subito le è chiaro che da quella terra si sarebbero potuti ottenere vini straordinari; minerali ed eleganti, da uve che crescono sulle colate dove coesistono sole e neve, lava infuocata e vento. Dopo la prematura scomparsa di Silvia, avvenuta nel gennaio del 2022, l’azienda e l’eredità del progetto rimangono in famiglia con Lavinia Silva (figlia di Silvia Maestrelli e Roberto Silva, entrambi scomparsi prematuramente) e Stefano Silva (cugino di Roberto Silva) ai quali si aggiunge Jacopo Maniaci, già amministratore delegato e oggi parte della compagine societaria. I progetti per il futuro sono tanti, come l’acquisto di nuovi vigneti, impianti e nuove tecnologie. Nel 2022 è stato annesso un nuovo vigneto di due ettari di Nerello Mascalese in Contrada Moscamento.
Il progetto Tenuta di Fessina nasce per raccontare altitudini ed esposizioni così diverse tra loro, la particolare giacitura del suolo, quei ceppi di vigneto così antichi e difformi e per la profonda connessione tra gli elementi, raccolti tra due sciare vulcaniche risalenti al 1809 e al 1911.
Oggi, per chi vuole vivere un’esperienza immersiva, è a disposizione Casa Palmento, il wine resort della tenuta, che offre un’esperienza in un Palmento del XVII secolo immerso tra vigneti storici, alle pendici dell’Etna. Un antico angolo di mondo, un nido nascosto tra due sciare indifferenti al tempo che scorre, intangibile nelle sue sfumature. La casa si può prenotare in esclusiva, avendo così a disposizione l’intera corte aziendale, un ampio living con camino, una cucina, sei camere doppie con bagno privato che ruotano attorno all’antico Palmento del XVII secolo. Inclusi nell’esperienza, la colazione gourmet e il wine tasting di benvenuto e il terrazzo privato, con vista sulle vigne.