Cosa vi regalano gli amici per il compleanno? Un viaggio, qualche oggetto desiderato da tempo, un fine settimana in una località carina? Ad Anna, l’amministratrice di una nota catena di ristoranti a Kyjiv, i colleghi hanno regalato il corso di maneggio armi e di tiro a segno. Denys, che all’università ha frequentato la cattedra militare, ha portato lì la sua ragazza affinché imparasse anche lei a maneggiare un kalashnikov e sparare. Altro che giornata romantica. Eppure la realtà della vita in Ucraina plasma anche i passatempi delle persone.
Una grigia mattina di gennaio ho incontrato Anna e altre persone al corso di maneggio armi e tiro a segno. Non conosco nessuno di questi ragazzi. Con il passare dei minuti individuo i personaggi: vedo due coppie di innamorati, una parrucchiera, un’amministratrice delegata, un’impiegata. Ecco persone che fanno un lavoro normalissimo, ma per qualche motivo hanno deciso di toccare con mano il mondo militare. Sono tutti giovani, alcuni sotto i trent’anni, altri sotto i quaranta, compresa me che ormai dal lontano 2010 vivo in Italia e comunque non ho perso l’occasione di imparare a sparare appena sono tornata a casa in Ucraina. Da quando è scoppiata la guerra sono fermamente convinta che saper maneggiare un’arma, saper sparare e soccorrere un ferito siano delle conoscenze imprescindibili.
Reservist, l’azienda che organizza questo tipo di attività, è stata fondata dai civili ancora prima dell’invasione russa dell’Ucraina su vasta scala per dare lavoro ai veterani militari, perché per noi ucraini la guerra è iniziata nel 2014 e non nel 2022. Oggi Reservist collabora con la Terza brigata separata d’assalto ma è aperta sempre ad assumere altri istruttori, veterani con esperienza sul campo di battaglia, e, purtroppo, gli ultimi sono davvero tanti, anche troppi oggi. Trovare un lavoro per loro non è facile.
L’azienda propone una serie di corsi tra cui maneggio armi e tiro a segno, medicina tattica, simulazione d’assalto e di difesa nelle trincee, pilotaggio dei droni Fpv, paintball, o addirittura il camping che include le attività notturne per simulare al massimo la giornata di un soldato. Il cofondatore Ihor racconta che riescono sempre a formare un gruppo e nel tempo si è creata una sorta di zoccolo duro di frequentatori che vengono spesso e portano con sé amici e familiari. Ci sono tante persone che desiderano partecipare al corso di addestramento che dura sei giorni. Ma oltre alle singole persone le imprese locali chiedono di organizzare le giornate di intrattenimento per i propri impiegati: un passatempo a misura dei tempi che corrono.
Ultimamente a queste attività sia di tiro a segno sia di medicina tattica «una quota tra il cinquanta e il sessanta percento dei partecipanti è donna», precisa Ihor rispondendo alla mia domanda su chi sono le persone che vengono da loro. Stando agli ultimi dati del ministero della Difesa dell’Ucraina nelle forze armate prestano il servizio circa cinquantamila donne: non è più un settore riservato esclusivamente agli uomini. Oltre alle forze regolari ci sono tante organizzazioni di volontari, come ad esempio Hospitaliers, che soccorrono i militari al fronte e tra le cui fila ci sono tante donne. La guerra coinvolge tutti senza chiedere l’età, il sesso o una particolare capacità di combattere.
Mio padre ha da sempre insegnato a scuola la cosiddetta “difesa della patria”. Una sorta di preparazione dei ragazzi prima della leva – che è sempre stata obbligatoria in Ucraina col tentativo di abolirla e passare all’esercito a contratto prima dell’invasione ma, ovviamente, la guerra non lo ha permesso. Dunque di quella materia non ne avevo mai capito il senso, la scarsità dei materiali, l’approccio sovietico nell’insegnamento, divisione tra ragazzi e ragazze, e, soprattutto la mancanza della comprensione del perché studiare certe cose non mi ha mai permesso di apprezzarla.
Oggi tutto è cambiato. Il protocollo March (soccorso del ferito sotto il fuoco), la cybersicurezza, le nozioni di guerra ibrida, Osint, le nozioni di pilotaggio dei droni sono le cose che oggi vengono insegnate ai ragazzi e alle ragazze del liceo. Una cosa impensabile per le scuole europee, ma altrettanto naturale ed esistenziale per le scuole ucraine. Se fossi un’alunna non salterei nemmeno una lezione.
Ihor, la cui azienda organizza i corsi per i civili maggiorenni, racconta che hanno già delle richieste da genitori dei ragazzi di alcuni licei di organizzare un corso ad hoc per loro. Una materia che sembrava superflua e inutile, è diventata una di quelle che ti permette di sopravvivere e magari anche salvare la vita a qualcuno. Nessuno si chiede più del perché si devono studiare queste cose. E saper applicare un tourniquet non riguarda soltanto i militari al fronte ma anche i civili, che a causa dei numerosi bombardamenti possono trovare di fronte qualcuno con un’emorragia importante.
Ogni attività è soggetta a determinati criteri di sicurezza, non vengono diffusi i dati dei partecipanti, fino al luogo di svolgimento del corso viene offerto il trasporto e si chiede di disattivare la localizzazione geografica.
Reservist è un’azienda commerciale, tuttavia permette alle persone di provare cosa vuol dire la vita militare. Ci sono delle persone che a seguito dei loro corsi hanno preso la decisione di unirsi alla Terza brigata separata d’assalto che a sua volta in seguito fornirà un addestramento approfondito. Di volenterosi ce ne sono tanti e in diverse città ucraine, e questo spinge l’azienda a collaborare con varie organizzazioni giovanili nel paese. Naturalmente i minorenni non possono utilizzare le armi da fuoco, tuttavia possono addestrarsi con le armi ad aria compressa e apprendere le nozioni della medicina tattica.
Nei piani di Reservist aprire le filiali in altre città ucraine, fornire a più persone possibile delle conoscenze base che oggi sono diventate indispensabili, rispettando sempre i termini di sicurezza per le persone, dare un lavoro dignitoso ai veterani e, chissà, forse un giorno sbarcare anche in Europa.
Alla fine della giornata, noi partecipanti al corso siamo stanchi e felici. Abbiamo iniziato con le nozioni di sicurezza da osservare quando si tiene un’arma in mano, i tipi dei fucili, come prendere la mira e sparare. Nonostante avessi già delle conoscenze teoriche, nella pratica è tutto diverso. Per noi oggi questo è stato un gioco. L’adrenalina nel sangue rende tutto divertente, ma ciascuno è consapevole che almeno ora ci rendiamo conto cosa vuol dire tenere un’arma in mano. Il nostro passatempo di oggi è anche una necessità di un mondo che sembra di aver preso l’autostrada direttamente per l’inferno.