Camillo di Christian RoccaKamikaze indonesiano, prete sloveno

E ora verrà fuori qualche altro cretino multiculti a raccontarci che no, lui non ci crede, non è stato sventato nessun attentato kamikaze a Los Angeles nel 2002, non è stato aggredito nessun sacerdote ieri in Turchia. Non solo verrà fuori, ma comincerà a dire che forse sono stati i lupi grigi, forse c’entra la prostituzione, forse è colpa della destra xenofoba europea, forse è macchinazione mediatica di un reporter alla caccia di una scioccante foto da gettare in pasto agli allocchi di casa nostra. Ingannevole è ogni cosa, signora mia, non credete a chi vi dice che c’è in corso una guerra religiosa, non credeteci nemmeno se ve lo dicono in tutti i modi loro stessi, i guerransantieri kamikaze. Ci sarà, vedrete, ci sarà qualcuno che metterà in dubbio l’ultima rivelazione di Bush, quella di un altro 11 settembre sulla West Coast, quella di un altro aereo da far schiantare stavolta sulla Library Tower di Los Angeles. Ci sarà, stiamone certi, ci sarà qualcuno che denuncerà Bush perché ricorre alla “politica della paura”, che scoverà uno sporco trucco di Karl Rove, che svelerà l’ennesima manipolazione di prove da parte della destra neoconservatrice. Aperta parentesi: mercoledì la Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti ha approvato la relazione conclusiva sulle attività dei servizi e, all’unanimità, ha spiegato che i funanbolici scoop di Rep. sulla falsificazione dei documenti sull’uranio del Niger erano una barzelletta. Chiusa parentesi.
Il cretino multiculti questa volta dovrà sforzarsi un ciccinin di più. Il sacerdote cattolico aggredito in nome di Allah e al grido di “vi ammazzeremo tutti” era sloveno, non del paese del volenteroso Cav. La Slovenia ha invaso l’Iraq? La Slovenia è un popolo di vignettisti satanici? O, forse, il sacerdote è stato aggredito in quanto cristiano, in quanto occidentale? Il cretino multiculti che inorridisce al solo pensiero che i governi chiedano misure adatte a contrastare il terrorismo internazionale, dovrà sforzarsi anche sullo sventato attacco a Los Angeles. L’attentatore è stato arrestato in un paese del sud-est asiatico ed è stato reclutato dal gruppo islamista indonesiano Jemaah Islamiyah. Non era arabo. Non era saudita. Non era né iracheno né iraniano. Perché mai ce l’hanno con noi gli islamisti dell’Indonesia? Forse perché gli vogliamo rubare il petrolio? Forse perché i coloni israeliani si sono spinti fino a Bali? O forse perché c’è uno scisma islamico globale che ci ha dichiarato una guerra che comincia per “re” e finisce per “giosa”?
Ma in questa quarta guerra mondiale c’è anche un ruolo ambiguo dell’amico Putin. La Russia traffica con gli ayatollah atomici e ieri ha rotto la coesione occidentale nei confronti dei terroristi di Hamas. Non è giunta l’ora di dirgli di smettere, magari minacciando di disertare il G8 di San Pietroburgo?