Elogio di Rep.
Non proprio di Rep. ma
di un suo giornalista, Carlo Marincovich. La sua pagina sulla Coppa
America a Trapani, e ve lo dice uno che si annoia al solo pronunciare
la parola barca-a-vela, è letteralmente strepitosa.
30 settembre
La parola definitiva su Cindy Sheehan
E’ di Charles Krauthammer sul Washington Post.
30 settembre
Kennedy, Sheehan, Truman e la guerra
“Harry,
ma perché diavolo sostieni quel figlio-di-puttana-paralizzato
che ha ucciso mio figlio Joe”, disse Joseph P. Kennedy,
riferendosi a suo figlio Joe che era morto in guerra. Kennedy
continuò dicendo che la colpa della guerra era di Roosevelt.
Truman, secondo la sua successiva ricostruzione, sopportò il
più possibile e poi disse a Kennedy di tacere o l’avrebbe
scaraventato fuori dalla finestra.
(da “Truman” di David McCullogh, pagina 328,
riportato da Charles Krauthammer ieri sul Washington Post)
30 settembre
Mai dire Ciro Falanga
Ciro
Falanga è un deputato di Forza Italia eletto col Polo
all’uninominale (con lista civetta collegata dal nome “Per l’abolizione
dello scorporo e contro i ribaltoni”). E’ uno tosto,
l’onorevole Ciro. Quando la maggioranza approvò la legge sul
falso in bilancio respinse con forza le accuse della sinistra. ”Non
è vero che si approva questo provvedimento per fare gli
interessi di Berlusconi. Il vantaggio è per l’intera
collettività”.
Ma ecco la storia. Un paio di mesi fa, il 16
marzo 2005, Ciro Falanga disse a chiare lettere: “Per me è
inammissibile il cambio di casacca. Sono stato eletto con i voti della
Casa della libertà. Per me sarebbe allucinante tradire questo
mandato”. Ma c’era chi sosteneva che si stava avvicinando a Mastella o
ai Repubblicani della Sbarbati. Ciro Falanga, sempre a marzo, chiuse la
polemica: “Il collegamento con questi personaggi di cui sgradisco i
metodi mi offende”.
Ieri pomeriggio l’ANSA ha dato questa notizia con il titolo “VERTICE PRODI-SEGRETARI-CAPIGRUPPO”.
Ecco il testo: (ANSA) – ROMA, 29 set – E’ cominciato nell’aula del
gruppo della Margherita alla Camera il vertice sulla legge elettorale
con Romano Prodi, segretari di partiti e i capigruppo dell’Unione di
Camera e Senato. Prodi e’ stato tra i primi ad arrivare dopo i
capigruppo Bordon e Castagnetti della Margherita, Violante e Angius dei
Ds. Sono presenti Piero Fassino, Enrico Boselli, Oliviero Diliberto,
Clemente Mastella, Ciro Falanga per i repubblicani europei, Dario Franceschini per i Dl, Paolo Cento dei Verdi, Russo Spena di Rifondazione e i capigruppo dei vari partiti. (ANSA).
30 settembre
“Terrorismo e noia”
Martin Amis fallaciano contro l’Islam.
(L’articolo del giorno è di Annalena Benini, sul Foglio Inserto III)
30 settembre
Scoop
Oggi
l’Espresso pubblica un’inedita intervista a George Clooney. Pare che
l’attore americano viva sul Lago di Como, giri l’Italia in moto
eccetera.
30 settembre
I guai di Tom DeLay, il duro che in Texas voleva arrestare l’opposizione
30 settembre
Hail to the Chief
John Roberts è il nuovo Chief Justice delal Corte Suprema. Il senato ha confermato la sua nomina con 78 voti contro 22. Vuol dire che metà dei Democratici ha votato a favore.
29 settembre
Lo Zuccopycat del Corriere
Oggi
Caretto definisce Tom DeLay “il mastino dei neocon”. Caretto non sa di
che cosa parla. Il punto però è il Corriere, non lui.
Perché continua a coprire le sue incompetenze?
29 settembre
Unborn in the USA
Netta maggioranza pro aborto, anche alla Corte Suprema.
29 settembre
Krizia contro l’Italia
Avete presente la polemica di Krizia contro Anna Wintour, direttrice di
Vogue, che penalizzerebbe la moda italiana? Krizia s’è
incavolata perché su Vogue c’era un articolo sui migliori
stilisti del mondo penalizzante nei confronti degli itaiani, quindi ha
invitato per ritorsione a boicottare la festa che la Wintour dà
questa sera a Milano. Alcune cose: 1) in quella lista due stilisti su 7
erano italiani; 2) quel numero di Vogue è vecchio di due mesi,
solo che in Italia è arrivato adesso; 3) quello attualmente in
edicola in America contiene un articolo dal titolo, in italiano, che fa
“Bravissimo”; 4) nell’articolo si parla solo di giovani stilisti
italiani molto bravi, penalizzati dalle grandi firme; 5) il ricavato
della festa di beneficenza di questa sera organizzata dalla Wintour e
boicottata da Krizia in nome del made in Italy andrà a favore
dei giovani stilisti italiani.
29 settembre
C’era una volta “si è fatto mezza città”
Titolo della Stampa: “Calissano, quello che le donne non dicono – A Genova le ha avute tutte”. Tutte, tutte?
29 settembre
Blair è contro Kyoto
Sui giornali italiani, tranne uno, non ne avete letto. Qui una serie di link ai giornali inglesi
29 settembre
“Non si vive di sola isola” e “Fatina, mi hai detto zoccola”
Momenti fantastici ieri sera su raidue.
29 settembre
I quindici minuti stanno scadendo
In un comico tentativo, pubblicato da The Huffington Post, per rimediare alla gaffe “even though it is a little wind and a little rain“,
la Peace Mom ha rincarato la dose di accuse alla Cnn, come se la Cnn
fosse uno strumento di Bush, per aver dato più spazio
all’uragano Rita piuttosto che alla sua manifestazione pacifondaia. Nei
commenti i lettori si scatenano contro le stupidaggini contenute
nell’articolo.
28 settembre
Pacifisti o guerrafondai
Quello che i giornali non dicono sulla Peace Mom e i suoi compagni organizzatori della marcia su Washington
28 settembre
L’eccezione, naturalmente
E’ Maurizio Molinari
sulla Stampa: riporta che “né il il New York Times né il
Washington Post, entrambi schieratisi nel 2004 contro la rielezione di
Bush, hanno messo l’arresto di Peace Mom in prima pagina, limitando la
notizia nelle pagine interne mentre il liberal Los Angeles Times ha
raccontato l’arresto in venti righe con una scelta simile ad Usa Today,
il giornale più venduto degli Stati Uniti, che non è
andato oltre un trafiletto”. Censura? No. “A spiegare le scelte dei
media americani è il sospetto che l’intero caso sia stato
costruito ad arte”.
28 settembre
La gaffe del Corriere sul Tg di Al Qaida
“Guido
Olimpio sul Corriere della Sera scrive che nel video di al Qaida,
c’è una novità – “la comparsa di
sottotitoli in inglese” – dandone una spiegazione
dettagliata dal punto di vista della strategia di comunicazione. Ma non
si è reso conto che la traduzione – senza la quale molti
giornalisti non avrebbero potuto capire il notiziario – non
è stata fatta dai terroristi, ma dal Memri”. Anna Barducci sul
Foglio, inserto I di oggi.
28 settembre
E dopo i servizio sulle vacanze intelligenti e sulla crisi del maschio, quello sulla conversione di Fassino
Luca Sofri spiega da giorni le assurdità
del giornalismo italiano che si dimentica di aver già scatenato
il dibattito sulla fede di Fassino un anno fa e ora la riprende pari
pari. Facci, che legge Witt, se ne è accorto con la rubrica sul Giornale.
28 settembre
Complimenti all’Unità (veri, non scherzo)
Oggi ha pubblicato in prima pagina il titolo “Hamas come Al Qaeda”
28 settembre
Il socialista Bush
Deputati e intellettuali di destra criticano un presidente che aumenta la spesa sociale più di un liberal
27 settembre
Cindy e Rita
La peace mom di cui si è innamorata la stampa italiana ha
scritto queste parole su Daily Kos: “i am watching cnn and it is 100
percent rita…even though it is a little wind and a little rain…it
is bad, but there are other things going on in this country today…and
in the world!!!!”. Stanotte si è fatta arrestare per molto meno.
26 settembre
Taysser Allouni, I presume
Ve
lo ricordate il cronista di Al Jazeera, Taysser Allouni? Era l’unico
giornalista rimasto a Kabul prima dell’invasione americana,
naturalmente per Al Jazeera. Ve lo ricordate quel paladino della libera
informazione, no? Be’, è stato condannato a 7 anni di
galera per aver collaborato con i terroristi di Al Qaeda.
26 settembre
Correzione a vita
Giorgio Napolitano non è più parlamentare europeo
dall’anno scorso al contrario di quanto ho scritto ieri dopo averlo
letto su un qualche giornale. Un lettore me lo segnala e io lo
ringrazio.
25 settembre
Il garante dei lettori del NYT ancora contro Alessandra Stanley e Paul Krugman
Byron Calame è un grande.
25 settembre
Ancora sullo Zuccopycat del Corriere
Il suo articolo di oggi sulla manifestazione pacifista di Washington
comincia così: “E’ stata la prima, grande manifestazione di
protesta contro la guerra in Iraq”.
La prima?!?
25 settembre
Oggi qui si sta con Libero
Titolo: Mandatelo a casa. Foto: Follini. Svolgimento: potete immaginarlo. Nota bene: con difesa dei fischiatori di Ruini.
25 settembre
Come mai
Oggi nessun giornale italiano ha ripreso l’opinione dell’ex assistente
di Annan che sul New York Times ha proposto di ridurre l’Onu in un milione di piccoli pezzi?
PS
Il titolo dell’articolo “One million little pieces” è ovviamente un omaggio all’ottimo libro di James Frey
25 settembre
Di idiozie
Se ne leggono tante, ma come questa di oggi sul Financial Times
(grazie Daniele) è difficile trovarla. Si tratta di un commento
sull’alienazione della società moderna e sulla decadenza dei
costumi occidentali causati indovinate da chi? Dall’iPod. Sì,
dall’iPod. Le solite cose: la gente ascolta la musica, da sola, e non
parla, non comunica, non interagisce. Quanto era bello quando
ascoltavamo la radio, tutti insieme, due amici, una chitarra uno
spinello, eccetera. Ma siccome l’idiozia non viene mai da sola, e non
è mai completa se non c’è un attacco a Bush, l’articolo
finisce così:
“In this regard, I think it is interesting to note that George
W. Bush is our first iPod president (during the last campaign,
it emerged that he plugs in while he works out).
People around the world have wondered how Bush could be so distant in
the days after hurricane Katrina struck the US. But the more I think
about it, the less surprised I am. Whatever his faults, Bush is
representative of his time. He’s doing his own thing. He’s listening to
his own music. He’s another guy who can’t hear what you are saying
because he’s wearing little white earphones”.
25 settembre
Se prima ero in uno a ballare l’alli galli
Oggi sul New York Times, Nader Mousavizadeh, propone di distruggere l’ONU in “un milione di piccoli pezzi”:
“The central, governing structures of the United Nations – the Security
Council, the General Assembly and the Secretariat – have each in their
own dismal way been allowed to decay to the point where they arguably
do more harm than good to the very causes they were founded to serve.
They should be dissolved” a vantaggio delle agenzie umanitarie che
funzionano. (Da CONTRO L’ONU:
“Non va cestinato tutto, ovviamente. Ci sono agenzie, fondi e programmi
umanitari che funzionano. Non tutti e non sempre, ma vanno rafforzati,
sostenuti, finanziati e soprattutto meglio gestiti. Sono da chiudere il
Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea Generale, i principali
complici del caos internazionale. Se non si agisce subito
c’è il rischio che l’irrilevanza politica di questi
due organi travolga anche le agenzie umanitarie”). Nader Mousavizadeh
è stato political officer dell’Onu in Bosnia nel 1996 e ha
lavorato fiancoa a fianco con Kofi Annan dal 1997 al 2003. Il New York
Times è al secondo articolo contro l’Onu in una settimana.
PS
Emmebi mi butta subito giù con questo titolo di IO donna odierno:
Nicole Kidman “L’Onu è in crisi ma io lo difendo”. Che ingrata! E pensare che, come scrisse Newsweek, ci ho pure pranzato…
24 settembre
Ora anche il compagno Hitchens è un “neocon”
Opinione (è proprio il caso di dirlo) di Aldo Rizzo sulla Stampa:
“In un articolo su The Weekly Standard, ripreso ieri dal Corriere della
sera, il politologo «neocon» Christopher Hitchens sostiene
che…”
24 settembre
Libero fischio in libera piazza
La canea contro i civilissimi fischiatori del cardinal
Ruini non la capisco. Non capisco perché Ruini non possa essere
fischiato, specie se interviene (legittimamente) da politico nel
dibattito legislativo italiano. Boselli opportunamente ricorda la
frase, che ho messo nel titolo, pronunciata da Sandro Pertini. E poi,
se le cose sono davvero andate come si è visto nei servizi dei
tg, mi sembra sia stata una cosa ordinata, allegra, tranquilla e
pacifica. Erano comunisti? Embé? I leader del centrosinistra
sono stati, al solito, i più baciapile. Dall’altra parte, comico
l’intervento di Antonio Socci sul Giornale. Sostiene che quei fischi
siano la stessa cosa della devastazione di Genova compiuta dai “ragazzi” del G8 e scrive di
“intimidazioni intolleranti che non si limitano a zittire e insultare
gli avversari politici (e sarebbe già gravissimo), ma
addirittura prendono di mira un prelato, il presidente dei vescovi
italiani”. Addirittura. Ha scritto proprio “addirittura”. Ed è
sempre Socci, lo stesso appassionato opinionista che sul mio giornale aveva invitato i
ciellini di Rimini a fischiare e a non far parlare per la sua posizione
sui referendum non uno qualsiasi, ma Gianfranco Fini. Addirittura il
ministro degli Esteri.
24 settembre
Ciampi
Ma che senso ha nominare senatore a vita un politico,
ripeto: un politico, ancora attivo e ancora presente in Parlamento
(sebbene quello europeo)?
Su Pininfarina sono d’accordo. Del resto è l’uomo che ha fatto questa, esattamente questa, ovvero la mia unica macchina di proprietà.
24 settembre
Ditegli di smettere
John Kerry continua a fare
campagna elettorale (del resto ha vinto i dibattiti 3 a 0, no?), ma non
se lo fila nessuno. Un appello perché si ritiri scritto da New
Republic, ché ormai finita.
23 settembre
E se fosse solo George W. Bush?
In due giorni il New York Sun ha pubblicato due diversi editoriali, uno si intitolava Franklin Delano Bush e un altro Lyndon Baynes Bush. Il 21 gennaio 2005, sempre secondo un editoriale del Sun, Bush era “John Fitzgerald Bush“
23 settembre
“Poverty? Poverty? Follow me”
Imperdibile
racconto della Clinton Global Initiative pubblicato dal settimanale
liberal New Republic. Si racconta di un Clinton più larger than
life che mai e dell’inutilità sostanziale della manifestazione.
Fantastico quando da Nobu, Clinton parla parla parla con Elvis
Costello, il quale si vorrebbe suicidare. E poi quel “Poverty? Poverty?
Follow me” con cui una hostess chiamava a raccolta i partecipanti a un
seminario sulla Povertà. Ricorda la risposta del centralino
della Commissione Stragi del Parlamento italiano: “Stragi, dicaaa”
23 settembre
Ideazione
E’
uscito il nuovo fascicolo di Ideazione. Ho scritto una cosa sui blog e
la politica, ma l’articolo non sarà online. Sappiate che la tesi
è: i blog hanno fatto male alla politica.
23 settembre
L’Internazionale, futura umanità
Il
settimanale che “raccoglie il meglio dei giornali di tutto il mondo”
oggi supera il ridicolo cui ci ha spesso abituati col servizio di
copertina dal titolo: “2005, le dieci notizie più censurate”.
Quali sono?
Eccole complete di titolo originale e di prime righe:
- Le attività segrete – L’aministrazione Bush sta facendo di tutto per evitare che i cittadini, e perfino il Congresso, scoprano quello che fa il governo
- Le bugie su Falluja
- I brogli elettorali – Il 2 novembre George W. Bush ha battuto John Kerry…
- La privacy violata – George W. Bush ha firmato…
- Sfruttare lo tsunami – (…) L’amministrazione Bush ha sfruttato la catastrofe…
- Il vero scandalo Oil for food – (…) Le prove di corruzione legate a quel programma sono molte, ma conducono agli Stati Uniti, non all’Onu
- I giornalisti nel mirino – (…) Da quello che sappiamo, finora nessuno ha mai ordinato di sparare ai reporter. Ma è stata rilevata una complcità, accompagnata da una campagna militare…
- Contro gli agricoltori iracheni
- L’Iran e il petrolio – Da un po’ di tempo l’amministrazione Bush…
- Gli ecosistemi minacciati
23 settembre
Ma il Corriere sa di avere il nuovo Zuccopycat?
Ennio
Caretto oggi ha scritto un articolo su Cindy Sheehan da mettersi le
mani nei capelli e tra l’altro senza il meraviglioso stile
fantasmagorico di Zucconi. Dunque. Comincia con un “I neocon la
definiscono” eccetera. E’ la solita cosa Caretto-style: quando vede uno
con la faccia cattiva, o quantomeno che non la pensa come lui, lo
definisce un neocon. Non sa cosa sia un neocon o chi siano i neocon, ma
non importa. Parliamo di Cindy. Caretto scrive: “Inizialmente Cindy e
il marito Pat Casey…”. Alt. Pat Casey? Cioe?!?
Il marito si
chiama Pat Sheehan. Casey è il nome di battesimo del figlio
ucciso in Iraq, Casey Sheehan. Caretto s’è confuso e continua
scrivendo che marito e moglie all’inizio erano favorevoli alla guerra,
ma dopo la morte del figlio “abbracciarono il credo pacifista”. Solo
che non è vero. Cindy era contrarissima alla guerra anche prima
e il marito di Cindy, nonché padre di Casey, non ha abbracciato
affatto “il credo pacifista”. Anzi ha chiesto il divorzio dalla moglie,
dopo 28 anni di matrimonio, proprio per “irreconcilable differences”
(qui trovate la richiesta di divorzio)
la settimana dopo l’inizio della protesta di sua moglie. Non solo:
anche gli altri componenti della famiglia hanno deciso di non seguire
Cindy, tanto che la famiglia
allargata, nonni, zii, parenti eccetera, ha addirittura fatto un
comunicato stampa per prendere le distanze da Cindy e dalle cose che
dice. Cindy, peraltro, era contraria alla guerra anche prima della morte del figlio, al contrario di quanto scrive Caretto (basta leggere quello che dice la Sheehan medesima). Di sicuro c’è che a favore, in famiglia, c’era Casey, il figlio, tanto da essersi arruolato volontario: “It’s my duty”,
disse Casey alla mamma. Altra cosa ribaltata da Caretto, la Sheehan fu
ricevuta da Bush dopo la morte di suo figlio e, allora, le parole di
Cindy furono di elogio al presidente (“I now know he’s sincere about wanting freedom for the
Iraqis … I know he’s sorry and feels some pain for our loss. And I
know he’s a man of faith”) tanto che la peace mom e Bush si baciarono (vedi foto).
Caretto scrive che quando incontrò Bush, “Cindy non gli nascose
la propria tragedia e i propri dubbi”. La “propria tragedia” è
ovvio, visto che l’incontro è avvenuto proprio per la tragedia
che ha colpito Cindy e non per discutere di politica economica. Quanto
ai “propri dubbi” è Cindy stessa a raccontare che non glieli espose affatto:
“We had decided not to criticize the president then because during that
meeting he assured us ‘this is not political.’ And I believed him”.
Potrei continuare per altre 100 righe con gli errori contenuti
nell’articolo (a proposito: “John Terney” si chiama John Tierney con la
“i”. E se è l’analista dell’Institute of World Politics, come
immagino, si chiama John J. Tierney jr., viceversa sembra John Tierney del New York Times), ma mi fermo qui e, su Cindy, rimando a un pezzo
più accurato, il quale spiega perché a parte la stampa
liberal e Caretto nessun politico democratico, nessun leader, nessun
candidabile alle presidenziali, si faccia vedere accanto alla peace
mom. Leggete
le cose che dice Cindy e capirete. Caretto ha omesso anche l’ultima
assurdità detta della peace mom, ovvero la richiesta di ritirare
le truppe americane non solo dall’Iraq ma anche da New Orleans. Ripeto
ciò che ho scritto qualche giorno fa: “Una mamma che ha perso un
figlio (un figlio che volontariamente è andato in Iraq) è
giustificata, qualsiasi cosa dica. Non è giustificabile che i
giornalisti liberal e di sinistra sfruttino il suo dolore e la sua
disperazione per abbattere una presidente che non accettano”.
PS
Poi, per fortuna, il Corriere oggi pubblica anche questo
23 settembre
John Roberts va avanti
13
a 5 il risultato del voto a favore di Roberts come nuovo Chief Justice
della Corte Suprema. Per lui hanno votato i 10 repubblicani e 3
democratici su 8. La settimana prossima il voto in Aula.
23 settembre
Come Roy Hodgson
Giulio Tremonti torna al Tesoro.
22 settembre
La passione di Josckha Fischer e l’idealismo antifascista del Sessantotto al potere
Power and Idealists il nuovo libro di Paul Berman
22 settembre
Liberazione/4
Intervento
di Guido Benni del 17, 18 settembre 2005 pubblicato oggi non
nell’ottobre 1918: Sembra finto, ma giuro che è vero:
“Voglio correre il rischio di apparire strutturalista e meccanicista,
per dire che la parte della relazione del comp. Bertinotti che riguarda
i concetti di crescita e decrescita non mi convince”
“mi pare, quindi, di poter affermare che la borghesia ha, con ogni evidenza, esaurito la sua funzione storica”
“Il compito di un partito comunista dovrebbe essere, in tali
condizioni, quello di riguadagnare a proletariato, di cui va capita
l’attuale strutturazione, quote del potere perduto nei lustri scorsi”
21 settembre
Liberazione/3
Sommario di prima pagina:
“L’idea non dispiace a movimenti e intellettuali e politici come Antonio Tabucchi, Margherita Hack, Vladimir Luxuria”
21 settembre
Da oggi è il mio giornale preferito
Non
avevo mai letto Liberazione. Errore grande così. Vi giuro che
è una cosa fantastica. Segue estratto da una intervista
inenarrabile a Gore Vidal titolata “Democrazia negli Usa? Un parolone”
“e poi di affidare a una delle società del vicepresidente Dick Cheney, come la Hurleu Barton…”.
21 settembre
Quando si è geni
Marco
Pannella: “Se queste nozze si devono fare, si facciano. Ma ho il
presentimento che fra trent’anni potrò dire: ‘Che ve
siete sposati a fa’? Che froci siete?’”. (Corriere
della sera, 20 settembre 2005)
21 settembre
Comunisti
Oggi
Liberazione (e maledizione a Marco Pannella quando regalò a
Rifondazione la testata) pubblica in apertura di giornale un articolo
contro la rubrica Uffa di Giampiero Mughini. Un articolo di una
violenza inaudita a proposito della famosa foto con cui un capo
sudvietnamita spara un vietcong. Liberazione fa dire a Mughini, nel
titolo e tra virgolette, una frase che Mughini non ha scritto
(<Sostiene Mughini: “Ha fatto bene a sparagli perché quello
era un vietcong”>). Qui non si tratta di commentare l’attacco a
Mughini o la difesa del comunista vietcong, qui il problema è
che i giornali si permettono di attribuire tra virgolette frasi che non
sono mai state né pronunciate né scritte. L’altro
problema è che l’Ordine dei giornalisti dimostra la sua assoluta
inutilità.
21 settembre
La storia siamo noi
Titolo di Repubblica oggi: “Le mani del governo sulla Storia”. Testuale.
21 settembre
Ora si scopre
Che un anno fa la Fema, il governatore e il sindaco di New
Orleans avevano fatto un’esercitazione, una di quelle che fanno gli
americani, durata una settimana, immaginando che un uragano di tipo 3
si fosse abbattuto su New Orleans (Katrina, invece, era di categoria
4). Be’, le previsioni dopo quell’esercitazione erano di 61,290 morti
(24,250 solo a New Orleans), più 384,000 feriti. Un anno dopo,
con un uragano vero e più forte, grazie a quell’esercitazione e
alla preparazione delle strutture federali e locali, nonostante gli
errori e i irtardi, i danni sono stati infinitamente inferiori.
Intanto arriva Rita, categoria 4.
21 settembre
Io pago 49.50 dollari al New York Times, ma il New York Times licenzia 500 persone (45 giornalisti)
Da due giorni alcuni contenuti del NYT sono a pagamento. Io diligentemente pago, il Times liberisticamente licenzia lo stesso.
PS
Tra i vari contenuti del Timeselect ci sono delle interviste video ai
columnist del giornale. A tutti i columnist, tranne Maureen.
21 settembre
Mentre il Washington Post
Ospita il blog di Andrew Sullivan
21 settembre
L’audace colpo del solito Bush
La Corea del Nord (forse) rinuncia al nucleare per effetto della politica che Kerry voleva cancellare
20 settembre
Lo sfortunato è Fernando Ferrer
I democratici scelgono lo sfidante di Bloomberg, ma voteranno Bloomberg
20 settembre
L’integrale Hitchens-Galloway
20 settembre
Otto e mezzo
Finalmente c’è.
Ieri è tornato anche Condor, alle 4 e mezzo su radiodue. Da una settimana è partito, alle sei e mezzo di sera, La Sfida su radio24 con Giuseppe Cruciani. E per l’informazione è tutto.
20 settembre
Visto che ci tiene tanto
Ma, Ruini, perché non si sposa lui?
20 settembre
Porta Pia, la breccia
20 settembre 1870 –
20 settembre 2005
Libri Mondadori/2
Altri estratti (vedi sotto) dal libro “Giuffrida – Il mio sogno da Campioni”
Ce lo saprà dire
“Mi
piacerebbe andare in California. Sono cresciuto con i protagonisti di
Baywatch e vorrei proprio andare a controllare se la vita a Venice
Beach è come la raccontano i telefilm. Secondo me sì: vi
saprò dire!”
Visti da vicino
“I giocatori di serie A sono così normali quando li vedi da vicino”
Da cui ricevere
“Però mi manca una persona a cui voler bene e da cui ricevere affetto”
Più bello
“Il
mio ricordo più bello è sentire un campione come
ALESSANDRO NESTA pronunciare il mio nome. Ha proprio detto: ‘Ciao,
Giuffrida’. Sono rimasto a bocca aperta”
Oh
“A Trigoria sono svenuto quando Totti m’ha detto: ‘Ciao come va? Tutto bene? Oh, io vi seguo…'”
(basta)
19 settembre
“Avanti Popolo”
Così, in italiano, il magazine del quotidiano israeliano
Haaretz titola un articolo dedicata a Lorenzo Cremonesi e al suo
rapimento-lampo di Gaza. “Avanti popolo” perché Cremonesi viene
descritto come un estremista di sinistra. Non so se sia vero, ma il
giornalista-saggista Tom Segev scrive che Cremonesi “was among the supporters of the Red Brigades“.
Lo stesso Cremonesi qualche giorno prima del rapimento pare abbia detto
alla televisione israeliana che in Iraq, da ostaggio, varrebbe 10
milioni di dollari. Spero che entrambe le notizie siano false.
19 settembre
Il mondo alla rovescia
Oggi Rep. è un giornale formidabile. Pubblica
un editoriale di prima pagina nel quale spiega che l’Onu vende solo
fumo. Simpatici questi republicones. I quali però dopo aver
devastato per un intero articolo le Nazioni Unite di oggi e di ieri si
contraddicono nelle ultime righe scrivendo che un prossimo Segretario
generale riuscirà a riformarle.
Poi c’è un’intera pagina di racconto della Clinton Global
Initiative con i leader del centrosinistra italiano che sparano a zero
sul fallimento dell’Onu, di Kofi Annan e della sua riforma. Io ve
l’avevo detto che dopo quell’articolo del New York Times si sarebbero
appropriati del “fallimento dell’Onu”. Sono meravigliosi.
19 settembre
Il calore di prima
Non ho mai letto Alberoni, nonostante abbia un pregiudizio
positivo fin da quando la fidanzata top model del consigliere personale
di Bill Clinton una sera a cena in un locale a Soho mi disse che quando
abitava a Milano tutte le settimane ritagliava l’articolo di Alberoni
dalla prima pagina del Corriere. Non ho mai letto neanche la rubrica di
Alberoni su Io Donna, anche perché non sapevo che ci fosse. Poi
sabato l’ho letta. Leggetevela e commentatela voi:
“In tutto il mondo ho sempre avuto un pubblico prevalentemente
femminile, dovunque andassi incontravo delle fan che mi ammiravano e mi
volevano bene. Mi chiedevano autografi, mi ponevano delel domande, mi
stringevano le mani, volevano fare insieme una fotografia. Mi sentivo
capito, stimato e amato. Quando sono diventato presidente della Rai,
improvvisamente mi sono trovato circondato da donne, spesso giovani e
belle, che mi chiedevano incontri, mi invitavano a feste, ma non gli
interessavo né come persona né come scrittore. Ero
soltanto uno a cui chiedere una rubrica televisiva, un finanziamento,
la parte in una fiction. Non ho più avuto un rapporto umano e
non mi sono mai sentito così inutile e solo. Solo dopo aver
lasciato quella stupida carica ho ritrovato il calore di prima”.
19 settembre
“Sofri e Rocca rappresentano la preistoria del blog in Italia”
Mario Adinolfi su Europa (che credo rappresenti la modernità del Popolo).
18 settembre
“Jayson Blair in a cocktail dress”
Attacchi in grande stile ad Alessandra Stanley, la critica televisiva
(naturalmente anti Bush) del New York Times. Finanche il WP le
dà torto in una polemica contro Geraldo Rivera della Fox. Qui l’elenco delle correzioni ai suoi pezzi, non un grande record.
18 settembre
La stampa liberal
Pur di andare contro la democrazia in
Afghanistan (avete presente quel paese che l’11 settembre era dei
talebani e di Bin Laden e ora è sovrano e vota ogni due minuti?)
i giornali come il Financial Times e il Washington Post fanno dire a
Emma Bonino cose che non ha mai detto e si inventano che lei “was one
of those who condemned the U.S. intervention against the Taliban, which
she said would “all but doom” millions of Afghans “to death”.
Capito come funziona? Qui si tratta di una cosa italiana e quindi ci
è più facile capire che è una balla. Quando si
tratta di cose americane, questi scrivono le stesse baggianate e poi
Zuccopycat e Caretto “prendono spunto, riportano sui giornali
italiani e infine gli allocchi ci cascano. Come il mio collega Stefano
Di Michele, il quale ieri sul Foglio ironizzava su chi ha scritto che
Bush non ha colpa dei disastri di Katrina (cioè io) poco prima
che Bush ammettesse le sue responsabilità. Solo che è un
falso, non s’è preso la responsabilità dei disastri, come
ho scritto qualche giorno fa e come naturalmente ha notato il New York
Times (che sarà di parte ma è un giornale più
furbo e onesto dei nostri).
18 settembre
L’inchiesta vecchio stile
Non
c’è definizione più abusata di questa nel mondo
giornalistico, però se prendete il nuovo libro di Maurizio Molinari
e Paolo Mastrolilli, L’Italia vista dalla Cia, la definizione è
appropriata. I due giornalisti della Stampa hanno spulciato negli
archivi della Cia e del Dipartimento di Stato migliaia e migliaia di
pagine relative all’Italia. Ne è venuta fuori una storia
d’Italia vista dalla Cia. Complimenti.
18 settembre
Michael Kinsley dimissionato dalle pagine op-ed del Los Angeles Times
Ha fondato Slate, ha condotto Crossfire, ha svecchiato le pagine degli editoriali del LAT
18 settembre
L’uragano Bush
Il presidente rilancia e la sinistra liberal è in imbarazzo.
17 settembre
Nota per i catastrofisti
I morti di Katrina accertati sono 710, non 10
mila né 25 mila. L’uragano ha colpito un’area di 233 mila
chilometri quadrati, quasi quanto l’Italia. Ora immaginatevi un uragano
della forza di Katrina su tutta l’Italia, da Trento a Trapani, e poi
provate ancora a dire che in America i piani locali e federali non
hanno funzionato.
17 settembre
Nota per il mio amico Gianni Riotta
Dice che su Katrina Bush ha diviso l’America ma non si rende
conto che sono i giornali e gli editorialisti liberal ad aver
provato ancora una volta a dividere l’America (riuscendoci peraltro). Eppure Donna Brazile, democratica,
femministra, nera, di New Orleans nonché la Karl Rove di Al Gore alle elezioni del
2000, oggi ha scritto sul Washington Post un editoriale con questo titolo: I Will Rebuild With You,
Mr. President
Questo il finale: Mr. President, I am ready for duty. I am ready to
stir those old pots again. Let’s roll up our sleeves and get to work”.
17 settembre
Paul Krugman danneggia la credibilità del New York Times
(Lo dice il garante dei lettori dello stesso NYT)
E’ successo che il garante del NYT due settimane fa aveva fatto notare
un errore (uno dei tanti), anzi diciamo una falsità, nell’editoriale di
Paul Krugman. Krugman non ha mai smentito e nonostante le regole
interne del Times impongano di correggere anche sul web, non è successo
niente. Krugman, una specie di Giulietto Chiesa americano (con
buonapace di Furio Colombo che a Controcorrente Sky ne ha parlato come
di un autorevole e imparziale editorialista, peraltro dopo aver detto
che la Brookings Institution è un centro studi conservatore…), ha
invece fatto una finta smentita (parole del garante). Ma leggetevi la
requisitoria del Public editor.
17 settembre
La mamma anti Bush
Cindy Sheehan ora chiede a Bush di ritirare le truppe da… New Orleans:
“George Bush needs to stop talking, admit the mistakes of his all
around failed administration, pull our troops out of occupied New
Orleans and Iraq”.
Una mamma che ha perso un figlio (un figlio che volontariamente
è andato in Iraq) è giustificata, qualsiasi cosa dica.
Non è giustificabile che i giornalisti liberal e di sinistra
sfruttino il suo dolore e la sua disperazione per abbattere una
presidente che non accettano. Sugli idioti che ci cascano non mi
pronuncio affatto.
17 settembre
Il nostro Galloway
La Stampa pubblica, e non si vergogna, un editoriale di Giulietto
Chiesa contro la democrazia in Afghanistan, mentre i talebani
uccidono i candidati e gli afghani provano per la prima volta a contare
qualcosa.
17 settembre
I libri Mondadori
Oggi mi è arrivato un libro
Mondadori dal titolo “Giuffrida – il mio sogno di campione”. Non ho mai
visto una presa per i fondelli come questa. Per 10 euro si comprano 110
piccole pagine a loro volta rimpicciolite da un’impaginazione tipo
quaderno a quadretti. Le pagine contengono una o due frasi ciascuna di
questo tipo: “Grazie a Campioni vengo riconosciuto quasi subito nei
locali”. Quasi.
oppure
“La speranza è l’ultima a morire. La mia volontà morirà con essa”.
oppure
“Sono single. Perché non ho trovato la pesona giusta e soprattutto perché non mi voglio legare”.
oppure
“Leggo solo il Corriere dello Sport”
oppure
“Incontrada o Hunziker? Pijo tutto”.
oppure
“Ho un ottimo rapporto con la mamma. Non abbiamo mai dovuto discutere sugli orari di rientro”
oppure
“Infinito di Raf è la mia canzone preferita”
oppure (la mia preferita)
“Alcuni
anni fa accesi il Televideo alla pagina 201, quella dello sport, e
lessi la notizia di un giovane sconosciuto che era stato comprato dal
Milan. Quel giorno mi dissi: ‘Anch’io voglio leggere il mio nome sul
Televideo’. OGGI QUEL SOGNO SI E’ AVVERATO”
(segue)
16 settembre
L’Iraq libero parla all’Onu, l’Onu lo critica. Fascino e tragedia del comunismo, secondo Muravchik
Due brevi note sul Foglio
16 settembre
O Fracasso sbarca in Portogallo
Non
c’è il link all’estratto del libro pubblicato da Courrier
Internacional portoghese, ma è fantastica la traduzione del
titolo del libro: “Contra a Onu – O fracasso das Nações
Unidas e a ideia formidável de uma aliança de democracias”
16 settembre
Sul Foglio e online
Una sintesi del dibattito Hitchens-Galloway. Si può ascoltare qui (cliccate e poi fate partire il secondo file). Fantastico.
16 settembre
Ipaleocon lodano i Sigur Ros
16 settembre
88 per cento
La
democrazia si può esportare o no? L’ultimo sondaggio (per quello
che valgono i sondaggi) dice che l’88 per cento degli iracheni (l’88
per cento) parteciperà al referendum sulla Costituzione il
prossimo 15 ottobre
16 settembre
Dopo Gandhi, Michael Ledeen
Eli
Lake, sul NY Sun, spiega perché i pacifisti sono violenti e i
veri nonviolenti sono i rivoluzionari democratici alla Ledeen
(previsti 4 mila interventi anti Capezzone sui forum radicali)
15 settembre
Se tu, lucasofri, eustonstation, consigli-a-lapo e io
Oggi
è capitato che tutti insieme, compreso chi riceve i consigli da
emmebi, eravamo alla Triennale a festeggiare la Grande Punto
15 settembre
Galloway, Jane Fonda e i Monologhi della Vagina, il trio Tafazzi in tour americano
15 settembre
I primi dieci anni del Weekly Standard
Un piccolo settimanale d’opinione, praticamente coetaneo di un piccolo quotidiano d’opinione
14 settembre
On proporzionale
Camillo
è iper maggioritario, considera l’attuale legge una iattura e
crede che l’unica riforma possibile sia l’abolizione della quota
proporzionale e il ritocco della Costituzione in funzione
maggioritaria. Detto questo, la mossa del Cav. mi pare geniale. Non
sono d’accordo, ma è intelligente (non per uno statista, ma per
il Cav). La critica secondo cui la legge elettorale non va fatta prima
delle elezioni non sta in piedi (è ovvio che va fatta prima;
dopo non ha senso anche perché sarebbe necessario rivotare,
tanto che il cambiamento della legge elettorale costituisce per la
dottrina uno dei tre motivi di scioglimento delle Camera). Fantastico
assistere all’imbarazzo dei maggioritari nel Polo e dei
proporzionalisti dell’Ulivo. Il paradosso è che con l’attuale
semi-maggioritario (un sistema che favorisce la governabilità
rispetto alla rappresentanza) abbiamo seimila partitini, mentre col
possibile nuovo proporzionale (un sistema che garantisce la
rappresentanza) non ci sarebbero più i pecorari scani, i
mastella, i di pietro, i comunisti unitari, i comunisti italiani, i
socialisti, forse neanche la lega né l’orribile Udc.
E di per sé il Paese non ne soffrirebbe.
14 settembre
La regola dei vent’anni si accorcia
Sapete
qual è, no? La sinistra solitamente riconosce venti anni dopo i
fatti di aver detto un sacco di stupidaggini venti anni prima. La
regola vale ancora, ma il mea culpa temporale si accorcia. Dai giornali
di oggi apprendiamo che la sinistra mondiale si è accorta che
John Bolton è un grande mediatore, addirittura “l’angelo dei
negoziati” (Corriere dela Sera), che Paul Wolfowitz non è un
lupo, ma un agnellino buono buono (La Stampa) e che la guerra americana
per esportare la democrazia in Afghanistan e metterci Hamid Karzai
è una figata pazzesca (Libero che racconta il libro della
deputata diessina Elena Montecchi).
14 settembre
Bush ha chiesto scusa
Avete
letto i giornali italiani, Rep. in testa, no? Pare che Bush si sia
assunto la responsabilità del caos post uragano. E’ vero, ma con
una precisazione: solo per quel che riguarda la competenza del governo
federale. La frase è questa: “Katrina exposed serious problems
in our response capability at all levels of government, and to the
extent that the federal government didn’t fully do its job right, I
take responsibility”. Tutti i “levels of government” non vuol dire
“tutti i livelli di governo”, ma “tutti i livelli dello Stato”, come
è ovvio in uno Stato federale che ha diversi livelli di
responsabilità, quello locale, quello nazionale e quello
federale. Per quanto riguarda quello federale “to the extent that the
federal government…”, si è preso come è ovvio la
resposansabilità piena del lavoro svolto male. Non s’è
preso, dunque, nessuna responsabilità per il “first response”
che spettava al livello locale e nazionale.
14 settembre
All’incredibile non c’è mai fine
L’Herald Tribune ha pubblicato un editoriale di Benon Sevan, il
responsabile Onu del programma Oil for Food. Un tizio screditato e
ormai scaricato da tutti,
dall’Onu, da Kofi Annan, indagato da un giudice federale americano e
accusato di corruzione dalla Commissione indipendente guidata da Paul
Volcker. Ebbene Benon Sevan scrive che il programma ha funzionato
(certo, per lui) ed era quasi perfetto. Neanche una parola sui 21
miliardi (miliardi, non milioni) di dollari creati dal programma
gestito da questo signore cipriota. Dice che il caso è stato
creato dalla Fox News e dal Wall Street Journal. E l’Herald Tribune ha
pubblicato.
14 settembre
The Berliner Guardian
Al secondo giorno del nuovo Guardian posso dire che la
grafica è bellissima, anche se la versione che esce in
Italia ha soltanto la prima pagina a colori. I nuovi caratteri sono
eleganti e molto leggibili. I colori tendenti al blu molto gradevoli.
Prima pagina innovativa, con la testata a trequarti pagina. La grande
novità è il formato Berliner, cioè quello di Le
Monde. Be’, è fantastico, maneggevole, autorevole. Peccato solo
che, accoppiato alle grandi fotografie, lasci agli articoli pochissimo
spazio. Il paradosso è che le opinioni diventano più
lunghe degli articoli (nella pagina op-ed non ci sono le foto). Risulta
di difficile digestione la pagina con i tre editoriali non firmati
perché si estendono in orizzontale, non in verticale.
Pessimo il G2, più brutto di quello precedente: praticamente
è stampato su fogli A4. In generale complimenti per il gusto,
per il coraggio (che i nostri giornali non hanno avuto in pieno,
sprecando l’opportunità concessa dal full color) e per il
risultato finale. Quando questa bella veste grafica sarà
riempita di articoli decenti, il Guardian diventerà il mio
giornale preferito.
14 settembre
“Long Live Bolton”
Il
radicale Matteo Mecacci, rappresentante all’Onu e uno dei pochi
italiani che sa di che cosa sta parlando, spiega perché dobbiamo
dire grazie al cattivo John Bolton, il quale ci ha evitato il papocchio
sponsorizzato dalle dittature e dai violatori dei diritti umani.
Sarà fantastico quando Daniele Capezzone dovrà spiegarlo
a Rosi Bindi e Pecoraro Scanio (ammesso che l’Unione accetti i
radicali, ché è capace pure di non farli entrare).
13 settembre
Scalfarotto (1. fine)
Non mi ero mai occupato di Ivan Scalfarotto, un po’ perché
nutrivo nei suoi confronti un pregiudizio positivo per la scelta
solitaria di candidarsi che non volevo macchiare ascoltando le sue
idee, un po’ perché queste primarie all’italiana sono una cosa
ridicola. Oggi, però, mi è capitato di ascoltare un
minuto del suo filo-diretto su Radio Radicale. L’intervistatore gli ha
chiesto: “Chi è Ivan Scalfarotto?”. E lui, col tono di chi ha
appena compiuto un coraggioso atto di sabotaggio oltre le linee
nazifasciste: “Un cittadino che ha preso l’aereo per andare a votare
per Zaccaria”. E ho chiuso con Scalfarotto.
13 settembre
Contro l’Onu sbarca in Francia
Courrier International pubblica un estratto del libro tratto da Ideazione
13 settembre
Ancora un altro e-mail sul portafoglio
“E’ la prima volta che sento degli uomini che si sfidano a colpi di io ce
l’ho più piccolo del tuo. Freud avrebbe molto da ridire”
13 settembre
Uno dei tanti e-mail
“Appena arrivati dall’America ben 2 portafogli All-ett che ahimè devo
riconoscerlo mi hanno cambiato la vita, ora tiri fuori questa storia del
portafoglio sottile in pelle……Che allah ti maledica
PS dove li trovo? giuro a Luca Sofri non lo dico”
13 settembre
Riformare l’Onu? Il New York Times suggerisce di chiuderla
13 settembre
Prodi ne dice una giusta, per una volta
E la destra risponde con le solite stupidaggini. Parlo delle unioni di
fatto, ovviamente. Ma gli editorialisti di sinistra non sono da meno.
Michele Serra, per esempio, esprime il suo odio antropologico e se la
prende con la “destra teocon”. Ovviamente non dice, probabilmente
perché non lo sa visto che legge Rep, che George Bush è
favorevole alla parificazione dei diritti delle coppie gay con quelli
delle coppie eterosessuali.
13 settembre
W Aldo Grasso
Che sia il miglior critico televisivo è noto. Ma la sua column di
oggi a proposito del ridicolo documentario Sky su Michael Moore e delle
stupidaggini dette colà è un capolavoro di ironia e
sarcasmo.
(Credo on line sul Corriere solo a pagamento)
13 settembre
La Iena ieri sera è rimasta a casa
E Matrix è stato piacevole, specie per la presenza della medica
legale col dito in bocca che deve aver fatto perdere la testa al
regista.
(Matrix è stato istruttivo anche per la presenza
di Piero Colaprico, valente cronista di Repubblica: come sono
giustizialisti i republicones, non c’è nessuno. Anche quando di
mezzo non c’è la politica, è proprio una passione)
13 settembre
Portafogli
Ora che ho stuzzicato Luca e altri a scovare il portafoglio più sottile del mondo,
dopo averli convinti a comprarlo e provveduto a cambiargli la vita, mi
semba brutto non fargli sapere che ne ho anche un altro: il più
sottile del mondo, ma in pelle. Trovatelo.
12 settembre
Ho ricevuto
Molti e-mails sulle trasmissioni di Raitre sulla marcia di Assisi e sull’11
settembre. Pare siano state dette cose inenarrabili. Ma la colpa
è vostra che guardate Raitre. In realtà anch’io ho un po’
di colpa: ho visto su Sky un documentario a proposito della fiction di
Michael Moore intitolata Farhenhei 9/11. Nel documentario c’erano
parecchi giornalisti italiani, i quali con l’eccezione di Toni Capuozzo
dicevano cose pazzesche. Mai quanto quelle pronunciate mercoledì
da Lilli Gruber da Mentana, con Mentana silente. Uno dei motivi per cui
non partecipo (quasi) mai ai talk show è proprio questo:
è tempo sprecato.
12 settembre
A poco a poco
Ci arriva anche il New York Times, che oggi propone di abbandonare l’Onu e
di sostituirlo con un nuovo organismo simile alla Nato. Non proprio
un’alleanza delle democrazie, ma insomma siamo lì. Forza, cari
ragazzi. Fate un altro sforzo e poi dell’idea si approprierà
Repubblica.
11 settembre
11 settembre, quattro anni dopo
La nuova America. I liberal si appropriano del più cattivo di tutti: Allan Bloom
10 settembre
Why Schroeder is unfit to lead Germany
Insolitamente astioso primo editoriale del Los Angeles Times
sul cancelliere tedesco (uscente?). Roba che se l’avessero scritta su
Berlusconi domani ci sarebbero paginate dei giornali e girotondi
(scusate la ripetizione).
10 settembre
Fenomeni
Il Foglio oggi riporta i due
seguenti estratti da due diversi editoriali del New York Times, uno
precedente a Katrina e uno successivo. Divertitevi:
“Chiunque
abbia a cuore una spesa pubblica responsabile e la salvaguardia dei
fiumi e delle zone paludose d’America dovrebbe prestare
attenzione a una legge che ora è in Senato (…)
c’è uno spreco di 2,7 miliardi di dollari per mettere a
posto il Mississippi.(…) Questa è una pessima
legge”.
editoriale del New York Times (13 aprile 2005)
“La
nazione chiederà presto perché gli argini di New Orleans
erano così inadeguati (…) Perché il Congresso,
prima di andare in vacanza, stava tagliando il budget destinato a
sistemare gli argini?”.
editoriale del New York Times – (1 settembre 2005)
Il Foglio, 9 settembre
Ich bin ein Berliner
Dal 12 settembre il Guardian uscirà in formato Berliner, vale a dire che sarà stampato in un formato come Le Monde
8 settembre
Kerry ha vinto i dibattiti: 3 a 0
Non
credo mai a i sondaggi, ma quelli che ci si abbeverano sappiano che il
sondaggio Gallup su Katrina dice questo alla domanda su chi siano i
responsabili dei problemi post uragano a New Orleans:
- No One: 38%
- State/Local Officials: 25%
- Federal Agencies: 18%
- President Bush: 13%
(Oggi La Stampa non la racconta esattamente così: mette insieme
federal agencies e Bush e non considera la maggioranza relativa che,
giustamente, dice “nessuno”. Risultato? La maggioranza degli americani
secondo La Stampa dice che è colpa di Bush. Geniali)
8 settembre
Osservatorio Caretto-neocon
Oggi Caretto ha citato due volte i neocon in contesti nei quali non c’entrano niente. Zampaglione, su Rep., soltanto una.
8 settembre
Tra un po’ arriverà, lo sento
Il cretino che spiegherà la morte di Renhquist e le
polemiche sulla Corte Suprema come un’abile mossa di Karl Rove per far
dimenticare Katrina.
6 settembre
Ancora sullo sciacallaggio
Ieri John Tierney
sul New York Times e Bob Williams sul WSJ (ma anche molti altri su
giornali minori) hanno spiegato, come avete già letto ieri su
Camillo, che “la prima risposta” spetta alle autorità locali. Mi
segnalano che da qualche parte sulla rete il mio articolo viene
accusato di non aver detto di una nuova legge sulle emergenze che
concede nuove competenze a Washington. Chiunque abbia letto il pezzo,
ed è qui,
può notare che invece ho scritto esattamente questo: e
cioè che grazie alla guerra al terrorismo e alle misure adottate
da Bush ora il governo federale è più pronto rispetto
all’era pre-11 settembre. Se volete i dettagli, i quali confermano
l’assoluta prevalenza del livello locale sul federale, basta leggersi
le leggi (qui, qui e qui).
Ovviamente non ce ne sarebbe bisogno: solo un idiota o un ignorante o
uno sciacallo può spacciare come una notizia la
bestialità secondo cui una legge ordinaria supera ciò che
prevede la Costituzione. Ma gli sciacalli sono fatti così.
6 settembre
Lo sciacallaggio mediatico continua
Così provocherà una svolta di destra
5 settembre
Tutti pazzi per Katrina
Così una tragedia americana in Italia ha dato libero sfogo al circo mediatico antiamericano
3 settembre
A Capalbio, a Capalbio
3 settembre
CONTRO L’ONU sbarca in Catalogna
3 settembre
La grande manipolazione sulla mamma anti Bush
I
giornali italiani raccontano Cindy Sheehan come se fosse una casalinga
normale, moderata, mainstream America. Ma è un falso.
2 settembre
Servizio pubblico
Ricevo da un amico lettore questo fantastico e-mail:
“Ho un problema. Mi sono dimenticato di registrare la prima puntata del
processo di biscardi, quella del record assoluto, lunedì scorso,
e così me la sono persa. Chi mi può mandare un dvd? Dove
si compra? Tu che hai amici a La7, mi procuri un numero di telefono
dove fare questa richiesta? A pagamento, ovvio”.
2 settembre
Se ce lo dicevate prima
Oggi,improvvisamente, a Repubblica scappa detto che tutto quanto ci ha
raccontato in questi anni a proposito del presunto “laicismo” del
regime di Saddam (il mantra della sinistra ignorante che il cielo ci ha
assegnato) era una bufala.
Bernardo Valli, oggi nel suo editoriale:
“Il laicismo alle origini del partito Baath s’è estinto da un
pezzo in Iraq. Lo stesso Saddam l’aveva archiviato per avere,
nell’emergenza della guerra contro l’Iran, (1980-1988), l’aiuto delle
moschee e sollecitare il sostegno popolare”.
Sono fantastici.
1 settembre
“Stile semplice, ma non semplicistico”
Contro l’Onu. Recensione su Oggi7, il settimanale di America Oggi.
Recensione anche sul blog Daw.
1 settembre
Ann e Obama
1 settembre
Come si vince in Iraq
Il saggio più letto e citato oggi a Washington
1 settembre
Una vita da trequartista
Ieri Daniele Bellasio è diventato vicedirettore del Foglio.
1 settembre
Sito straordinario e inutile
Grazie allo straordinario e utile Leibniz
1 settembre
And the winner is
CONTRO l’ONU ha vinto il Premio Capalbio
1 settembre
Rieccoci
Sono successe tante cose. Il disastro di New Orleans
che secondo Zuccopycat e secondo la sinistra è colpa di Bush e
della mancata ratifica di Kyoto. Poi l’ultima spaventosa strage a
Baghdad. La bella Costituzione irachena. Con poca sharia, come avevamo
previsto un mese fa. I giornali italiani, Rep. in primis,
improvvisamente non ne parlano più. Ci hanno fracassato le
scatole con il pericolo sharia, che non c’era, e ora che non c’è
fischiettano e fanno finta di niente. Non parlano più nemmeno di
Valerie Plame, la donna che avrebbe dovuto far cadere Bush nel mese di
giugno. Su quella del mese di agosto, la mamma pacifista Cindy, sono
state scritte così tante cose inesatte che è meglio
lasciar stare.
1 settembre