La più grande agenzia di pubbliche relazioni del mondo, l’Arabia Saudita, ieri è sbarcata in Italia acquistando due intere pagine di pubblicità sulla Repubblica. "Affrontiamo il terrorismo" è il titolo della fantomatica "campagna di unità nazionale dell’Arabia Saudita contro il terrorismo". Una specie di cura omeopatica contro il fondamentalismo stragista islamico, la prescrizione di dosi infinitesimali di cultura di odio per curare il terrorismo. Sono attivissimi i principi sauditi, cioè i principali esportatori del mondo di razzismo religioso e violento. La settimana scorsa i wahabiti di Riad hanno organizzato una conferenza-farsa contro il terrorismo che è stata salutata con grande entusiasmo anche dai giornali italiani (Repubblica compresa). Il governo, più prudentemente, ha inviato soltanto dei funzionari del Viminale, anche perché la natura propagandistica dell’evento era evidente. Israele, per esempio, non è stato invitato. Eppure di terrorismo dovrebbe saperne qualcosina, no? Il motivo dell’esclusione è il solito: la religione-legge del regno saudita considera gli ebrei "peggio delle scimmie".
Le due pagine sono una comica. Svelano la vera natura dei sauditi. Raccontano di un impegno contro il terrorismo, ma nelle tre fitte colonne di testo non c’è mai la parola islam, mai la data 11 settembre, mai il nome di bin Laden, mai quello di Al Zarqawi. La campagna omeopatica contro il terrorismo però dice tenetevi forte che "le priorità" da affrontare "immediatamente" sono il "riciclaggio di denaro sporco" e il "narcotraffico". Il "traffico" come diceva il mafioso antimafioso Roberto Benigni in "Johnny Stecchino". I sauditi hanno anche raccontato tre storie di vittime del terrorismo. La prima persona non è stata uccisa nelle Torri né a causa di un’autobomba in Iraq, ma ad Oklahoma City in un attentato che non c’entra nulla con il terrorismo internazionale. La seconda è stata uccisa a Riad. La terza storia è su Beslan, ma a quella strage i sauditi non hanno voluto dare alcun significato islamista ma solo secessionista ceceno. Lo spot non è riuscito.
18 Febbraio 2005