Eccolo là, Bruno Tucci: ossia il presidente della sezione laziale di quell’ente inutile e italiota che pomposamente si chiama Ordine dei Giornalisti. Eccolo là, pronto a scattare sull’attenti e a puntare il ditino contro il neoconduttore del calcio su Mediaset, Paolo Bonolis, colpevole di non avere il tesserino a norma di legge, il bollino ai sensi del regio decreto, il talloncino conforme ai regolamenti vigenti. No-no-no. Scandalo. Indignazione. Vergogna. Bonolis non è iscritto all’Ordine, quindi non può, non deve, non si permetta. Giammai. “Per quale ragione – dice Tucci – affidare a un non giornalista un programma di informazione sportiva?”. S’è chiesto, Tucci, che la ragione, forse, è in una parola che comincia con tele e finisce con visione? Cioè che Bonolis sa fare la televisione, mentre fior di iscritti all’albo no? Che cosa diavolo c’entri il tesserino da giornalista di Stato con la competenza a condurre un talk show resta un mistero, un mistero che torna ogni volta che una Mara Venier intervista un attore del cinematografo o una Loredana Lecciso fa un balletto. Un mistero che si spiega soltanto col fatto che se l’Ordine non si occupa di queste cose, non saprebbe che altro fare. Non si spiega, infatti, quale possa essere la ratio per cui la schedina letta da uno-col-bollino è più affidabile di quella letta da un comune mortale; né perché l’1-X-2 declamato da un intrattenitore sia meno autorevole di quello eventualmente pronunciato da un Mario Pirani o da un Giuseppe D’Avanzo. Non c’è nessuna spiegazione, appunto. Come non c’è alcun motivo per rimpiangere quel “90° Minuto” che era una delle trasmissioni più bollite della storia della tv. E non solo ora che agli occhi del tifoso di calcio è totalmente inutile grazie al miracolo del satellite, ma anche prima, ai tempi d’oro, con i Carino e i Bubba e i Castellotti e i Gard e i Giannini e i Zuccalà e tutti gli altri simpatici componenti di quel surreale circo da paese in via di sviluppo. A Bonolis, il cultore di calcio avrebbe preferito il modello Sky, l’unica tv che racconta il pallone con eleganza, competenza e poche isterie, ma obiettare che non ha il bollino di Stato è privo di senso. Fosse ancora divertente, Nanni Moretti direbbe che allora ve lo meritate, Giampiero Galeazzi, ve lo meritate.
4 Agosto 2005