Camillo di Christian RoccaRE: NO SUBJECT di Christian Rocca & Luca Sofri

Caro Christian, ti do un suggerimento per un’inchiesta giornalistica che tutti vorremmo leggere. La scriverei io, ma dalla spiaggia in cui mi trovo, le possibilità di acccesso alla documentazione necessaria sono limitate. Insomma, possibile che delle reali protagoniste delle nostre estati in spiaggia, da sempre, non si sappia niente? Possibile che si facciano copertine e articoli sulle Veline, sulle fidanzate dei calciatori, sui bagnini, sulle canzonette da mare, e nessuno parla di loro? Possibile che nessuno sappia spiegarmi cosa sono, da dove vengono, e quale sia l’origine del fascino delle loro rotondità?
Insomma, dalla spiaggia dove mi trovo sale alta e curiosa la richiesta: cosa diavolo sono le pallette pelose marroni che si riversano sulla riva dopo le mareggiate?

Caro Luca, io piuttosto sono alla ricerca di un giornale che mi pubblichi una autorecensione del mio libro, cioè una bella e positiva critica dello splendido saggio che ho appena pubblicato, però scritta da me stesso. Pensa: sarebbe una svolta epocale. Oggi la maggior parte dei libri viene segnalata sui giornali “in amicizia”, aumma-aumma. Il giornalista-recensore conosce l’autore che spesso è un collega, e con soli due scarabocchi fa un favore all’amico che prima o poi ricambierà. E’ un sistema perfetto. La “marchetta” funziona. E’ tutto un magna-magna. Anch’io ne ho usufruito, sebbene non in una trasmissione in onda su radiodue condotta da uno che conosco. Mi chiedo però perché non passare direttamente alle autorecensioni. In fondo è più corretto, più lineare. Io, per esempio, so per certo che il libro “Contro l’Onu” è il più formidabile saggio della storia italiana recente. Perché non lo posso dire liberamente?

Caro Christian, ho un’idea prodigiosa: perché non ne parli proprio qui, in questa ospitale rubrica? Ci hai pensato? O ti imbarazza parlarne? Dopo di che ci cerchiamo un altro lavoro. Ma diciamo pane al pane: tu conoscevi i Bread? Erano una band anni Settanta ma versante pop ammodino, molto pop: non di quelli che poi muoiono di overdose e finiscono sulle magliette, anche se i due leader litigarono parecchio tra loro allo scioglimento della band. Lo scrivo per giustificare il fatto che io dei Bread non sapessi niente tranne una canzone – “Guitar man” – e magari i lettori di GQ hanno tutti i dischi dei Bread. Ma anche a loro interesserà il disco tributo di loro canzoni uscito da poco, interpretate da giovani e meno giovani di belle speranze come Josh Rouse e i Cake. Quelli ignoranti come me, invece, possono buttarsi su una delle antologie dei Bread: fanno molto onde del pacifico e vento nei capelli, è l’Estate dell’amore!

Caro Luca, tu e i lettori di GQ non vi siete ancora convertiti a Dusty Wright e ai suoi GIANTfingers. Non fare quella faccia: è il gruppo di “chamber art rock” che tre anni fa scoprii per caso da Tower Records e di cui ne scrissi meraviglie. Dusty googlò il suo nome su internet e trovò il mio articolo. Ti ho raccontato mille volte che siamo diventati amici e una volta l’ho pure presentato a tuo fratello. Bene. Ho deciso di aggiornarti costantemente sulle cose che sta facendo. Chiamala, se vuoi, marchetta in progress. Dusty sta lavorando al secondo disco dei GIANTfingers, Second chance. Sono andato più volte alle prove in studio e l’ho visto live in tre occasioni. Aveva preso una meravigliosa violinista cinese di 22 anni, Dominique. Poi però, dopo un concerto nel Lower East Side, Dominique non s’è fatta più vedere. Al bancone del club dove suonavano c’era un tizio che nessuno di noi conosceva, salvo poi scoprire che suonava le tastiere con Art Lande (uno della Ecm). Insomma a questo Erik Duetsch capitato lì per caso, i GIANTfingers sono piaciuti e ora ha preso il posto di Dominique nel gruppo. Il problema è che con le tastiere al posto del violino, ora i GIANTfingers sembrano i Roxy Music.

Caro Christian, ma il tuo amico Dusty non vuole farsi un’autorecensione, già che ci siamo? Io comunque sto aspettando il nuovo cd dei Sigur Ros, gli islandesi che si inventarono un genere tutto loro qualche anno fa, ma al secondo cd non si inventarono nient’altro. Vediamo al terzo. Lì da te, come va? Sei sempre a New York? Hai visto il remake del Maggiolino tutto matto? Hai letto il nuovo libro di John Irving, quello di “Hotel New Hampshire? O ti stai autorecensendo tutto il tempo?

Caro Luca, sono un giornalista che approfondisce i temi di cui scrive (ecco, questa cosa la metterei nella mia autorecensione). Così sono corso alle Bahamas, a Columbus, l’isolotto di San Salvador dove tutto cominciò 500 e rotti anni fa. Un’inchiesta vecchio stile.

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