Camillo di Christian RoccaL'audace colpo del solito Bush

Quando di mezzo c’è un dittatore brutale come il comunista nordcoreano Kim Jong Il conviene sempre essere scettici, restare cauti e non abbassare mai la guardia. Ma pure presa con tutte le molle del caso, la notizia proveniente da Pechino e battuta ieri mattina dalle agenzie internazionali è di quelle mica male: la Corea del Nord ha firmato un patto con cui rinuncia ai suoi programmi nucleari militari e consente agli ispettori occidentali di entrare nel suo territorio. Tradotto: George W. Bush, cioè il presidente americano che tutti continuano a sottovalutare, ha ottenuto quello che i suoi avversari non credevano fosse in grado di fare, ovvero la resa di Kim il comunista. Certo, è ancora un accordo preliminare, ci saranno da discutere i dettagli e i nordcoreani non sono particolarmente affidabili, visto che negli anni di Clinton firmarono un trattato di non-proliferazione salvo poi proliferare tantissimo approfittando di una Casa Bianca distratta da Monica Lewinsky.
Dettagli a parte, la differenza stavolta è sostanziale e si trova nel cuore stesso della dottrina Bush: i nordcoreani non si sono impegnati soltanto con Washington, come accadde con la mediazione di Jimmy Carter per conto di Clinton, ma anche e soprattutto con Cina, Russia, Giappone e Corea del Sud, proprio perché Bush si è sempre rifiutato di scendere a patti con un membro dell’Asse del male. La sua strategia, al contrario, è stata fin dall’inizio quella di denunciare “il carcere a cielo aperto” gestito da Kim e dall’altra parte di istituire un tavolo a sei per responsabilizzare anche le altre potenze regionali. Questa impostazione unilaterale e multilaterale allo stesso tempo è stata apertamente, frontalmente e formalmente contestata in campagna elettorale da John Kerry, il quale spiegava che con questa politica di bastone senza carota Washington avrebbe consegnato la penisola coreana al nucleare comunista. La sinistra americana proponeva piuttosto colloqui a due Usa-Corea con un formidabile ribaltamento di ruoli grazie al quale da multilaterale a Baghdad si trasformava in unilaterale a Pyongyang. Alla fine pare abbia avuto ragione Bush e con lui l’uomo a cui diede l’incarico di eseguire la sua politica, vale a dire John Bolton.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter