Quanti morti ha causato l’uragano Katrina? Diecimila, come ha subito annunciato lo sciagurato sindaco di New Orleans? Oppure 25 mila, secondo le previsioni più audaci dei cronisti sul campo? Segnatevelo: sono 972 in Louisiana e 221 in Mississippi. Il conteggio ufficiale è terminato, l’acqua è stata prosciugata, la vita è ricominciata. Le cifre potrebbero crescere, ma resterebbero dieci o venticinque volte inferiori all’apocalisse raccontata dai giornali e dalle televisioni. I fatti sono che Katrina ha colpito un’area di 233 mila chilometri quadrati, d’un niente più piccola dell’Italia intera. Soltanto immaginando l’impatto di un uragano di quella violenza su tutto il territorio italiano, da Trapani a Trento, si può intuire come in realtà i piani di prevenzione abbiano funzionato più che bene. Tutto il resto è falso. I reportage che raccontavano di razzie, stupri e omicidi erano basati su voci ora ufficialmente smentite. I racconti di bande armate che saccheggiavano, violentavano e sparavano sugli elicotteri o sui passanti erano inventati di sana pianta.
E’ la più grande debacle giornalistica degli ultimi decenni. I giornali americani hanno cominciato a fare autocritica, a riconoscere il clamoroso errore, a coprirsi il capo di cenere. Dei 972 morti di New Orleans, soltanto 4 sono deceduti per arma da fuoco, al di sotto della media in una città che, prima di Katrina, aveva già contato 200 omicidi.
I resoconti dal Superdome erano altrettanto sopra le righe. Il bambino di sette anni stuprato e poi sgozzato non è mai esistito. Così come la bimba di dieci anni violentata e poi uccisa in un bagno. Le pile di cadaveri ammassati negli scantinati non sono mai state accatastate in mancanza di cadaveri. Le parole del sindaco su “quel fottuto Superdome dove per cinque giorni abbiamo visto cadaveri e hooligans uccidere e stuprare la gente” erano più delle solite bugie di un politico. Il capo della polizia, un altro che le aveva dette grosse, si è dimesso per la vergogna.
Nessuno, nemmeno uno, è stato ucciso dentro il Superdome. Se avete letto di 30 o 40 corpi stipati nei freezer delle cucine, era una bufala. Così come la notizia di gente costretta a mangiar cadaveri. Le voci sul sangue infetto non erano vere, nemmeno quelle sui bambini disidratati. I morti sono stati sei, di cui quattro per cause naturali, uno di overdose e uno suicida. False anche le notizie dei neonati nei cassonetti. False quelle degli squali che nuotavano per le vie del centro. Infondata la storia secondo cui il Congresso aveva tagliato i fondi alla città. Idem quella degli aiuti arrivati in ritardo perché la Guardia Nazionale era in Iraq. Piuttosto, ha svelato il Wall Street Journal, gli aiuti sono arrivati in ritardo per colpa del falso clima da guerra civile raccontato dai giornali e dalle autorità locali. Invece di mandare 50 guardie a distribuire i viveri, la protezione civile ha creduto fossero necessari mille uomini armati fino ai denti e addestrati ad affrontare un’insurrezione popolare. Non ce n’era bisogno. Ci sarebbe stato bisogno di una stampa decisa a verificare le voci più che a trovare conferma del proprio pregiudizio anti Bush. C’è un paradosso in questa storia: per accusare la Casa Bianca di aver abbandonato i poveri neri di New Orleans, la stampa non ha avuto remore a considerarli capaci di commettere ogni genere di crimine ed empietà. “Se al Superdome anziché afroamericani ci fossero stati bianchi di ceto medio – ha detto il direttore del Times di New Orleans – non ci sarebbe stato terreno fertile per lo spaccio di queste voci infondate”.
12 Ottobre 2005