Milano. John Kerry, l’avversario di George W. Bush alle elezioni del 2 novembre, ha annunciato il suo voto favorevole al rifinanziamento della missione americana in Iraq. Nel 2003 aveva votato contro gli 87 miliardi di dollari allora richiesti da Bush, e la decisione è stata giudicata uno dei punti deboli della sua campagna elettorale per la Casa Bianca. Ma ora, con le elezioni irachene e l’avvio del processo democratico, Kerry ha cambiato idea: "Penso che ora siamo in una situazione molto diversa", ha detto il senatore. Ora Bush ha chiesto altri 82 miliardi di dollari per finanziare l’intervento militare in Iraq e in Afghanistan. Una parte di questo supplemento del bilancio 2005 sarà destinata ad altri progetti: 200 milioni per lo sviluppo delle istituzioni democratiche in Palestina, 950 milioni per gli aiuti ai paesi colpiti dallo tsunami, 60 milioni al nuovo governo democratico ucraino, 780 milioni per le operazioni di peacekeeping targate Onu e 242 milioni in aiuti umanitari alle popolazioni del Darfur.
Il grosso della richiesta, circa 75 miliardi sugli 82 totali, servirà al Pentagono per le truppe in Iraq e in Afghanistan (42,5 miliardi), per addestrare le forze di sicurezza irachene (7,4 miliardi), per costruire una nuova ambasciata a Baghdad (658 milioni), per assistere i partner americani nella guerra al terrorismo (200 milioni) e, soprattutto, per avviare il riordino del sistema di difesa americano. Oltre cinque miliardi di dollari saranno infatti utilizzati per strutturare la riorganizzazione dell’esercito, delle forze speciali e dei marine in vista delle nuove sfide poste dalla guerra al terrorismo. L’obiettivo è quello di avere un esercito più flessibile, più rapido, più corposo, meglio equipaggiato e più efficace. Le 33 brigate e reggimenti dell’esercito si trasformeranno in 43 o 48 nuove brigate. Circa 17 miliardi saranno utilizzati per l’acquisto di equipaggiamenti e mezzi da mettere subito a disposizione in Iraq e in Afghanistan.
Donald Rumsfeld è da ieri al Senato per presentare alla Commissione Forze Armate il bilancio 2006 per la difesa: la richiesta è di 419 miliardi, il 4,8 per cento in più rispetto al 2005 ma ben il 41 per cento in più paragonato al 2001, cioè al bilancio precedente gli attacchi dell’11 settembre. Con il bilancio 2006 presentato pochi giorni fa al Congresso, Bush ha chiesto di riattivare la ricerca sulle armi nucleari destinate a colpire e distruggere obiettivi e bunker superprotetti sotto terra. L’anno scorso la richiesta fu bocciata. Il dipartimento dell’Energia, responsabile per le armi nucleari, ha chiesto 4 milioni di dollari per il 2006 e prevede la spesa di altri 14 milioni per il 2007. Per lo stesso progetto il Pentagono ha chiesto 4,5 milioni per il 2006 e altri 3,5 per l’anno successivo.
In attesa di conoscere la "Quadriennial Defense Review", cui sta lavorando il sottosegretario neocon, Douglas Feith, il Pentagono vuole aumentare il numero dei militari in servizio e di riserva ma ridurrà il personale della Marina. Le portaerei passeranno da 12 a 11, ma è previsto l’ammodernamento di navi, veicoli e dei sistemi di intelligence. Entro l’estate il Pentagono assegnerà l’appalto da 7 miliardi per 200 elicotteri di tipo PRV, per il recupero delle truppe in zone di guerra. L’elicottero è della stessa categoria di quello scelto per la flotta presidenziale e vinto dal team cui fa parte la AgustaWestland, società controllata da Finmeccanica. L’appaltatore è lo stesso la Marina dunque la società italiana ha ottime chance di vincere la commessa e di ripetere il successo dell’Us101, il Marine One su cui viaggerà il presidente degli Stati Uniti.
17 Febbraio 2005