Camillo di Christian RoccaLa prima battaglia per la vita che rende più difficili le nascite

Al direttore – Per ribadire il suo no al finanziamento federale sulla ricerca sugli embrioni, Bush s’è portato dietro 21 bambini nati da embrioni non utilizzati e rimasti in giacenza nelle cliniche di fecondazione. Qui non è importante ricordare che Bush non ha vietato la ricerca, non ha posto veti sul finanziamento pubblico statale (tantomeno su quello privato), né su quello federale sugli embrioni creati prima del 2001. Non c’è neanche bisogno di spiegare che il Far-west americano sulla fecondazione assistita non è stato messo in discussione. Il punto è un altro: con la legge 40, quei 21 bambini non sarebbero mai nati. Capisco e condivido la preoccupazione etica di tutelare il concepito, anche se dovete ancora spiegare come faccia un embrione non impiantato nell’utero a essere vita in atto anzi già persona, già uomo, già diplomato, già ragioniere, già abbonato Rai, visto che da solo, e senza un ventre di donna nel quale svilupparsi, non potrà mai nascere neanche se gli si legge tutte le sere il libro di Socci su Medjugorje. State conducendo la prima battaglia per la vita che rende più difficili le nascite. Perché, perché, perché?
                        Christian Rocca

Risposta di Giuliano Ferrara

Per il nostro amico Christian è insopportabile l’idea che un leader da lui apprezzato abbia fissato un limite alla libertà estrema di un paese da lui (Rocca) tanto amato. Invece quel limite ora c’è, si manifesta guarda un po’ con un veto o divieto, ha le fattezze di quei ventuno bambini, di quei piccoli Brunetta che ci sono, sono usciti dal freddo in cui li avevano cacciati i tecnici di laboratorio e i desideri volatili delle coppie che li avevano generati, e potranno leggersi i libri di Socci o quelli di Salinger o di Johnatan Safran Foer, e magari anche gli articoli di Rocca nel Foglio, se impareranno l’italiano. Se un giorno leggeranno la sua lettera spiritosa ma incongrua di oggi, forse gliene vorranno un po’, e noi spiegheremo loro pazienti che anche Rocca e i suoi e nostri amici radicali avevano le loro ragioni, peccato che fossero sbagliate sulla questione decisiva: il diritto degli esseri umani a venire all’esistenza, specie se concepiti per decisione tecnica degli uomini.

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