Registi che diventano architettiPalazzo Talìa, la residenza ideale per il flaneur del ventunesimo secolo

La più antica scuola di Roma ospita un luxury hotel progettato dal regista Luca Guadagnino

Il nuovo programma di costruzione e fidelizzazione di un costante turismo di lusso verso la capitale italiana può considerarsi ufficialmente partito. Negli ultimi anni, Roma è stata travolta da un’ondata di strutture dedicate al mondo dell’ospitalità che hanno puntato verso un’esclusività e un’unicità necessari visto il luogo e uno standard di servizi che per certi aspetti persino a Milano si stenta ancora a vedere. Un condensato di intenti, investimenti, persone, professionalità che hanno creduto – continuando a farlo ogni giorno – nelle potenzialità di una città complessa e disordinata come è sempre stata la città eterna. Questo movimento si è materializzato nell’arrivo di grandi gruppi internazionali, il recupero di piazze, edifici, monumenti storici, e una progressiva ri-attualizzazione dell’offerta culturale della città. Senza fermarsi ai nomi più popolari, ci sono di pari passo strutture che, con numeri più contenuti e attenzioni maggiori verso il singolo ospite, stanno ritagliandosi uno spazio importante nel settore.

È il caso di Palazzo Talìa, il nuovo lussuoso hotel 5 stelle, ideato dal gruppo Federici, specializzato in costruzioni e real estate che, nel cuore di Roma, offre 26 tra camere e suite, tutte rigorosamente uniche. L’albergo si sviluppa sul piano terra e sui primi due piani del Collegio del Nazareno. Un’identità presente sin dal grande portone ligneo presso Sant’Andrea delle Fratte, dove l’antica insegna in marmo originale è il passe-partout per una narrazione che si intreccia con quella della Caput Mundi. Si parte dal sedicesimo secolo, quando l’edificio era l’abitazione dell’umanista Angelo Maria Colocci, segretario di papa Leone X, successivamente donato nel Seicento dal Cardinal Michelangelo Tonti, detto “il Nazareno”, a San Giuseppe Calasanzio, fondatore dell’Ordine degli Scolopi. Il Collegio Nazareno, da lui creato, era la scuola da sempre visitata e omaggiata da politici, nobili e papi.

Passata indenne all’occupazione dei francesi con Napoleone e poi all’invasione dei nazisti, dovette arrendersi negli anni Novanta del secolo scorso al calo demografico e al progressivo spopolamento del centro storico. Quell’istituto frequentato da tanti volti noti dello spettacolo, quali Carlo Verdone, Christian De Sica, Dario Argento, chiuse i battenti ospitando una serie di uffici tra cui poi la sede del Partito Democratico, che ancora occupa l’ultimo piano dell’edificio, ma con un‘entrata separata. Poi nel 2021 spazio a un intervento importante di restauro e riqualificazione, su iniziativa della Soprintendenza romana con la famiglia Federici, protagonisti del luxury estate nella capitale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. E sta seducendo una clientela che spazia dagli ospiti internazionali che vi risiedono provenienti per lo più dagli Stati Uniti, Australia e Inghilterra.

Sono sempre più numerosi finalmente anche i romani che scelgono il cocktail bar per gustarsi l’aperitivo mentre lo sguardo si perde tra le grottesche della scuola dello Zuccari o una cena al ristorante Tramae, il cui nome evoca un filo conduttore che collega le tante storie del Palazzo, precedenti e attuali. La cucina riflette le attenzioni del momento dove si guarda con particolare sensibilità alle stagioni, alla provenienza di tutti gli ingredienti e, in questo caso specifico primizie e carni provengono dall’azienda biodinamica di proprietà della sorella dell’ingegner Federici.

Quello che colpisce in Palazzo Talìa, il cui nome non è frutto di una scelta casuale, ma dedicato alla musa dell’accoglienza, oltre che delle arti e dello spettacolo, è l’atmosfera di una rilassata convivialità domestica. Sembra di essere stati invitati in una grande casa nobiliare romana. La monumentalità c’è, specie negli spazi comuni, ma la connessione con i tesori storico-artistici che ci circondano la si respira a ogni angolo. Come ci spiega la proprietà «C’è stato uno studio lungo e attento in merito al progetto di restauro nel tentativo di optare per scelte molto puntuali di colori e arredi, nella decisione di abbassare i soffitti perché lo stesso ospite si rendesse conto di essere in uno spazio autentico e non in un volume creato ex novo. Un altro strato che si appoggia sulla storia millenaria di Roma».

Il lavoro finale emerge nel dialogo fra due visioni. Lo studio del regista Luca Guadagnino si è occupato degli interni di tutti gli spazi comuni, ristorante e bar inclusi. La maestosa moquette creata dall’artista Nigel Peake è un tappeto caratterizzato da un tema floreale, cromaticamente intenso e con le tonalità che identificano l’hotel, dal rosso al vinaccia, passando per il rosa. Questo stesso motivo lo si ritrova lungo la scala monumentale che conduce al piano nobile, dove si aprono altre camere ma soprattutto l’imponente Aula Magna, esaltata da affreschi settecenteschi. Tutte le camere, con eccezione della Terrace Suite all’ultimo piano, sono state progettate a quattro mani da Marianna Lubrano Lavadera dello studio Mia Home Design Gallery e dall’architetto Laura Feroldi dello studio omonimo.

Il team, al femminile, ha voluto per Palazzo Talìa ambienti spaziosi, accoglienti, con oggetti di design tradizionali reinterpretati in chiave contemporanea. Arredi e finiture sono stati spesso progettati ad hoc per l’hotel, come la collezione di piastrelle multicolore per i bagni, i divani rotondi a spicchi rosa e vinaccia, i letti a baldacchino in ferro battuto. Ancora una volta, una Roma che non finisce mai di stupire con la sua Grande Bellezza.

Palazzo Talìa
Largo del Nazareno, 25 – Roma

Courtesy immagini Palazzo Talia, Roma

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