Camillo di Christian RoccaArchivio blog – Gennaio 2006

Raccolta mensile del blog

D’Alema e una politica estera stile Scialpi (Festival di Sanremo, 1986)

31 gennaio


Dieci

Oggi IL FOGLIO compie dieci anni. Pierluigi Battista, sul Corriere, lo ricorda carinamente.

30 gennaio


D’Alema al suo peggio

L’intervista di D’Alema su Hamas eccetera, data a un blog, non è soltanto brezneviana, nega anche quasi tutto quello che il medesimo D’Alema ha detto (e ha fatto) negli ultimi anni. Non si capisce se il ragazzo sia confuso o se, al solito, cambi posizione per quelle esigenze tattiche di cui è maestro, ma che non gli consentono mai di fare un salto di qualità.

29 gennaio


E se il Cav. presentasse la quarta punta?

Ipotesi di fantapolitica e reazioni.

28 gennaio


Ricordo male o

Ricordo male o Sharon ha deciso di costruire il muro difensivo e di ritirarsi unilateralmente da Gaza perché considereva Arafat e la leadership palestinese alla stessa stregua di gruppi terroristici con cui era impossibile trattare? Ricordo male o Arafat ha cancellato l’accordo di Camp David e scatenato un’intifada di attentati terroristici che ha portato al suo isolamento internazionale? Ricordo male o Israele e Usa non hanno più trattato con Arafat dopo che il duce palestinese ha rifiutato l’accordo di pace?
Se, come credo, non ricordo male, vorrei sapere quale sia la differenza tra i bei tempi che furono di Arafat e la tragedia odierna con Hamas alla guida dell’autorità palestinese? Forse la differenza è che questi di Hamas sono così cattivi da essere incapaci di prendere in giro i creduloni gauchiste europei?

27 gennaio


L’editoriale di stamattina su Hamas

27 gennaio


Pensiero della Sera

Ci penso da qualche settimana. Tutte le mattine sfoglio il Corriere e mentre lo sfoglio mi stupisco sempre di quanta roba da leggere ci sia in ogni sua maledetta pagina. Proprio non c’è match con gli altri quotidiani.

27 gennaio


Non trattiamo

Reazioni americane alla vittoria di Hamas

27 gennaio


Grande maggioranza per Hamas

Avrà 76 seggi su 132, a questi vanno aggiunti i seggi dei barghoutiani di Fatah. E poi c’è Fatah stessa, che non è un partito democratico e liberale ma un gruppo con obiettivi strategici non molto diversi da quelli di Hamas. Qui lo statuto dei “moderati” di Fatah.

26 gennaio


Perché la democrazia conviene comunque

Il Foglio, 26 gennaio


Ribaltati gli exit poll

Hamas ha vinto le elezioni

26 gennaio


Molto d’accordo col prof. Panebianco

A proposito del ruolo dei radicali nel centrosinistra

26 gennaio


“Di misura”

Repubblica on line ha dato la notizia delle elezioni palestinesi con Fatah al 40 per cento e Hamas al 30 in questo modo:
“Al Fatah al 40%, Hamas al 30%
exit poll delle elezioni palestinesi
Vittoria di misura del partito moderato, forte crescita dei fondamentalisti. Questi i primi dati sul rinnovo del Parlamento”,
Dieci punti di scarto sarebbero una vittoria “di misura”. Forse perché Hamas aveva vinto i dibattiti?
(Senza dimenticare che “forte crescita dei fondamentalisti” non ha alcun senso, essendo questa la prima volta che si sono presentati)

25 gennaio


La ricetta di Rove

Più sicurezza, meno tasse, abbasso i giudici militanti

25 gennaio


Avviso a Deaglio

L’amico Michael Moore ha contribuito a far vincere i conservatori filobushiani in Canada non solo con i continui riferimenti alle meraviglie del sistema canadese ma anche con un appello al voto del 20 gennaio: Oh, Canada — you’re not really going to elect a Conservative majority on Monday, are you? That’s a joke, right?” (continua).

24 gennaio


Dunque

Dibattiti a parte, i partiti pro regime change in Iraq hanno vinto le elezioni in Usa, Gran Bretagna, Australia, Portogallo, Canada, Polonia. In Canada ha vinto una copia di Bush e il prossimo leader della sinistra sarà Michael Ignatieff, uno di quei liberal hawk che magari avessimo noi. In Polonia la sinistra ha partecipato alla guerra ed è stata sostituita da una destra ancora più bushiana (il ministro della Difesa Radek Sikorski fino al giorno prima delle elezioni lavorava con i neocon all’American Enterprise). In Gran Bretagna è arrivato secondo un partito ancora più filoamericano del Labour di Blair, e la politica estera di David Cameron sembra essere quella dei neocon americani. In Germania ha vinto la Merkel e la sinistra “pacifista” ha perso. In Francia Chirac ha perso europee e venti regioni su venti e la leadership del suo partito è ormai in mano al più filoamericano dei politici francesi. In Spagna ha vinto il fronte anti Bush, ma solo due giorni dopo la dichiarazione di voto di Al Qaida (i sondaggi fino a quel momento dicevano nettamente il contrario). Vincono ovunque movimenti conservatori e/o filoamericani.
E in Italia?

25 gennaio


Disparità

E’ assurda questa norma per cui i due più antichi partiti italiani debbano raccogliere le firme pe presentarsi alle elezioni. Ma ancora più assurda è l’ipotesi che siano costretti a chiudere le liste elettorali un mese prima degli altri..

25 gennaio


Galloway

24 gennaio


“I think that it is fair to say that the United States has no stronger strategic partner than Italy in the global challenges that we face”

Condi Rice a Gianfri Fini

24 gennaio


Il signor Gramsci

Mi pare sia sfuggito ai più l’accenno del Cav. nel dibattito con Rutelli al “signor Gramsci” che nel “dopoguerra” avrebbe organizzato l’egemonia culturale comunista in Italia. A me risulta che Gramsci sia morto prima della guerra.

23 gennaio


La signora Rodotà

Mi pare sia sfuggita ai più l’assenza di un particolare nel dissacratorio pezzo di Maria Laura Rodotà sui figli che si ribellano ai nomi bizzarri che gli hanno affibbiato i genitori. A me risulta che la Rodotà abbia chiamato sua figlia Zoe.

23 gennaio


Cari amici radicali

Io sono d’accordo col prof. Panebianco

22 gennaio


Il grande Mao

Due pagine molto belle di Federico Rampini su Repubblica di oggi. Racconta dell’infatuazione degli intellettuali di sinistra per la rivoluzione cinese che videro come una specie di paradiso in terra, nascondendo la barbarie, le stragi e la carestia provocate dal regime comunista. Rampini ricorda inoltre che il popolo di sinistra di allora contestava duramente gli intellettuali che tornavano entusiasti da Pechino, perché secondo loro non erano abbastanza entusiasti.

22 gennaio


Mozart by reality

Editoriale di Bill Kristol, copertina e pezzo principale del Weekly Standard in onore di Wolfgang Mozart

22 gennaio


Al di là di ogni ragionevole dubbio

Era una legge buona (e costituzionalissima)
Il Foglio 21 gennaio


Silvio B. va a Washington

21 gennaio


“In other words, we believe that one aspect of the struggle against terrorism is the struggle to comprehend terrorism”.

E’ tutto qui. Tony Kushner, lo sceneggiatore di Munich, prova a difendersi dalle critiche con un articolo sul Los Angeles Times, ma non ci riesce.

21 gennaio


Edoardo Camurri

Ora scrive per Il Foglio. Camillo ne è entusiasta. Leggetevi la sua bellissima pagina di oggi.

21 gennaio


Sciopero maddecchè?

Che cosa porti una redazione di un giornale italiano a scioperare nel giorno in cui l’azienda gli regala il miglior direttore oggi in circolazione è un mistero a me oscuro
(La Gazzetta ha scioperato nel giorno della nomina di Carlo Verdelli)

21 gennaio


Ore 2:31

Rutelli ha vinto il dibattito (attenzione!), nonostante fosse il più vuoto tra i due e non avesse nemmeno mezza idea. Berlusconi molto male, è riuscito nel capolavoro di farsi mettere sotto accusa sul caso Unipol/Consorte/Ds. Trasmissione inenarrabile. In tre ore e mezzo nessuno dei due ha detto una parola una su che cosa vorranno fare una volta al governo. Incredibile.

21 gennaio


Rugova

E’ morto il leader laico, democratico, nonviolente e favorevole all’intervento liberatore del Kosovo.

21 gennaio


L’arte di Oriana

20 gennaio


Modelli americani/4

John Olin per Silvio Berlusconi

Style/Il Corriere della Sera, gennaio/febbraio 2006


Non male

Le nuove casse per l’iPod

19 gennaio


La Corte Suprema (per ora) difende la legge sull’eutanasia dell’Oregon

18 gennaio


Come Jack

Maureen Dowd scrive che i democratici sono come desperate housewives e i repubblicani come Jack Bauer, solo che Jack Bauer è competente

18 gennaio


Breaking News

Fonti autorevoli mi dicono che Jack Bauer nella quinta serie ha un Palm Treo.

18 gennaio


Sempre 50

Ieri sera tardi è stata smentita la notizia sui 200 milioni di euro sui nuovi conti di Consorte. Quindi la cancello.

18 gennaio


Sei un mito

Oggi ho partecipato a una trasmissione di Radiorai, Farhenheit, con l’autrice di un libro sul “proletario” Al Zarqawi, anzi sul “mito” Al Zarqawi. L’autrice, Loretta Napoleoni, sostiene che Al Zarqawi sia una creatura mediatica della macchina bellica e imperialista degli Stati Uniti, un povero proletario che non aveva fatto nulla di male prima che i cattivi americani lo usassero per giustificare le menzogne della sporca guerra. Ho, sommessamente, dissentito.

17 gennaio


Formidabile editoriale sui Ds

di Angelo Panebianco sul Corriere

15 gennaio


Gli Alito

14 gennaio



A Silvio (con un augurio a Rep.)

Un articolo vintage di Mario Pirani su Repubblica del 15 luglio 1977 ove il Cav. è paragonato a Foscolo, e molto altro da morire dal ridere. In occasione del trentesimo compleanno di Rep. Auguri.

14 gennaio


Scoop da Baghdad, dal 1999 al 2002 Saddam ha addestrato 8 mila terroristi islamici

13 gennaio


Oltre ogni ragionevole dubbio

L’abolizione dell’appello in caso di assoluzione è un principio di civiltà giuridica che prima non avevamo e che ora abbiamo.

13 gennaio


E’ stata tua la colpa, allora adesso che vuoi?

Titolo dell’Unità in prima pagina: “Amnistia e indulto non c’è più nulla da fare”. Titolo a pagina 10: “Nessuna clemenza: bocciata l’amnistia e affondato l’indulto”. Catenaccio: “La destra ricatta e si compiace: per le carceri c’è tempo. Sul perdono generalizzato è scontro nell’Unione”.
Insomma, sembra che la colpa sia di Berlusconi.

13 gennaio


Personaggi dei fumetti

Cindy Sheehan alla domanda di Repubblica su “cosa direbbe agli sciiti di Sadr City che hanno ucciso suo figlio Casey” ha risposto così: “Gli chiederei scusa…” più una serie di cose inenarrabili.
Mario Rigoni Stern: “Ma questi militari che vanno in Iraq e muoiono, che eroi sono? Questi vanno a fare la guerra perché sono pagati”.
Ivano Fossati: “Stiamo andando verso una democrazia di mercato che è pericolosa come il totalitarismo”
Piero Fassino: “Quella del Giornale è la strategia di Goebbels”

13 gennaio


Munich/2

Charles Krauthammer devasta la favola antiisraeliana di Spielberg (anche con qualche eccesso. Per me la critica “politica” migliore resta quella di David Brooks)
Anthony Lane (The New Yorker, non online) spiega perché Spielberg non è bravo a fare film politici e perché questo in particolare non gli è riuscito
Wlodek Golkorn sull’Espresso ne fa un elogio sperticato.
Luca Sofri, chetelodicoaffà, è terzista (ma testimoni sono pronti a giurare che non abbia visto tutto il film proprio per risparmiarsi la pappardella finale sullo sfondo delle Torri Gemelle e quindi potersi mantenere terzista)

13 gennaio


I turbanti atomici

Il Foglio, 12 gennaio


Caro Luca, credo che i pantaloni dentro gli stivali sarebbero piaciuti molto a Jasira, la protagonista di uno dei libri più belli letti negli ultimi mesi

Re: no subject

GQ, gennaio 2006


Jazz

Molto trascurato quest’anno, ma ecco come ho votato al Top Jazz di Musica Jazz. Il miglior disco secondo me è stato quello di Brad Mehldau (splendida la versione di Day is done di Nick Drake), ma l’ho messo al secondo posto perché è uscito l’inedito di Monk e Coltrane, quindi m
DISCO DELL’ANNO Italiano 1°. “Tati” (Enrico Rava) Ecm 2°. “Dancin’ Structures” (Franco D’andrea) Backbeat 3°. “Raccolto” (Stefano Battaglia) Ecm MUSICISTA DELL’ANNO italiano 1°. Enrico Rava 2°. Stefano Battaglia 3°. Stefano Bollani FORMAZIONE DELL’ANNO italiana 1°. Enrico Rava trio con Bollani e Motian 2°. T.R.E Giachero-Risso-Zanoli 3°. Antonio Zambrini trio MIGLIOR NUOVO TALENTO italiano 1°. Luigi Martinale 2°. Alessandro Giachero DISCO DELL’ANNO 1°. “At Carnegie Hall” (Thelonius Monk quartet) Blue Note 2°.“Day is done” (Brad Mehldau) Nonesuch 3°. “Neighbourhood” (Manu Katchè) Ecm MUSICISTA DELL’ANNO 1°. Keith Jarrett 2°. Bill Frisell 3°. John Scofield FORMAZIONE DELL’ANNO 1°. Jarrett trio 2°. Brad Mehldau trio 3°. Bobo Stenson trio MIGLIOR NUOVO TALENTO 1°. Tord Gustavsen 2°. Kurt Rosenwinkel 3°. Marcin Wasilewski
12 gennaio


Liste

Le canzoni italiane che mi sono piaciute di più nel 2005 sono state:
Mi fido di te di Jovanotti
La testa nel secchio di De Gregori
Un romantico a Milano dei Baustelle
I dischi italiani che ho ascoltato con più piacere sono stati:
Area: variazioni per pianoforte di Patrizio Fariselli
La Malavita dei Baustelle
No concept di Giovanni Allevi

12 gennaio


Recuperi

Non mi ero acorto di quanto fosse bello “I am a bird now”, il disco di Anthony and the Johnsons

12 gennaio


Munich

Sembra un film diretto da Walter Veltroni. Politicamente corretto e didascalico, sono le due prime cose che mi vengono in mente. No, anche un’altra: troppo lungo. Il film, ovviamente si fa vedere. Diverte, e di per sé sarebbe sufficiente. Ecco perché gli si perdonano alcuni aspetti dell’azione di tipo fumettistico e quelle immagini didascaliche di Roma con Lambretta, Martini e bar all’aperto; di Parigi con Torre Eiffel e di Londra con pioggia. Gli si perdona meno una Roma che, chiaramente, Roma non è. Tanto che per farla riconoscere il regista esibisce Tricolori ogni angolo di strada, quando è noto che in Italia il tricolore non si porta. Però il telefono pubblico è un classico telefono italiano, quello sì. Non so, la Roma fittizia potrebbe essere Budapest o Praga, mentre una delle scene romane finali sembra essere stata girata in una piazza barocca siciliana, certo non a Roma. Bravi gli attori. Ridicolo il personaggio del “papà” francese, ma anche quello di Louis. Valeria Bruni Tedeschi ha una battuta, forse meno ancora della Cucinotta in quello 007 dove moriva prima dell’inizio dei titoli di testa.
Poi c’è la parte politica. Spielberg/Veltroni ha voluto fare un film per segnalare al mondo che se alla violenza si risponde con la violenza la situazione peggiora. Per sottolineare di che cosa volesse parlare, cioè quale fosse il messaggio, anziché recarsi al più vicino ufficio postale per imbucare la lettera, Steve/Walter ha girato l’ultima e drammatica scena indovinate dove? Sulla passeggiata di Brooklyn con le Torri Gemelle sullo sfondo. Proprio lì, Torri Gemelle, il protagonista esprime il suo pentimento e rifiuta di tornare in Israele a combattere ancora per conto del Mossad.
Va benissimo, per carità. E’ un film. Da ciò che avevo letto me lo aspettavo ancora più antiòisraeliano: Ma in questa ricostruzione del conflitto mediorientale e del terrorismo mancano due elementi mica da ridere: manca l’Islam radicale e mancano le dittature arabe. Non mancano a caso. Se ci fossero state, non sarebbe stato possibile lanciare messaggi politicamente corretti. Senza l’Islam radicale, il medio oriente fiction di Steve/Walter sembra un luogo dove basta la buona volontà e si può trovare una soluzione amichevole con i poveri disgraziati che lottano per la propria terra. Obiezione: ma nel 1972 il terrorismo palestinese non era islamista. Ok, ma Spielberg racconta la storia oggi per fare un paragone con ciò che accade oggi. E, in ogni caso, nel suo medio oriente da fiction non esistono le dittature arabe, anch’esse devote alla distruzione senza se e senza ma di Israele. Senza le dittature arabe, di nuovo, sembra che il terrorismo sia frutto della disperazione di quattro poveri cristi che reagiscono alla tipica arroganza ebraica. Nella realtà non è così.

12 gennaio


Non c’è più rispetto

La campagna di Tony Blair per restaurare, anche con la polizia, la cultura del rispetto in Gran Bretagna. Non sono in grado di capire se le misure previste siano giuste o sbagliate, anche se mi sembrano chiaramente ispirate al “Broken windows” che ha risanato New York. In ogni caso l’idea di trattare come un’emergenza nazionale i comportamenti antisociali mi pare ambiziosa, corretta e da grande leader politico. Ora paragonate questo con i nostri che tifano per una banca, pensano a giocare a tre punte e si scannano per il nome da dare al contenitore elettorale

12 gennaio


Il Guardian

I giornali della sinistra illiberale sono fenomenali. Hanno il braccino corto se devono dire che Milosevic o Saddam o Mao erano nazisti. Però sprecano, come oggi il Guardian, un’intera pagina per dire che i protagonist di “24” sono nazisti. Sì, nazisti.

11 gennaio


One million little lies

Pare che uno dei libri più belli letti (da me) negli ultimi anni sia un concentrato di balle, un’opera di fiction. E allora? Non credo che esista qualcuno che abbia apprezzato il libro in quanto storia vera. Qui la difesa di James Frey.

11 gennaio


Camillo vintage/1

I problemi dell’islamismo in Occidente, in un articolo del 1997

Il Foglio, 1997


Alito, il giudice di Bush

Se non si mette a saltare sulla poltrona come Tom Cruise da Oprah, diventerà giudice della Corte Suprema

11 gennaio


Lunga vita alla grande Repubblica. Viva, Viva la Repubblica

Il 14 gennaio Repubblica compie 30 anni (auguri) e mette online una serie di prime pagine storiche. Be’, leggete come titolò alla morte di Mao. e che aggettivo, tra i tanti, scelse per definirlo. Nonn male nemmeno la pagina sull’elezione di Reagan (“L’America a destra”) e sulla soddisfazione sovietica. Scrisse Rep: “E’ evidente il sollievo per l’eliminazione dalla scena politica americana di un avversario diuro come il consigliere per la sicurezza Zbigniew Brzezinski”.

11 gennaio


L’orrido sito ha scritto una cosa molto divertente (e una minchiata)

L’autore dell’orrido sito ha scritto una divertente presa per i fondelli della serie tv 24 (lunga vita a 24). Gli perdoniamo il vilipendio perché la beffa fa davvero molto ridere.
In un altro post, Camillo viene preso ad esempio di un ragionamento in realtà condivisibile e intelligente. Risposta: Camillo non ha mai scritto sull’orrido sito intanto perché è orrido (l’orrido sito, non Camillo), poi perché un sito ce l’ha già.
Però accanto a quel ragionamento c’è un però. Anzi un doppio però. Primo però: io non mi definisco un neocon, come scrive l’orrido sito. Se proprio devo farlo io mi definisco, anzi sono, di sinistra, ovviamente di sinistra liberale. Non sto qui a raccontare la storia dei neocon, gente di sinistra a cui la sinistra illiberale diede di, appunto, neoconservatori. Ma, insomma, avete capito. Secondo però: la prossima volta che l’orrido sito dice che qui si scrivono “cazzate”, faccia degli esempi. Dove? Come? Quando? E, magari, provi ad argomentare, a controargomentare, a scollegare il cervello dalla videocassetta di Fahrheneit 9/11 o come diavolo si scrive. 

10 gennaio


Due o tre cose (negative) sull’iPod video

Naturalmente è molto bello. Più sottile. Più capiente. Più figo. Però ci sono almeno quattro cose che non vanno bene. Ci sono quattro cose che lo rendono peggiore del modello precedente. Sono queste. Con l’iPod video non si può usare il microfono. Vale a dire che, personalmente, non potrò utilizzarlo come un registratore. Me ne sono accorto tre minuti prima di iniziare un’intervista a Washington, e ancora si sentono le urla strozzate.
Seconda cosa che non va: l’iPod video ha il video. Cioè, avendo il video, non puoi gettarlo nella borsa o in tasca non curandoti di lui. Se quello precedente si graffiava, chissenefregava. Questo non puoi farlo graffiare, sennò non serve a niente. (In realtà il video NON serve davvero a niente, quindi potrei tranquillamente lasciare che si graffi…). Il risultato è che devi tenerlo nella sua guaina, attraverso la quale non puoi comandarlo e alla terza volta che vuoi cambiare brano ti viene il latte alle ginocchia e lo spegni. E comunque fai la figura di quelli che attaccano il portatelefonino alla cinta dei pantaloni come Abatantuono attaccò l’accrocchio al fuoristrada di Marrakech Express.
Terzo difetto: il software è più lento. Mooolto più lento. Quando si cambia brano, impiega quel secondo di troppo che fa incazzare come una bestia e fa dimenticare quale sia il quarto difetto.
Ah, me lo sono ricordato: con l’iPod video non si può più usare il cavo firewire per collegarsi al computer, ma solo quello usb. Oltre a costringermi a staccare ogni volta o la stampante o il mighty mouse, comporta che devo ogni volta cambiare cavo di collegamento alle casse on stage. Operazione che devo ripetere ogni volta che uso l’iPod vecchio. Stavolta, per la prima volta da tempo: il risultato è negativo, dear Steve Jobs. Vediamo come rimedierai a giorni.

10 gennaio


Mac vaffa

Ieri per la prima volta in dieci anni mi è capitata una cosa che pensavo non potesse mai accadere a noi privilegiati possessori di macchine troppo sofisticate per voi che non ce le avete. Insomma oggi per la prima volta in vita mia è scomparso, ma proprio scomparso, il file su cui avevo scritto l’articolo per il Foglio. Vo-la-ti-liz-za-to. Ho dovuto riscriverlo a memoria in 4 minuti e 55 secondi. Mac vaffa.

10 gennaio


Siete pronti?

(Grazie a Passannanti)

8 gennaio


Revocato il premio uomo dell’anno a Enzo Bottillo

Ma, contrariamente a quanto abbiamo letto – chiarisce Enzo Bottillo – non è vero che siamo stati sempre con i mitra puntati. Noi prima eravamo stati trattati bene dai
nostri sequestratori, a parte le ultime due ore, quando la
polizia ha scoperto il covo e quegli ultimi drammatici dieci
minuti di autentico terrore”.
(Grazie a Paolo)

7 gennaio


Enzo Bottillo, uomo dell’anno 2006

A memoria d’uomo non si ricorda un ostaggio italiano che non abbia detto quanto sia stato trattato bene, molto bene, dai suoi rapitori islamici e quanto siano stati gentili e carini e quanti biscotti gli abbiano offerto e tanta tanta comprensione. Enzo Bottillo, appena liberato nello Yemen, invece ha detto: “Il loro capo era un bastardo, un vero bastardo”.

6 gennaio


Bush e Sharon

6 gennaio


Barbara Spinelli, la nostra neocon preferita

1999, odissea nel Kosovo di un’editorialista che, allora, scriveva come Kagan e Wolfowitz

4 gennaio


No liberal media

Secondo l’Ap questa signora in fotografia è la madre di tre martiri palestinesi. Martiri, non assassini terroristi.

3 gennaio


Ove si difende Bush invocando Corrado Guzzanti

3 gennaio


Ove si attaccano Bush e Jack Bauer

3 gennaio


Non chiedete mai scusa a Maureen Dowd

Leggete cosa è capitato a questo povero cristo

3 gennaio


Krugie, you’re doing a heck of a job

Le analisi catastrofiste sull’economia americana di Paul Krugman alla prova dei numeri:
“Economic growth in the third quarter was 4.1 percent – despite Hurricane Katrina! – the 10th consecutive quarter with growth over 3 percent. Unemployment is 5.0 percent – lower than the average for the 1970s, 1980s or 1990s.
Since April 2003, the economy has created a net 5.1 million new jobs. Core inflation is only 2.1 percent, and gas prices, which surged above $3 a gallon after Katrina, are now down around $2. Productivity growth for the five-year period of 2000-2005 is 3.4 percent, the highest of any five-year period in 50 years”.

3 gennaio


I distratti del corrierino

L’editoriale di prima pagina di oggi, a firma di Alberto Ronchey, è già uscito il 3 dicembre sempre come editoriale di prima pagina, sempre del Corriere, sempre a firma di Ronchey.

2 gennaio


Pare la difesa dell’Inter

Quella del portavoce dei Ds sulle intercettazioni Fassino-Consorte riportate questa mattina dal Giornale.

2 gennaio


Sacco e Vanzetti erano colpevoli

E il loro più grande difensore pubblico; lo scrittore Upton Sinclair, lo sapeva. Nel suo archivio ì stata trovata una lettera in cui raccontava di un colloqui avuto con l’avvocato dei due anarchici italiani. L’avvocato gli confessò che erano colpevoli, ma Sinclair non ebbe il coraggio di dirlo perché i compagni l’avrebbero accusato di tradimento. Sul Los Angeles Times.

1 gennaio

Le newsletter de Linkiesta

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Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

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