Camillo di Christian RoccaNdo' Kojo Kojo

Milano. La botta è arrivata, anche se il presidente della Commissione d’inchiesta Onu sullo scandalo "Oil for food" (corruzione e violazioni per 21 miliardi di dollari) ha provato a renderla indolore. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, non ha commesso "atti illeciti" e non ci sono nemmeno prove sufficienti a dimostrare un suo coinvolgimento nella selezione di Cotecna, la società svizzera presso cui lavorava suo figlio Kojo e che ottenne un contratto Onu da 10 milioni di dollari l’anno per monitorare la consegna in Iraq di beni alimentari acquistati con i proventi del petrolio. Presentando il suo secondo rapporto provvisorio, Paul Volcker ha accusato Annan e l’Onu di non aver condotto un’inchiesta seria e diligente quando si è scoperto il conflitto d’interessi. E ha svelato che proprio il giorno dopo l’istituzione della Commissione, il capo dello staff di Annan, Iqbal Riza, ha distrutto (impiegando sette mesi) i documenti del programma relativi agli anni 1997, ’98 e ’99. Qualche mese fa Riza si è dimesso, insieme con l’altro braccio destro di Annan, Benon Sevan, accusato dal precedente rapporto di aver malgestito "Oil for food".
La difesa di Annan si basa sul fatto che, secondo gli investigatori, sia la Cotecna sia Kojo Annan avrebbero ingannato il segretario generale, tenendolo all’oscuro prima della partecipazione della Cotecna all’asta, poi dei 400 mila dollari che la società svizzera ha versato al figlio di Annan. Alla conferenza stampa di presentazione del rapporto, è stato un giornalista di al Jazeera il più lesto a scoprire le carte: "Signor Volcker, come pensa possa essere credibile che padre e figlio non abbiano mai parlato di un affare multimilionario in cui erano entrambi coinvolti e da cui dipendeva la vita di 25 milioni di iracheni?". Tanto più che il vicepresidente della Cotecna è un grande amico di famiglia degli Annan. Prove però non ce ne sono, ha detto Volcker. La Cotecna vinse l’asta Onu perché l’offerta era meno onerosa di altre, ma pochi giorni dopo chiese un aumento del costo del servizio, e l’Onu glielo concesse (un comportamento "non appropriato" dissero subito i revisori dei conti delle Nazioni Unite). Nel 1999, la Cotecna chiese e ottenne un ulteriore aumento dall’Onu, fino ad arrivare "esattamente alla cifra offerta da Intertrek Testing, la società che aveva fatto la seconda offerta più bassa". Un anno dopo aver vinto l’appalto esclusivamente per aver offerto meno dei concorrenti, "non c’erano più motivi validi" perché la società che pagava il figlio del segretario continuasse il contratto con l’Onu. Anche Dileep Nair, il capo dei controllori Onu, è stato accusato di aver distratto soldi iracheni per assumere un connazionale che non s’è mai occupato di "Oil for food". Nel giro di un paio di mesi tutto il gruppo di potere intorno ad Annan è stato costretto alle dimissioni (non soltanto per questo scandalo): Sevan, Riza, Bertini, Halbwachs, Hansen, Roed-Larsen e Lubbers più qualche altro funzionario minore. Annan ieri sera ha commentato: "Come avevo auspicato e fermamente creduto, l’inchiesta mi ha assolto da qualsiasi violazione". E la Casa Bianca ha fatto sapere di volerlo sostenere.

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