Milano. Il caso di Terri Schiavo ha rafforzato uno dei luoghi comuni più abusati sull’America di George W. Bush: quello secondo cui gli Stati Uniti sono una nazione guidata da fondamentalisti religiosi impegnati a cancellare il confine che divide lo Stato dalla religione. Intorno al corpo morente di Terri Schiavo, la ragazza che ha vissuto per 15 anni in stato vegetativo e a cui è stato staccato il tubo dell’alimentazione su richiesta del marito e autorizzazione dei giudici, si è scatenato un dibattito che pare confermare l’idea delle due Americhe: una laica, tollerante, liberale e rispettosa della decisione pietosa di Michael Schiavo; e l’altra bigotta, beghina e fideistica che vuole sovvertire l’ordinamento costituzionale per imporre la propria visione biblica del mondo anche ai figli dei lumi.
Questa, però, non è un’analisi, è una caricatura che naturalmente trova conferma nelle opinioni più radical chic del New York Times: da quella dell’economista Paul Krugman, che parla di "nuovi crociati", fino alle parole di Maureen Dowd, secondo cui "oh my God, we really are in a theocracy", signora mia, viviamo davvero in una teocrazia. In realtà è tutto molto più complicato. Il Foglio ha riportato le voci di influenti intellettuali conservatori, da William F. Buckley ad Andrew Sullivan, convinti che il marito di Terri Schiavo abbia le sue buone ragioni a porre fine alla vita della moglie. Altri, come Eric Cohen, hanno provato a sostenere le ragioni liberali di chi vorrebbe tenerla in vita, mentre Bill Kristol sembra più interessato ad arginare l’interventismo dei giudici piuttosto che a esplorare gli aspetti etici e religiosi della vicenda.
Pochi hanno trovato il modo di raccontare come sia possibile che accanto ai genitori di Terri non ci siano solo fondamentalisti religiosi guidati da Bush, ma anche personaggi di sinistra. Jesse Jackson, per esempio, l’idolo delle folle liberal ed erede di Martin Luther King. Jackson ha chiesto agli eletti neri della Florida di votare una legge che vieti di rimuovere i tubi dell’alimentazione ai pazienti in stato vegetativo. A Washington è stato il senatore democratico dell’Iowa, Tom Harkin, a preparare con la leadership repubblicana la legge pro Terri firmata da Bush e poi snobbata dai giudici.
Ralph Nader, il candidato bandiera della sinistra radicale americana, in un’intervista concessa lunedì a CitizenLink ha detto che quello di Terri è un "omicidio imposto da un tribunale". Nader ha posto dei dubbi sulle intenzioni del marito e ha detto che "non c’è alcun modo di sapere se lei voglia o no che le sia fatto quello che le stanno facendo né se abbia cambiato idea rispetto alla posizione che forse, o forse no, aveva espresso quando era giovane". Il difensore dei consumatori ha denunciato la presenza della polizia nella stanza di Terri e l’assurdità di una situazione che porterebbe all’arresto dei genitori se porgessero alla figlia un cucchiaino di zucchero: "Ecco fino a che punto è diventata barbarica la vicenda".
Nat Hentoff, ateo patentato e uno dei giornalisti d’America più attenti ai diritti civili, ha scritto sul più radicale dei giornali di New York, il Village Voice, che "abbiamo guardato la storia di una donna, il cui unico crimine è quello di essere disabile, torturata a morte dai giudici, da tutti i giudici fino alla Corte suprema". Secondo una delle icone liberal di Manhattan, si tratta "della più lunga esecuzione pubblica nella storia dell’America". Eleanor Smith, lesbica, atea, di sinistra, porta al petto la spilletta "Feed Terri", date da mangiare a Terri, e alla Reuters ha detto che "a questo punto vorrei un militante cristiano di destra a decidere del mio destino, non un iscritto alla Aclu", la potente associazione di sinistra che difende i diritti civili degli americani.
"Non c’è ragione per escludere tesi religiose"
E’ solo religione, dunque? Nonostante tutto ciò, il caso Schiavo entra nello stesso calderone dei "valori" che forse hanno contribuito alla vittoria di Bush, forse no. E, insieme con i valori, anche i temi della bioetica, del diritto alla vita, della pena di morte vengono chiamati in causa, come se ci fosse una linea divisoria chiara tra un’America che rigetta il darwinismo, prega Dio, vuole tenere in vita Terri, si batte contro l’aborto, si oppone alla ricerca sulle staminali, nega i diritti gay, è favorevole alla pena di morte, vuole esportare la democrazia, vota Bush, e un’America sempre più debole che fa il contrario. In realtà non è proprio così, come dimostrano le caute posizioni abortiste di Condi Rice e il riposizionamento pro life di Hillary Clinton. Su ciascuno di questi temi si trovano conservatori che la pensano come i liberal e liberal che votano come i conservatori, a prescindere dal credo religioso. E’ ridicolo agitare lo spauracchio della religione se di mezzo c’è la vita e la morte, ha scritto il filosofo Edward Feser, a meno che non si consideri il pensiero religioso inaccettabile: "Il punto è se nella vita pubblica gli argomenti religiosi debbano avere lo stesso peso di quelli laici: la risposta è che non c’è alcuna ragione perché non debbano averlo".