Camillo di Christian RoccaConsigli neocon a Bush sulla Russia e sulla strategia pro libertà

Caro Bush, occhio all’amico Putin. In America è partita una campagna bipartisan sulla democrazia in Russia, in vista dell’incontro tra Bush e Putin di dopodomani a Bratislavia, in Slovacchia. Le iniziative americane sono due, e sembrano già aver avuto effetto sul presidente americano. La prima è nata negli ambienti di Freedom House. Il 17 febbraio, è stata inviata a Bush una lettera per chiedergli di esprimere a Putin le crescenti preoccupazioni sulla situazione della democrazia e dei diritti umani nel suo paese: "Le chiediamo di sfidare pubblicamente il corso autoritario del presidente Putin. Le chiediamo di fare dei diritti umani, delle pratiche democratiche e dello Stato di diritto gli elementi essenziali del dialogo con Mosca e la precondizione per il rafforzamento dei legami bilaterali". I firmatari hanno invitato Bush ad attuare una politica sulla Russia che incoraggi il ritorno al pluralismo politico e dell’informazione. La Russia, hanno scritto i firmatari, non solo ha ristretto la cornice democratica al suo interno, ma ai suoi confini, in Ucraina, Georgia, Moldova, Bielorussia e Turkmenistan, per non parlare della complicata questione cecena, si batte contro le spinte democratiche. La lettera è stata sottoscritta dai neocon Max Boot, James Woolsey (ex capo della Cia, oggi presidente di Freedom House), Michael Ledeen, Joshua Muravchik, ma anche dai sorosiani della Democracy Coalition, da democratici come Zbigniew Brzezinski, da liberal come Timothy Garton Ash e Ronald Asmus, da conservatori come Newt Gingrich e Angelo Codevilla, da ex dissidenti sovietici come Vladimir Bukovsky e da neocon d’importazione come l’ex viceministro polacco Radek Sikorski, oggi direttore della New Atlantic Initiative dell’American Enterprise, e come la scrittrice iraniana Azar Nafisi, autrice di "Leggere Lolita a Teheran", studiosa di Leo Strauss e assunta alla Johns Hopkins University dall’allora rettore Paul Wolfowitz. Due gli italiani: i radicali Daniele Capezzone e Matteo Mecacci. Contemporaneamente i senatori John McCain, repubblicano, e Joe Lieberman, democratico, hanno presentato una risoluzione al Senato con cui chiedono al G8 di sospendere la partecipazione della Russia, proprio a causa della sua involuzione autoritaria. La proposta era stata presentata anche nel 2003, ma da allora, ha detto McCain, la situazione è peggiorata non solo in Cecenia ma anche a Mosca, dove gli oppositori politici ed economici sono perseguitati, le tv indipendenti chiuse e le elezioni regionali abolite.

Elliott Abrams è stato nominato viceconsigliere della Sicurezza nazionale, sarà il numero 2 di Stephen Hadley, cioè della persona che ha preso il posto di Condoleezza Rice. Sarà il consigliere strategico sulla "democrazia", in pratica il cervello di Bush nella grande campagna globale di risistemazione del medio oriente. Abrams è genero di Norman Podhoretz e grande amico di Natan Sharanski. E’ un ex liberal e un ex collaboratore di due senatori democratici idolatrati dai neocon, Henry Scoop Jackson e Daniel Patrick Moynihan. Passato con Ronald Reagan dopo la presidenza "senza speranza" (rispetto alla minaccia sovietica) di Jimmy Carter, Abrams si è opposto alle politiche pro Pinochet del suo partito, ma da "cattivo reaganiano" è stato coinvolto nello scandalo Iran-Contra, così come John Negroponte, perché in un’audizione al Congresso negò di sapere del piano segreto di aiuti militari agli anticomunisti del Nicaragua.

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