Dies IranA Papa Francesco piacciono un po’ troppo gli ayatollah

Il Pontefice non tralascia occasione per attaccare Israele, che accusa di genocidio e reati contro l’umanità, e per non criticare la teocrazia sciita. E ha nominato cardinale l’arcivescovo di Teheran che durante il rapimento Sala diceva che il regime è «spesso demonizzato»

Papa Francesco mostra di non essersi dimenticato di essere un gesuita e che a suo tempo i gesuiti di Civiltà Cattolica, con i loro veementi articoli, sono stati in primissima fila nell’accusare il capitano Dreyfuss, “l’ebreo”, di aver tradito la Francia. Una pagina oscena della Compagnia. 

Ora, il Papa, in nome di questa tradizione gesuitica, non tralascia un’occasione per attaccare Israele, che accusa, soprattutto con interlocutori musulmani, di genocidio, di mitragliare bambini e di reati contro l’umanità. Non contento, sceglie proprio un alto rappresentante religioso del regime iraniano, regime che massacra i suoi oppositori, che dichiara che Israele «è un cancro che va estirpato dalla faccia della terra», per accusare personalmente e nominalmente il premier di Israele di ogni nefandezza.

Gli ayatollah hanno pubblicamente e calorosamente ringraziato, ringalluzziti. E non è stata questa una scelta casuale e poco meditata. Papa Francesco, che è tanto accusatorio contro Israele quanto assolutorio nei confronti dei massacri compiuti dai regimi dei paesi musulmani – non una sua parola sulle 500.000 vittime di Bashar al Assad – è un grande estimatore della Repubblica Islamica degli ayatollah. Lo ha dimostrato con una scelta passata sotto silenzio, ma indicativa delle sue ottime predisposizioni nei confronti del regime iraniano. Nel 2021 infatti ha nominato Dominique Mathieu arcivescovo di Teheran e Ispahan, piccolissima comunità di 62.000 battezzati, e nel 2024 lo ha addirittura nominato cardinale. Dunque, il riconoscimento di un enorme peso nella Chiesa di quella minuscola comunità.

Ricordiamo che l’arcivescovo di Milano non è stato ordinato cardinale da Papa Francesco. Dunque, nel prossimo conclave, il pontefice sarà votato, tra gli altri, dal cardinale di Teheran, non da quello di Milano

Sbaglia chi pensa che quella sia stata solo una tipica mossa terzomondista di Papa Bergoglio. È stata invece una chiara scelta di apprezzamento nei confronti del regime degli ayatollah, ribadita dalle sue parole esplicite durante il concistoro di assegnazione a Mathieu della mitra e del bastone pastorale: «La Chiesa non è contro il governo iraniano». Parole pesanti alla vigilia dei massacri di migliaia di giovani del movimento “Donna, vita, libertà!”.

Una posizione di connivenza col regime iraniano pienamente condivisa ovviamente dall’arcivescovo Mathieu, il quale pochi giorni fa, nel pieno del rapimento iraniano di Cecilia Sala, ha detto: «L’Iran è un paese con una lunga tradizione spesso demonizzato».

Poco più di un mese fa, a fine novembre, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha denunciato per l’ennesima volta l’atteggiamento antiebraico di Papa Francesco: «Tra le cose poco piacevoli che abbiamo ascoltato, la voce più autorevole (il pontefice) ha detto queste parole: “C’era un’epoca in cui i bambini essendo non ancora uomini davano fastidio agli adulti. Accadeva anche ai tempi di Cristo con i rabbini che mal tolleravano la loro presenza disturbatrice del loro ministero”». 

Una nuova puntata – ha commentato Di Segni – della serie voi ebrei cattivi, noi cristiani buoni”. Poi, il rabbino capo di Roma ha aggiunto, riferendosi all’accusa di genocidio elevata da Papa Francesco a Israele durante la guerra di Gaza, e all’accusa di «mitragliare i bambini»: «Addirittura – con l’accusa di genocidio a Israele – si invertono i ruoli, la vittima diventa carnefice, ma la volontà genocidaria era di chi il 7 ottobre ha attaccato Israele. Non si può criminalizzare un popolo che combatte perché orrori come il 7 ottobre non si ripetano, mentre l’Iran insiste con il suo progetto di distruzione totale atomica di Israele».

Ma Papa Francesco dice che lui non ce l’ha con gli ebrei. Per fortuna, se ce l’avesse con gli ebrei che cos’altro potrebbe dire?

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