Caro Christian, facciamo presto che sto portando i bambini al mare, che poi è un modo per dire che sto già andando al mare a giugno, fingendo di farlo per i bambini. Non ho più spazio in valigia perché ho messo dentro i soliti dodici libri di cui poi uno ne legge tre, se va di lusso. Per la parte romanzi, mi ero messo da parte questi (uno li comincia, poi si distrae, non ha tempo, e finisce per dire “li leggo poi al mare”): Jonathan Safran Foer, che è bellissimo, salingeriano e mi mancano solo cinquanta pagine quindi mi occupa spazio inutilmente. Poi, Nick Hornby, che parla di depressi e suicidi e quindi è meglio leggerlo in spiaggia che tra un capitolo e l’altro vai a fare un giro col windsurf e dici chemmenefregammé-io-c’ho-il-windsurf (sì, lo so, il windsurf è molto anni Ottanta, ma io ho cominciato un anno fa: forse quest’estate inizio anche a farmi le canne). Poi Tommaso Pincio, che si è inventato tutta una storia psichedelica legata alla California dei figli dei fiori, all’”Estate dell’amore” e agli sbalestramenti che ne seguirono. Quello lo leggo al baretto, la sera, con la maglietta di Haight Ashbury che ho comprato a San Francisco l’anno scorso.
Caro Luca, siamo a luglio e già facciamo le liste come quelli di “the other side” che a inizio estate hanno già pubblicato un calendario del 2006. Non siamo messi molto bene. Comunque. Io invece sto selezionando i miei dischi dell’estate. Quello che mi fa impazzire è The Sunset Tree dei Mountain Goats. Io non sapevo chi fossero, poi ho scoperto che fanno dischi dal 1994. Sembrano Lou Reed e David Bowie in versione alternative country. Mi piace molto anche il doppio di Ryan Adams, stile Ryan Adams. Poi è uscito il secondo cd di canzoni dei Radiohead rifatte per pianoforte classico. Questo è più bello del primo, perché Christopher O’Riley ha scelto i brani meno noti di Thom Yorke. Ti confesso che è bello, anche se non tutto, il disco di Robert Plant. I know, I know. You don’t do Led Zeppelin (Ehi, non è il titolo. E’ una battuta in inglese). Mi piace anche il rockettino dei Marjorie Fair e il progressive dei Porcupine Tree, almeno quando non decidono di fare gli Ac/Dc. Però il disco che mi piace di più è del 1969. Dusty in Memphis di Dusty Springfield. Come ho fatto fin qui a vivere senza, non lo so. Son of a preacher man è una delle più belle canzoni di sempre.
Caro Christian, è bello poter contare sugli amici. Ho scritto dei Mountain Goats la prima volta tre anni fa (la seconda, l’anno dopo su un giornale che lì non arriva e che si chiama il Foglio), ma tu stavi probabilmente aggiornandoti sui Beach Boys, allora. Mi è appena arrivato il DVD di questo film su Baghdad sotto l’occupazione americana, “The dreams of sparrows”. Ne avevo letto bene sui giornali americani, tu l’hai visto?
Caro Luca, Baghdad è stata liberata, non occupata, dagli americani. Non ho visto quel film, ma ho scoperto che esistono i King Crimson portoricani: i Mars Volta. Cioè è portoricano solo il leader, uno con una gran quantità di cognomi come Galli della Loggia. Si chiama Omar A. Rodriguez-Lopez. Loro suonano proprio come i King Crimson, anche se a volte sembrano gli Area. Anche la copertina sembra dei King Crimson. Il disco si chiama Frances the Mute ed è un concept album, ma non ho capito di che diavolo parli. Ci sono vedove, cigni, sarcofaghi, carestia, fantasmi, sarcofaghi e sillabe ombelicali. Boh. Comunque, sappi che ho trovato il posto più bello del mondo per sentire musica nuova. E’ un piccolo clun nel Lower East Side di Manhattan dove ogni sera suonano quattro gruppi oppure otto nel weekend. Il posto si chiama The Rockwood Music Hall. Rockwood è l’omino dell’800 che sta appeso su un bugigattolo sopra l’entrata per manovrare le luci sul palco. Le band sono sconosciute. Non alle prime armi, però. Spesso hanno già fatto dei cd per etichette indipendenti impossibili da trovare. Ho visto uno dei concerti più divertenti degli ultimi anni, di un gruppo, The Doll Hospital, guidato da una cantautrice che si chiama Heather Eatman. Lei è una specie di giovane Tom Waits metropolitana, una disorientata, disincantata e disperata trentenne genere alternativo-sfigato. Insomma, sembra una di Milano.
Caro Christian, certo che te la godi, tu. Pensa che qui in Europa c’è appena stato l’Eurofestival ed è uscito il disco degli Oasis, che più o meno siamo sullo stesso livello. Meno male che vado in vacanza. Ho un solo dubbio: mi porto le scarpe da jogging o le carte da briscola?
Caro Luca, ora che si pensa già alla prossima stagione sportiva, pensa un po’ a cosa è successo in quella appena terminata: Bush ha vinto, Blair ha vinto, il premier australiano ha vinto. La Spagna non fa testo, causa invasione di campo. Sull’altro fronte, quello pacifista, Schroeder ha perso, Chirac ha perso il referendum sull’Europa. Insomma, un trionfo per i liberatori di Baghdad e un disastro per chi voleva che Saddam restasse al suo posto. Mi chiedo, allora, come mai nella coalition of the willing l’unico a perdere sia stato Carletto Ancelotti…