Infinite variabiliLa ripetizione è la più inaspettata forma di cambiamento

Delle strutture uguali a sé stesse, che si incastrano, si adattano allo spazio e lo reinterpretano. È la formula vincente del sistema USM Haller, che con il suo carattere poliedrico ma stabile resiste allo scorrere del tempo

Listening Room OJAS, showroom USM in New York. Courtesy of USM

Nel 1975 il produttore musicale Brian Eno, padre della musica ambient, e l’artista multimediale Peter Schmidt idearono “Oblique strategies, Over One Hundred Worthwhile Dilemmas”, un mazzo di oltre cento carte di bambù che promuoveva un metodo pensato per musicisti e artisti per superare il blocco creativo, senza offrire soluzioni. Il pensiero laterale stimola risposte creative per affrontare problemi comuni, senza usare la logica tradizionale. Una di queste carte – oggi scaricabili gratuitamente online – recita «Repetition is a form of change».

Courtesy of USM

È proprio il concetto di ripetizione come forma di cambiamento che caratterizza la storia di USM, un prodotto utilizzato nel design d’interni composto da una serie di moduli standardizzati, versatili, dalle linee semplici e pulite, che possono essere assemblate, staccate e riorganizzate in vari modi. Ogni struttura, ampliata o compressa, si adatta alle esigenze dello spazio. Il brevetto dei moduli nasce da USM, un’azienda svizzera nata nel 1885 come ferramenta e officina di lavorazione dei metalli. Il nome è il risultato della fusione e contrazione delle iniziali del fondatore, Ulrich Schärer, alla località dove l’azienda venne fondata, Münsingen.

Nel 1965 apre il nuovo stabilimento USM a Münsingen. Dopo aver ultimato il progetto definitivo per il sistema di arredamento USM Haller utilizzando i giunti a sfera, il brevetto viene registrato. È proprio il  1965 l’anno prescelto dall’azienda per la nascita del sistema USM Haller.

Courtesy of USM

Nei primi decenni del Ventesimo secolo USM si specializza in accessori per infissi, passa poi alle cerniere ornamentali, e al ferramenta di precisione. Nel 1961 Paul Schärer entra nell’azienda di famiglia, con l’idea di renderla più moderna e contemporanea. Per farlo, incarica l’architetto svizzero Fritz Haller di progettare un nuovo stabilimento, e un padiglione dove inserire gli uffici. Haller inizia a ripensare gli spazi partendo dai materiali dell’azienda: l’acciaio, flessibile e adatto ai diversi processi produttivi, facilmente espandibile, e riciclabile. L’idea era quella di introdurre negli spazi di lavoro un arredamento duraturo, adattabile, e tramandabile di generazione in generazione. L’idea piace, anche fuori dall’azienda. Nel 1969 il sistema USM Haller inizia a essere prodotto su scala commerciale, e viene utilizzato per realizzare seicento postazioni di lavoro per la Rotschild Bank di Parigi. Da lì, in poco tempo, si diffonde in tutto il mondo. Nel 1988 USM Haller viene intitolato a opera d’arte, riconosciuto come tale per la sua raffinatezza tecnica e l’alta qualità del design.

Courtesy of USM

L’ascesa del progetto continua fino al 2001, quando viene inserita all’interno della collezione permanente del Museum of modern art (MoMa) di New York. L’aspetto estetico e quello pratico non sono gli unici parametri che catturano il grande pubblico. Nel 2008, USM ottiene la certificazione ambientale Greenguard, che misura l’emissione di circa quattrocento sostanze nocive su un manufatto, e nel 2018 riceve il marchio ambientale Cradle-to-Cradle, “dalla culla alla culla”, un riconoscimento che premia un approccio alla progettazione di sistemi che riescono ad adattare i modelli dell’industria agli ambienti della natura, certifica cioè la conversione dei processi produttivi per opporsi al paradigma Cradle-to death, “dalla culla alla tomba”.

Courtesy of USM

Il classico sistema modulare di USM è sconfinato anche in altri mondi, che non riguardano esclusivamente l’architettura. Il direttore creativo e designer Ben Ganz, per esempio, ha utilizzato i sistemi modulari e li ha reinterpretati in una rivisitazione giocosa del prodotto di USM, realizzando una collezione d’arredamento in edizione limitata ispirata allo spirito di New York, con pezzi dai colori uptown blu, giallo soho, e rosa downtown, dove le strutture del design semplice e modulare si uniscono al carattere eclettico dello stile di vita newyorkese. USM è stata recentemente ospite di Art Basel di Miami Beach, la fiera d’arte moderna e contemporanea che fino all’8 dicembre ha visto esposte oltre venti fiere satellite, per una settimana tra arte e feste, sotto il sole di Miami. La struttura modulare entra anche nella vita quotidiana urbana, e dà la forma a negozi e uffici, come per esempio la boulangerie Ninao Pan, a Taïnan, nell’isola di Taiwan; o la nuova sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Bari, situata all’interno del prestigioso Palazzo Ateneo, edificio di fine Ottocento nel cuore della città.

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