Camillo di Christian RoccaO i partiti o le primarie, uno dei due strumenti è di troppo

O i partiti o le primarie, uno dei due strumenti è di troppo. Le elezioni primarie, quelle vere, sono nate negli Stati Uniti tra il 1904 e il 1912, ma soltanto nel 1969 sono diventate il sistema democratico di selezione delle candidature che domenica 16 ottobre il centrosinistra ha provato a imitare. Il motivo per cui esistono soltanto in America è semplice: negli Stati Uniti non ci sono partiti ma comitati elettorali, i cui vertici sono eletti una volta ogni quattro anni proprio per organizzare le primarie con cui scegliere il candidato alla Casa Bianca e poi convocare la Convention per presentarlo al paese. In Europa, e ovunque i partiti abbiano un ruolo sociale, i cittadini partecipano alla selezione delle candidature con l’iscrizione ai partiti e con il voto ai congressi locali e nazionali. In assenza dei partiti, gli americani non hanno altro strumento che non sia quello popolare. Un tempo il modo più consueto di scelta era quello dei caucus, riunioni in cui i rappresentanti dei candidati dibattevano per ore e soltanto alla fine i cittadini votavano. Questo sistema è ancora in vigore in 14 Stati Usa, tra cui l’Iowa. Le primarie si svolgono ogni 4 anni, non nello stesso giorno ma tra gennaio e giugno dell’anno elettorale che si conclude a novembre con il voto per la Casa Bianca. I primi voti si esprimono in due piccoli Stati: il New Hampshire ha una legge con cui si è autoimposto l’obbligo di tenere le primarie una settimana prima rispetto a ogni altro Stato, mentre lo Iowa ha stabilito che i suoi caucus sono convocati otto giorni prima delle primarie del New Hampshire. 
Le procedure sono diversa a seconda dei partiti e degli Stati, in alcunu casi sono aperte a tutti gli elettori, in altri solo ai registrati al partito o agli indipendenti. L’unica cosa comune, ma diversissima rispetto alla versione italiana, è che in America non si vota direttamente per il candidato, ma per i delegati alla Convention del partito. Ciascuno dei 50 Stati dispone di un numero di delegati in proporzione alla popolazione. Tra i Repubblicani vige il sistema maggioritario, sicché il candidato che prevale conquista tutti i delegati in palio in quello Stato, mentre i Democratici preferiscono un metodo proporzionale che assegna a ogni candidato un numero di delegati pari alla percentuale di voto ricevuto.

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