Camillo di Christian RoccaRE: NO SUBJECT di Christian Rocca & Luca Sofri

Caro Christian, oggi mi sono imbambolato a vedere il Settebello a fianco del Duomo di Milano. Adesso uno pensa a una squadra di pallanuoto, o a un profilattico, ma quando ero bambino io il Settebello era un treno superveloce (per i tempi) e di prima classe, vanto delle ferrovie italiane. Una specie di Eurostar, ma più elitario. Durò fino agli anni Settanta, poi fu superato. Adesso ne hanno messo un vagone ? la motrice ? in esposizione in mezzo alla strada, davanti a Palazzo Reale, per segnalare la mostra sugli anni Cinquanta italiani. Che è davvero notevole: ci sono le tele di Fontana, la Moka Bialetti, gli stupendi manifesti pubblicitari di quei tempi, moltissime fotografie, la bicicletta di Don Camillo e Peppone, gli sgabelli di Castiglioni e il primo orologio Cifra 5, quello con le alette girevoli. Dici che nel 2055 faranno una mostra su questi tempi ed esporranno Re: no subject?

Caro Luca, sugli anni Cinquanta non ho un’opinione ben definita. Quando non ho un’opinione ben definita solitamente leggo che cosa ne pensano Giulietto Chiesa o Antonio Socci, Dario Fo o Marcello Veneziani, così poi mi convincono del contrario. Ora non ricordo se questo libro di cui tutti parlano, specie noi due, cioè "Con le peggiori intenzioni" di Alessandro Piperno racconti la saga della famglia ebraico-romana dei Sonnino tornando indietro fino agli anni Cinquanta. In ogni caso, tranquillo, alla mostra di Palazzo Reale esporranno Piperno, non noi.

Caro Christian, io sto leggendo questo romanzo che si chiama "La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo". Non ho ancora capito se è un gran polpettone sentimentale o una bella invenzione fantastica. Forse entrambe le cose. Il protagonista Henry rimbalza involontariamente da un momento all’altro della sua esistenza in vita e cerca di mantenere nel frattempo una gran storia d’amore con Claire, qualsiasi età lei abbia in quel momento. Come se tu adesso finissi nel 2055, e mi trovassi là novantenne. Oppure nel 1971, che sarei alle elementari. Mi ameresti lo stesso?

Caro Luca, credevo che il ministro Sirchia avesse vietato di fumare, comunque posa quel polpettone sentimentale, come lo chiami tu, e leggi il nuovo libro di William Langewiesche. E’ il giornalista americano che scrive articoli poco più corti di Guerra e Pace. Credo che negli ultimi tre anni abbia scritto soltanto tre pezzi, che poi trasforma regolarmente in libri. L’anno scorso uscì Ground Zero, una formidabile inchiesta sulla complessa operazione di rimozione delle macerie delle Torri gemelle. Ora s’è occupato del mare, nel senso che ha scritto un’indagine sul mare, in particolare sull’anarchia degli oceani e sui nuovi pirati impossibili da fermare. "Il terrore viene dal mare" spiega che se Osama Bin Laden scegliesse di usare il mare potrebbe combinare un mare di guai.

Caro Christian, se io fossi alle elementari e tenessi una rubrica su GQ consiglierei il mio libro preferito, "Tutti a scuola" di Richard Scarry. Anzi, l’opera omnia di Richard Scarry, che nel 2005 ho riscoperto con rinnovato entusiasmo grazie alle generazioni successive della stirpe dei Sofri. Se tu dovessi riprodurti, ti do delle dritte: ma non ti passo i miei, perché ci sono troppo affezionato. Soprattutto all’Agenzia investigativa Fiuto e Sbircia.

Caro Luca, un tempo eri un ragazzo a modino. Sapevi tutto di nuove tendenze musicali e in fatto di gadget high-tech eri più preparato di una copertina di Panorama. Guarda ora come ti sei ridotto. Non mi dici niente del nuovo disco di Tori Amos, neanche una parola sui due dischi bislacchi dei Bright Eyes, nulla sulla splendida suite di Pat Metheny, zero sul fantastico ritorno di quel giovane jazzista norvegese che sia chiama Tord Gustavsen. Ma ti ami ancora?

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