I neocon alla conquista di Rep.
Oggi sul giornale meno affidabile d’Italia c’è un bel pezzo
(come al solito) di Antonio Monda. Il titolo non c’entra una mazza col
testo, ma proprio niente. I neocon, nel testo, non sono citati. Il
titolo, fatto in redazione, invece recita: “I neocon alla conquista di
Hollywood”. Ma di che parlano? Ma perché si devono sempre
coprire di ridicolo? Perché devono sempre prendere in giro i
lettori? E i lettori, non si ribellano?
31 maggio
Premio film più ridicolo dell’anno
Crash
31 maggio
Idiozie bipartisan
Addio alle sigarette durante la partita Milano, divieto di fumo a San Siro
31 maggio
Ha riaperto Smalls
30 maggio
Vive la France
Mi
è capitato soltanto tre volte nella vita di pronunciare questa
frase: nel 1985, nel 1998 e ieri sera. Le prime due volte, grazie a un
italo-francese e a un franco-algerino. Ora spero che i governi europei
capiscano che tutto questo era paccottiglia burocratica e
antidemocratica. Riusciranno i nostri eroi a fare gli Stati Uniti
d’Europa, con istituzioni di governo democratiche e responsabili?
Dubito, anche se la bocciatura di ieri è un passo in questa
direzione. Se non ci riusciranno tanto vale lasciare che l’Europa resti
soltanto un mercato comune.
30 maggio
E anche Chirac è andato a fondo (e anche Romano nel suo piccolo…)
Aggiungere alla casella “pacifisti” un’altra sconfitta. E provare a metterci anche il nome di Prodi.
30 maggio
Terza stella a destra, questo è il cammino
Meno due.
30 maggio
Zuccopycat non avrai il mio scalpo
Il fenomenale Vittorio Zucconi (è un fenomeno per davvero, mica
per prenderlo in giro) sabato ha scritto una pagina intera sull’America
che chiede scusa agli indiani, nonostante Bush abbia ridotto gli aiuti
finanziari. Qui non importa notare il solito bias, chiamiamolo
così, di Zuccopycat e di Rep. Non importa cioè notare che
i due promotori della legge sono repubblicani e che uno è il
repubblicano più fondamentalista religioso (cristiano
evangelico) che ci sia al Senato. Qui importa notare che questo Sam
Brownback, del Kansas, che ha promosso la legge di scuse agli indiani
non risulta essere un “native american” come scrive Zucconi. Non
risulta essere figlio di squaw, mi ha detto un amico che lo
conosce bene. Zucconi, invece, per ben due volte l’ha chiamato “Schiena
Marrone”, come se Brownback fosse cugino di Sittingbull, Toro Seduto.
30 maggio
Entusiasmo
Il disco di Giovanni Allevi è fenomenale
29 maggio
Nuove frontiere per l’iPod
Avete
presente i telefonetti che fanno da guida nei musei? Be’, non servono
più. C’è già la guida (molto alternativa) al Moma
29 maggio
Editors’ Note del New York Times (May 28, 2005)
A front-page article yesterday reported on an American military inquiry’s finding that guards or interrogators at the Guantánamo Bay detention center in Cuba “mishandled” the Koran in five cases. The headline exceeded the Pentagon’s characterization,saying that the investigation revealed “harm” to the Koran. The Pentagon did not give specifics of the mishandling, so it was not known whether a Koran was actually damaged.
29 maggio
Oriana Fallaci processa il suo processo
Intervista sul suo rinvio a giudizio a Bergamo.
28 maggio
“Non fa prevalere le sue passioni, opinioni e pregiudizi sui fatti e le notizie”
Gualtiero Vecellio su Notizie Radicali recensisce CONTRO L’ONU
27 maggio
You’ll never win alone
La cosa fantastica della scombinata sconfitta del Milan è che
quegli altri sono di nuovo ringalluzziti, convinti di aver fatto
un’ottima stagione, pronti a riconfermare Mancini e certi di vincere il
prossimo scudetto. Solitamente cominciano ad agosto. Stavolta a maggio,
dell’anno sbagliato.
27 maggio
Tesina sull’Onu
L’orrido sito sul mio libro.
27 maggio
L’orrido sito fa autocritica
Prima poi tutti diventano grandi. Post cmq generoso con Camillo. Grazie
27 maggio
La prima battaglia per la vita che rende più difficili le nascite
Al
direttore – Per ribadire il suo no al finanziamento federale
sulla ricerca sugli embrioni, Bush s’è portato dietro 21
bambini nati da embrioni non utilizzati e rimasti in giacenza nelle
cliniche di fecondazione. Qui non è importante ricordare che
Bush non ha vietato la ricerca, non ha posto veti sul finanziamento
pubblico statale (tantomeno su quello privato), né su quello
federale sugli embrioni creati prima del 2001. Non c’è
neanche bisogno di spiegare che il Far-west americano sulla
fecondazione assistita non è stato messo in discussione. Il
punto è un altro: con la legge 40, quei 21 bambini non sarebbero
mai nati. Capisco e condivido la preoccupazione etica di tutelare il
concepito, anche se dovete ancora spiegare come faccia un embrione non
impiantato nell’utero a essere vita in atto anzi già
persona, già uomo, già diplomato, già ragioniere,
già abbonato Rai, visto che da solo, e senza un ventre di donna
nel quale svilupparsi, non potrà mai nascere neanche se gli si
legge tutte le sere il libro di Socci su Medjugorje. State conducendo
la prima battaglia per la vita che rende più difficili le
nascite. Perché, perché, perché?
Christian Rocca
(qui la risposta di Giuliano Ferrara)
26 maggio
Bush e i 21 bambini
25 maggio
Embrioni born in the Usa
Parte il dibattito americano sulle staminali. I giornali sono favorevoli alla clonazione
24 maggio
Consigli musicali
Oggi questo è il posto migliore di New York per la musica
indipendente. Quattro diversi gruppi per sera, sei nel weekend. Io oggi
ho sentito musica fenomenale. Rockwood Music Hall. (Rockwood è
l’omino dell’ottocento che sta nel bugigattolo delle luci sopra la
testa di chi entra),
24 maggio
Paul Krugman e Maureen Dowd non sono affidabili (lo dice il loro stesso giornale)
Lo ha scritto, sul loro giornale, il garante dei lettori, Daniel Okrent
nel suo ultimo giorno di lavoro. I due eroi dell’opinione liberal,
secondo il garante dei lettori del New York Times, sono
furfantelli. Hanno l’abitudine di cambiare, modificare e tagliare cifre
e fatti a loro comodo. Specie Paul-Travaglio-Krugman. Maureen Dowd,
come qui avete letto
più volte, continua a raccontare bugie su Guantanamo, nonostante
la smentita sia stata forte e chiara e addirittura pubblciata dal New
York Times. L’editore, dice il garante, dovrebbe imporre ai suoi
editorialisi standard più alti degli attuali. Il garante
bacchetta anche Bill Safire, oggi in pensione. Nel suo caso, il garante
gli imputa di essere ossessionato dai legami tra Saddam e Al Qaida,
basati su prove che sembra possedere soltanto lui. Se il New York
Times avesse un garante del garante, verrebbe fuori che le prove le ha
fornite la Commissione sull’11 settembre.
(il nuovo Public Editor è Barney Calame)
23 maggio
“Un consiglio che vale un Perù”
Paolo Granzotto sul Giornale del 20 maggio scrive di Conferma, l’eccezione e Al Qaida La
guerra in Iraq continua a non determinare la sconfitta di chi l’ha
sostenuta. Piuttosto è vero il contrario, con l’eccezione di
quanto è accaduto a Madrid un paio di giorni prima dello
scontatissimo voto a favore del partito di Aznar. Dunque: Bush
ha vinto. Blair ha vinto. Il premier australiano ha
vinto. Mentre sul fronte del no, Chirac ha perso 20 regioni su 20
e sta per perdere il suo stesso partito a favore di
un pro-americano. Ieri Schroeder ha perso la Bologna di Germania
ed è costretto a chiedere nuove elezioni. L’eccezione è,
di nuovo, Berlusconi. E’ colpa della guerra o della trasformazione in
un Follini minore?
23 maggio
Di unfit in peggio
L’Economist
di questa settimana conferma che Berlusconi è unfit e spiega che
l’Italia è messa davvero male. Specie perché il
centrosinistra che verrà non ha idee né voglia né
capacità di fare le cose che servono per modernizzare il paese
23 maggio
Stasera (lunedì) i Giantfingers
Al Rockwood Musichall (196 Allen Street – Stanton & E. Houston). Ore 8 pm
23 maggio
I Lost e i Desperate Housewives della prossima stagione
I network americani copiano se stessi. Però, secondo me, Soccer Moms e The Commuters saranno belli
Vanity Fair, maggio
Mi si nota di più
Ieri sera c’era l’ultima puntata di Desperate Housewives. Io non l’ho vista.
23 maggio
Strepitoso e definitivo
Articolo di Christopher Hitchens su Galloway e la sinistra pacifista filo-fascista
22 maggio
La colpa di Abu Ghraib è di Jack Bauer
Al New York Times sono fuori di testa
22 maggio
Ci sono ancora le stagioni di una volta
Anche quest’anno a secco
21 maggio
La rivoluzione di Bush in difesa della Costituzione libertaria
Battaglia parlamentare sue due giudici, ma in gioco c’è l’interpretazione restrittiva e federale della Carta
21 maggio
Il Congresso mette in discussione i limiti di Bush sulle staminali
Due proposte repubblicane alla Camera e al Senato contro il (tiepido) limite bushiano alla ricerca sulle staminali
20 maggio
I disperati blogger miliardari di Arianna
Decimo giorno di The Huffington Post
20 maggio
Do you remember Bolton?
Be’, andrà a finire che a fronte di un repubblicano che
voterà contro ce ne sono 4 che voteranno a favore. Ieri sera lo
hanno detto per la prima volta i i portavoce di quattro senatori. Una
è Mary Landrieu.
Dal Foglio del 28 aprile:
“Rove
sta provando a convincere anche alcuni democratici, come Mary Landrieu
della Louisiana, che potrebbero avere problemi di rielezione se nei
loro Stati conservatori fossero etichettati come coloro che hanno
impedito a Bush di inviare un americano tosto e duro dentro le corrotte
Nazioni Unite”.
19 maggio
Madame Verdurin meets Monty Python
Oggi le comiche. Da un’intervista di Furio Colombo ad Arthur Schlesinger jr.:
“Qui, dice indicando la sala da pranzo del vecchio club nella Quarantatreesima strada di Manhattan c’è tutta gente che scrive e che legge. Perciò non uno, non qui, è dalla parte di Bush“.
“Bush è un presidente zoppo (gli manca il favore popolare)”
“I neocon gli hanno imposto di nominare ambasciatore all’Onu John
Bolton” (che non è neocon, ma né Colombo né
Schlesinger lo sanno). Ciò dimostra l’imbarazzo e la distanza che si sta creando tra neocon e persone normali».
Destra religiosa, cattolici e fondamentalisti ebrei sono “materiale umano adatto al gioco dei neocons, che vogliono muovere senza ostacoli le loro pedine sul mondo”.
(grazie a martino)
18 maggio
“Esperto nelle incursioni nei luoghi scomodi”
Segnalazione su Avvenire del 14 maggio di Contro l’Onu
18 maggio
In difesa di Newsweek
Ehi, il nemico è il fondamentalista, non Newsweek. Opinioni del neocon David Brooks (NYT) e dell’anglo-neocon Anne Applebaum (WP)
18 maggio
“Senz’altro uno dei massimi rappresentanti”
Recensione di Contro l’Onu di Dimitri Buffa su L’Opinione
18 maggio
Christopher Hitchens sul perché il NYT e la sinistra non chiamano i terroristi col loro nome
“In my ears, “insurgent” is a bit like “rebel” or even “revolutionary.”
There’s nothing axiomatically pejorative about it, and some passages of
history have made it a term of honor. At a minimum, though, it must
mean “rising up.” These fascists and hirelings are not rising up, they
are stamping back down. It’s time for respectable outlets to drop the
word, to call things by their right names (Baathist or Bin Ladenist or
jihadist would all do in this case).
18 maggio
Trasferite l’Onu a Queens
Sul New Yorker
19 maggio
Moratti felice: “Mancini ha mantenuto la promessa”
(da Repubblica).
19 maggio
I saggi di Bush sulla bioetica sono molto saggi (prendere appunti)
Le ragionevoli proposte per conciliare le preoccupazioni etiche e le
esigenze della scienza. Più come funzionano in America
fecondazione, ricerca, eccetera.
18 maggio
Prime formidabili recensioni di CONTRO L’ONU
“L’autore è un peperino”, Oscar Giannino (Il Riformista)
“Con echi quasi ratzingeriani“, Martino Cervo (Libero)
“A me non è piaciuto. (…) Sai che impressione mi ha dato? quella di un libro di Giorgio Bocca”, fenomenale stroncatura su un blog italiano
18 maggio
Questi voterebbero 4 sì
Gli Artichoke, band di Los Angeles e il loro disco “26 Scientists:
Volume 1, Anning to Malthus”. Canzoni biografiche dedicate a
scienziati. Ecco i primi 13 brani del Volume I
1. Albert Einstein
2. Mary Anning
3. Luther Burbank
4. William Thomson Kelvin
5. Galileo Galilei
6. Werner Heisenberg
7. Thomas Robert Malthus
8. Charles Robert Darwin
9. Marie Curie
10. Joseph Lister
11. Richard Buckminster Fuller
12. Jan Ingenhousz
13. Thomas Jefferson
18 maggio
La Palestina laica
“The
Jews are the cancer spreading all over the world…the Jews are a virus
like AIDS hitting humankind…Jews are responsible for all wars and
conflicts….Do not ask what Germany did to the Jews but what the Jews
did to Germany. True, the Germans killed and burned Jews but the Jews
exaggerate the numbers to gain propaganda advantages and sympathy”
Sheikh Ibrahim Mudairis, May 13, 2005, Gaza
18 maggio
Bel pezzo di Gianni Riotta
18 maggio
Finirà male anche questa
Nella tarda serata di lunedì (notte italiana), dopo le
ambiguità di domenica e lunedì, Newsweek ha ritrattato
completamente la storia sugli abusi religiosi a Guantanamo che aveva
infiammato il mondo musulmano e lasciato 16 cadaveri e 100 feriti sul
terreno.
17 maggio
Newsweak
Notizie debolucce, scuse ambigue
17 maggio
L’ambasciatore Romano ne ha fatta un’altra
Domenica,
sul Corriere, l’ambasciatore Sergio Romano ha scritto un articolo di
finta critica a Noam Chomsky. In realtà era la solita romanata
contro Bush. Romano ha scritto che Bush ha utilizzato l’11 settembre
per fare alcune leggi illiberali. Ovviamente non dice quali, non sa
citarne nemmeno una e, ovviamente, si vergogna di nominare il Patriot Act
che di illiberale non ha nulla, specie se paragonato alla legislazione
ordinaria italiana. Ma la cosa più incredibile è che
Romano lasci intendere come davvero i cattivi repubblicani di Bush
abbiano utilizzato la morte di tremila americani per far passare leggi
illiberali. Come se non aspettassero altro: un bin laden, un terromoto,
una crisi economica, qualsiasi cosa purché queste benedette
leggi illiberali finalmente potessero essere varate. Poi ha scritto
un’altra cosa falsa: cioè che Bush ha tirato fuori l’argomento
democrazia in medio oriente a guerra conclusa e solo perché non
sono state trovate le armi. Lo sanno tutti che non è vero.
Ormai non lo scrive più nemmeno Repubblica. E’ davvero
incredibile che il Corriere della Sera pubblichi opinioni così
disinformate. (Oggi Romano ha bacchettato le idee dell’analista di
sinistra Paul Berman. Nessuna notizia falsa in questo caso: solo
opinioni sbagliate)
17 maggio
Pagheremo per Maureen
A settembre, gli editoriali del New York Times saranno disponibili su internet soltanto a pagamento
16 maggio
Luca Sofri s’è schierato
Deve essere l’effetto morte-di-papa
(per l’amico Vic, che dorme: qui)
16 maggio
Arafat spa
Dove sono finiti i soldi delpopolo palestinese?
16 maggio
Rai provincial
La cosiddetta Rai international oggi non manda in onda né la
Juventus, né il Milan. A tre giornate dalla fine del campionato
trasmette l’inutile Lazio-Roma. Unica spiegazione plausibile: i
funzionari e i burocrati Rai in Nord America saranno tifosi della
Rometta. Chiamatela Rai provincial, allora. Oppure ritiratevi,
così magari arriva Sky.
PS Thanks God c’è Nevada Smith
15 maggio
Rovinarsi con le proprie mani
Da ieri sono un uomo Treo
15 maggio
Hillary 2008, la metamorfosi (o forse no) per conquistare la Casa Bianca
14 maggio
Le buone notizie che vi siete persi (chissà per colpa di chi)
Succedono cose. Il New York Times pubblica un elenco di fatti positivi
accaduti in Iraq ad aprile, uno al giorno, cui la stampa non ha dato
risalto perché interessata a raccontare soltanto i fatti di
sangue. Certo, nella pagina degli editoriali. Certo, un grafico invece
che un articolo. Però l’elenco c’è.
14 maggio
Anche i terzisti nel loro piccolo si incazzano
Proditorio attacco di Paolo Mieli a Luca Sofri. Titolo del Corriere della Sera di
oggi: “Wittgenstein, un conservatore intollerante che odiava le donne”
(Con saggia intervista a Vattimo: “Per noi era un profeta, ma oggi è inadeguato”)
13 maggio
Bolton verso la nomina, Galloway e Pasqua verso qualche guaio
13 maggio
Caro
Luca, io ho molta simpatia per il Canada ma ricorda che è pur
sempre il paese che ha inventato il nuoto sincronizzato
GQ, maggio
Perle di Rice
RICE: What leaders have to do, and what the president has done,
President Bush, and what Prime Minister Blair has done so well, is to
keep reminding us of what the horizon looks like.
Now, we’ve had struggles in this country. I’ve often wondered, in the
darkest hours of the Civil War, what people were saying to Abraham
Lincoln about whether this was going to turn out all right. Or when
George Washington lost New York, were there people who were saying,
“You know, that Declaration of Independence, that was maybe not such a
great idea after all”?
KING: Good point.
RICE: …these — these great, historical changes are always hard.
They’re almost always violent. But if you do your work well, in the
long run they’re almost always worth it.
KING: Ninety-five percent of the American press was against Lincoln.
RICE: Interesting.
(Dal Larry King Live)
13 maggio
Per Israele
Sul Foglio un altro breve estratto dal libro CONTRO L’ONU
Il Foglio, 12 maggio
100 a 0
A Washington tutti votano il rifinanziamento della missione in Iraq e
Afghanistan, Rummy prova a riformare l’esercito (critiche da destra)
12 maggio
“Sono diventati tutti froci”
Improvvisa svolta dei costumi: l’America si ribella ai metrosexual, ai
gay enough, agli emo-boy, insomma, come direbbe Storace, ai maschi che
stanno diventando tutti froci. Guardate il nuovo spot della Levi’s(imperdibile). E poi leggete il lamento di una ragazza in cerca disperata di Tariconi.
(grazie a as)
12 maggio
Condi 08
Questo blog sostiene la candidatura di Condi Rice nel 2008, anche se la
candidatura non c’è. Ma la sua intervista di un’ora, ieri sera,
al Larry King Live non ammette tentennamenti: è la migliore.
12 maggio
Blog superficiale
(grazie a as)
12 maggio
Life is color 2
Questo, questo e questo.
(grazie a passannanti)
12 maggio
Niente sarà mai più come prima
Scende in campo Arturo Diaconale. Ecco Orso di pietra, il suo blog. Il primo di un direttore di giornale.
(grazie a Krillix)
11 maggio
Il New York Times ammette di essere radical chic e distaccato dalla realtà
L’autorecensione del grande quotidiano: più spazio alla religione e all’America vera
11 maggio
I did vote for before they’ll vote against me
Il Senato passa 100 a 0 il rifinanziamento per 82 miliardi di dollari
della missione in Afghanistan e in Iraq. In totale ora sono 200 i
miliardi di dollari spesi da Washington per liberare i due paesi e
provare a costruire due nuove democrazie. Devono averlo fatto per il
petrolio. Che, peraltro, ora costa molto di più.
11 maggio
La trincea del lavoro
Ieri, intorno all’ora di pranzo, i Rolling Stones hanno fatto un
mini-concerto gratuito a sorpresa sotto casa mia. Io avevo da spulciare
un rapporto interno del New York Times. Hanno suonato Start me up,
Brown Sugar e, in mezzo, una nuova canzone. Commento di Dusty Wright, un amico del ramo: “It sounds like a Rolling Stones tune”.
11 maggio
Deve essere un altro Chalabi
Era un pupazzo degli americani. E non era vero. Era un agente iraniano.
E non era vero. Era senza alcun seguito in Iraq. E non era vero. Era il
primo corrotto del nuovo Iraq. E non era vero. Era curveball,
l’informatore farlocco sulle armi di Saddam. E non era vero. Era un
bancarottiere in Giordania. Ora il re di Giordania è pronto a
graziare il nuovo vice premier iracheno Ahmed Chalabi, di fatto
confermando che quella condanna era frutto di un processo-farsa imposta
da Saddam al regno giordano.
11 maggio
Tipo Bolton
“Here’s my strategy on the Cold War: We win, they lose”
(Ronald Reagan)
11 maggio
Erano anni
Oggi, per la prima volta dal 2 novembre, Camillo s’è ricordato
dell’esistenza di Wonkette, ma s’è guardato bene dall’entrarvi.
11 maggio
I soliti ebrei
Un libro di Daniele Scalise
11 maggio
Raccontare la storia politica dell’America
Il nuovo libro amerikano di Massimo Teodori
11 maggio
Life is color
Vorrei questo ma anche questo e anche questo.
11 maggio
Cose che voi umani
Oggi ho mangiato un formaggio al cioccolato. Ci può essere in natura
niente di più buono? A vederlo sembra un salame-di-cioccolato,
al gusto è proprio un formaggio al cioccolato.
10 maggio
Blair governa da destra, Bush da liberal e gli avversari restano senza idee
10 maggio
Oggi a una qualche ora una lunga intervista a Radio Radicale sul libro CONTRO L’ONU
10 maggio
Fini voterà tre sì
Ho forse sbagliato qualcosa?
10 maggio
Le crociate Potemkin
Il film di Ridley Scott ha tutti gli sterotipi possibili e immaginabili di
un film di questo tipo: i due anziani rivali saggi, i due giovani eredi
ribelli e cattivi, la promessa sposa del cattivo che si innamora del
buono eccetera. Noia. Orlando Bloom sembra Kim Rossi Stuart. Uno dei
personaggi è uguale Stefano Tacconi post Isola dei Famosi. Il
feroce Saladino non è feroce un cavolo e pare savio come un
Nelson Mandela. Il cattivo dei nostri ha l’accento francese. Eva Green,
già notata-non-per-la-recitazione-in the dreamers più che
una principessa sempra una casalinga disperata (copyright NYT). In
generale i cattivi siamo noi e quelli nel giusto sono i musulmani.
9 maggio
Con Bo e Luke
A giorni esce il film Hazzard
9 maggio
The Tabloid Street Journal
Il Wsj cambierà formato in Europa e in Asia
(da Iht via Drudge)
9 maggio
Scene da guerra culturale Usa, un paese laicamente religioso
Dibattito sui giornali americani sul ruolo di Dio in politica
7 maggio
Quelli che, mannaggia a lui, Bush ha avuto ragione
7 maggio
Fascisti rossi
Avete mai letto niente di simile?
7 maggio
Il visionario
Oggi sul Foglio due pagine di ritratto di Paul Wolfowitz (dal Weekly Standard)
7 maggio
+274 mila
Negli Stati Uniti, ad aprile, sono stati creati 274 mila posti di lavoro.
Naturalmente i tagli delle tasse non c’entrano (Krugman sempre al suo
posto)
6 maggio
Botte da orbi a sinistra: Vanity Fair vs Slate
L’inacidito Michael Wolff ne scrive di ogni contro Slate, e Slate
risponde a brigante brigante e mezzo. Camillo sta con Slate e,
soprattutto, con il New York magazine.
6 maggio
L’americano tranquillo dell’era Iraq
Il New York Times loda un nuovo romanzo, Acts of Faith, che denuncia il
pericolo dell’idealismo americano che già fece danni in Vietnam.
Ma dimentica una notizia da Baghdad
6 maggio
Il solito D’Alema
D’Alema
s’è rimangiato (quasi) tutto. Oggi su Rep. Come al solito, fatto
il passo in avanti ecco subito quello indietro. La tattica al posto
della strategia. Ecco perché non sarà mai un leader serio.
6 maggio
1972 e La Stampa
6 maggio
Ciò che Tony III e il resto del mondo non hanno
La
sinistra che non abdica al suo ruolo di sinistra (direbbe neoMax) ha
vinto. Tony Blair ha vinto per la terza volta. Prima aveva vinto anche
George Bush. Aveva vinto anche l’altro guerriero: il premier
australiano. In Spagna avrebbe vinto il partito di Aznar, se due giorni
prima del voto non ci fosse stato il comizio-bomba di Al Qaida (lo
certificavano tutti i sondaggi). Dall’altra parte, il pacifista Jacques
Chirac ha perso 20 regioni su venti, e ora rischia di perdere anche il
controllo del partito a vantaggio del filo-americano Sarkozy. Era una
stupidaggine, dunque, la teoria secondo cui la guerra in Iraq avrebbe
fatto perdere chi l’aveva sostenuta. L’unico che ha perso, l’eccezione
tra tanti trionfi dei willing, è Silvio Berlusconi. Com’è
possibile? Perché solo lui? Che cos’ha la sua coalizione di
diverso da quella vincente dei suoi colleghi? Follini.
5 maggio/sera
Esportare D’Alema in America
David
Frum, l’ex speechwriter di Bush che aiutò a scrivere il discorso
sull’asse del male, nel suo blog parla di NeoMax D’Alema e di Camillo
5 maggio/ sera
Questo blog
Non
riesce a leggere le cronache politiche italiane sui comici tentativi di
spiegare come la svolta neoMax sia coerente con le posizioni oldMax di
questi tre anni: oggettivamente fanno troppo ridere.
5 maggio
Ei fu siccome immobile
5 maggio
La rivoluzione in pigiama (parte seconda)
La svolta business dei blog
5 maggio
Quaranta cristiani arrestati a Riad, mentre il democratizzatore Bush va a braccetto col tiranno saudita
5 maggio
Gli ultimi scandali Onu
5 maggio
“Non so che cosa abbia detto, non credo abbia detto questo, comunque non sono d’accordo”
A New York Luciano Violante a una domanda sulla svolta neocon di D’Alema
5 maggio
The judiciary fight
Stasera a New York c’è Luciano Violante
4 maggio
I ricchi votano a sinistra, i meno ricchi votano Bush
Un’altra
spiegazione, con mappa, del voto del 2 novembre: gli stati dove lo
stipendio medio è superiore alla media americana hanno votato
Kerry, quelli con la media inferiore hanno votato Bush (via andrew
sullivan)
4 maggio
Fahrenheit 21 milioni di dollari
Slate fa i calcoli in tasca a Michael Moore e sostiene che il regista
solo di royalties abbia incassato l’incredibile cifra di 21 milioni di
dollari. Complimenti.
PS
A D’Alema sarà piaciuto?
4 maggio
Il neocon coi baffi
Ci siamo presi anche D’Alema:
«Esportare la democrazia con successo vuol dire non escludere a priori il tema dell’uso della forza».
«L’idea neocon di esportare la democrazia è giusta, è un grande obbiettivo», «La sicurezza è nell’espansione della democrazia».
Risate, risate, risate. Ma tante, tante, tante. No, di più, di
più, di più. E anco… (Scusate, questo post non
può essere completato: l’autore è piegato in due dalle
risate)
4 maggio
“La guerra in Iraq è stato un grande errore storico e io su questo non voglio aggiustare niente”
Romano Prodi proprio mentre, a Baghdad, giurava il primo governo democratico dell’Iraq
4 maggio
The Wrong Mondadori
Pare che, infine, The Right Nation esca con il titolo “La Destra
Giusta”. Un titolo che svaluta il contenuto del libro. Non è un
libro sulla destra americana. E’ un libro che spiega perché
l’America è di destra. E perché America e destra credono
di essere nel giusto: The Right Nation, appunto. “La Destra Giusta”
è solo un po’ meglio di “O con noi o contro di noi”, ma sempre
pessimo.
3 maggio/sera
Del leninismo di Steve Jobs
Tutto
quello che non avremmo voluto sapere sull’uomo che ha migliorato la
nostra vita. Rich Karlgaard un suo fan che, sapendo quello che sa, non
dovrebbe esserlo più ma continua a esserlo. Sul Wsj
(registrazione obbligatoria).
3 maggio/sera
Springsteen è più Dianetics che Dylan
Invettiva sull’assoluta falsità del Boss e sul suo stratega di
mercato. “Springsteen is no longer a musician. He’s a belief system”.
“The album is suspiciously tuned in to two recent trends, the exploding
population of the Arizona and New Mexico exurbs; and the growing
religiosity of the country as a whole”.
(Qui però il nuovo disco piace anche se Bruce è convinto che l’iPod sia di Bill Gates e per invidia nei confronti degli U2 ne voglia fare uno a stelle e strisce).
3 maggio/sera
Siamo come voi
Le sconcezze di Laura Bush avevano un obiettivo. Centrato. Non hanno
scioccato i repubblicani, ma i democratici. John Tierney sul New York
Times
3 maggio/sera
Profeti (solo) in patria
Il caso pdf non è stato considerato dai tre grandi giornali americani. Secondo il Nyt sono stati “i reporters italiani” a svelare gli omissis. Secondo il Wp, gli omissis sono “showed up in the internet”, grazie a “computer specialists” che hanno “manipulated” i file messi online a Baghdad. Niente sul Wall Street Journal.
3 maggio/sera
Casalinga Bianca
“George, se davvero vuoi porre fine alle dittature del mondo, la sera dovrai restare sveglio un po’ più a lungo”.
Le battute di Laura Bush
3 maggio
Robert-San Francesco d’Assisi- Kennedy jr.
Della devozione dei Kennedy al poverello di Assisi
4 maggio
A casa del falco
Il New Yorker, con le cautele del caso, spiega chi è Douglas Feith a partire dalla sua biblioteca.
3 maggio
L’orrido sito e il greco battuti da Salvatore Schifani (parente?)
Rep. (pagina 6) svela l’autore dello scoop dei pdf americani: uno studente di Messina, alle tre di notte.
3 maggio
Blog vs msm
Lo
scoop di Gianluca Neri ha fatto fare una figura barbina ai militari
americani non per la rilevanza delle notizie nascoste in quegli omissis
(era giusto e per niente scandaloso nascondere quei nomi, specie i nomi
dei due agenti italiani che ora non potranno più svolgere il
loro lavoro sotto copertura- e by the way il governo italiano conosceva
già quegli omissis visto che due dei nostri hanno fatto parte
della commissione) ma è stato fenomenale per il fatto in
sé, cioè per il fatto che i militari Usa in Iraq non
sapessero che i file pdf si possono copiare su word eccetera, e
perché nessuno tra i giornalisti della carta stampata sia stato
in grado autonomamente di fare quello che hanno fatto Neri, il greco e
gli altri. Lo scoop ha riaperto il dibattito blog-cartastampata. I blog
di sinistra improvvisamente si sono accorti che Rep. (perlomeno quella
online) usa non citare le fonti e comportarsi in modo scorretto
(benvenuti!) e ora è tutto un “ma quanto siamo fighi noi blogger
eccetera”. In realtà anche alcuni blog, o qualcosa del genere,
si comportano come i giornali cartacei. Dagospia, per esempio. Ha dato
la notizia degli omissis svelati, ma non ha detto che è stata
scoperta da un blog suo concorrente. C’è blog e blog, c’è
carta stampata e crta stampata, insomma. Dagospia, in verità, fa
spesso così. Copia altri blog, anche molto famosi, poi dà
ai suoi lettori l’impressione di essere l’autore di quelle notizie.
Insomma, anche i blog soffrono del classico difetto del giornalismo
italiano:copiare senza citare la fonte e senza nemmeno rimandare
all’articolo originale. Oggi, tanto per dirne una, Dagospia dà
una serie di notizie americane come se fossero sue, quando in
realtà erano ieri notte sulla prima pagina di Drudge Report
(sito che non fa mai di queste scorrettezze). Tra l’altro una delle
notizie è data in modo sbagliato: non è il sito Msnbc che cambia nome, è la tv via cavo Msnbc a cambiare nome. E anche in questo caso lo scoop (non ancora confermato) è di un blog, di Drudge appunto.
2 maggio
Meno tre alla fine
Una
disperata è incinta. Un’altra ha un amante. Un’altra ha scoperto
che il marito sta con la sua ex. Un’altra ha assunto un investigatore,
dopo che le è saltata in aria la cosa. La morta non si chiamava
Mary Alice né Mary Ellis. Si chiamava Angela.
2 maggio