Camillo di Christian RoccaAbout Rainews24

E’ vero, le inchieste di Rai News 24 danno fastidio, molto fastidio, ma soltanto quando raccontano cose non vere. Roberto Morrione, il direttore della all-news di stato, ci ha mandato due lettere di precisazioni che trovate qui sopra: la prima è stata pubblicata ieri mattina sul sito della sua rete, la seconda ce l’ha inviata successivamente. Il Foglio non ha buttato nulla in politica, come accusa Rai News 24, anche perché non sa che cosa significhi tale espressione. Nell’editoriale in questione c’era scritto esattamente ciò che è successo: l’uomo intervistato da Sigfrido Ranucci che, secondo Rai News 24, era il prigioniero ritratto nella famosa fotografia dell’incappucciato di Abu Ghraib, non era lui. Era un altro. Non era quello ritratto in piedi su una scatola di cartone con le braccia aperte e le dita delle mani collegate ai fili della corrente. Punto. Tutto il resto sono arrampicamenti sugli specchi di Morrione, compreso il ricorso alle nuove fotografie sugli abusi di Abu Ghraib pubblicate l’altro ieri da Salon.
La bufala è stata scoperta da una rivista iperliberal americana, appunto Salon. E’ stata rilanciata in tutto il mondo dalla Associated Press. E’ stata confermata dal New York Times, che ha avviato un’inchiesta interna sulla bufala (al contrario di quanto scrive Morrione, non “come è suo costume”, piuttosto come capita ogni volta che il NYT riconosce di aver preso un abbaglio clamoroso: i falsi di Jayson Blair e, spiace deludere Morrione, le notizie sulle armi di Saddam. Probabilmente Rai News 24 non lo sa, ma il Foglio non ha mai fatto nessuno scoop sulle armi di sterminio di Saddam né propagandato alcunché, semmai ha ripreso gli articoli del New York Times, oltre che le dichiarazioni di tutti i governi del mondo occidentale, compresi quelli contrari all’intervento, dell’Onu e della sinistra parlamentare americana. Quanto alla giustificazione della guerra, come è noto, le motivazioni erano anche altre, e proprio queste “altre” sono state quelle che su queste colonne hanno avuto più spazio).
La bufala dello scambio di persona in cui è incappato Rainews24 è stata inoltre ripresa dalla Stampa di Torino, ieri. Rai News 24 continua a non darne conto. Sta qui il punto, è questo il motivo per cui Raibufale24 non può pretendere di stare “in buona compagnia” con il Times di New York. Quelli hanno pubblicato due articoli con i dubbi sul loro scoop, con le smentite ufficiali, con lo scambio di persona. Rai News 24 invece no. Roberto Morrione, in questa invero deboluccia doppia replica, ha addirittura scritto che “il Pentagono non ha mai contestato la veridicità di quanto emerso dall’intervista di Sigfrido Ranucci e da quella del New York Times all’ex prigioniero di Abu Ghraib”, non essendosi accorto delle frasi di Chris Grey, portavoce del Criminal Investigation Command delle Forze Armate, riportate da Salon e dal New York Times nei giorni scorsi (frasi che non sono “alla base” della scoperta di Salon, ma l’ulteriore conferma della bufala). Nella seconda replica di Morrione, questa contestazione al Foglio scompare. Motivo? A Rai News 24 ieri hanno letto l’articolo della Stampa, un’utile traduzione italiana della dichiarazione del Pentagono rivolta al New York Times, che è questa: “C’è un certo numero di detenuti che afferma di essere la persona ritratta nelle foto in qestione, le indagini da noi svolte indicano che colui che avete intervistato non è lo stesso che si ritrovava ad Abu Ghraib”.
Un altro punto della seconda requisitoria di Morrione sostiene che la rivista Salon “ammette che i prigionieri incappucciati e fotografati sono più di uno”, cosa mai negata dal Foglio. Anzi, l’editoriale del Foglio conteneva questa frase: “Ovviamente non si può escludere che anche il gerarca baathista Ali Shalal Qaissi sia stato a sua volta incappucciato”. Di nuovo, il punto è l’uomo ritratto in piedi su una scatola di cartone con le braccia aperte e le dita delle mani collegate ai fili della corrente. Rai News 24 ha raccontato di averlo intervistato, invece ha parlato con un’altra persona, qualcuno che si spaccia per chi non è. Sarà facile, “nelle sedi opportune”, riuscire a confermare tutto questo.
Morrione, nella prima lettera, sostiene che il Pentagono abbia usato il fosforo bianco come “documentato” dall’inchiesta di Rai News 24. Come è noto, non è così. Il Pentagono ha ammesso di averlo usato, intanto perché il suo uso è legale rispetto a obiettivi militari, ma ha smentito categoricamente che sia stato usato nel modo, nei tempi, con le finalità e, soprattutto, con gli effetti “documentati” da Rai News 24. Morrione è libero di credere ai fascisti di Saddam o ai macellai di Zarqawi, invece che al Pentagono, un po’ meno di raccontare ciò che non è successo. I principali esperti militari, intervistati anche dai giornali italiani oltre che ospitati sui grandi giornali liberal americani, hanno smentito la ricostruzione di Rai News 24 in modo chiaro e netto: l’arma non era in sé illegale, non è stata sganciata dagli elicotteri come in Vietnam, non ha ucciso le persone che la tv di Morrione ci ha fatto vedere. Quanto all’ex marine guevarista Jeff Englehart, prova regina di Morrione, nell’intervista di Rai News 24 dice di aver partecipato alla battaglia di Fallujah, successivamente – anche nella trasmissione di Democracy Now – spiega che “in realtà non ero coinvolto in combattimenti diretti”.
Tornando ad Abu Ghraib, Morrione prende atto “con piacere” che il Foglio non mette in discussione “gli orrori commessi all’interno del carcere”, come se qui siano mai stati messi in discussione. Tanto più che, visto che saremmo “l’house organ del Pentagono”, Luigi Manconi potrebbe confermargli che siamo stati noi, noi del Pentagono, a scoprire, indagare, sanzionare, processare e infine punire i colpevoli di quegli abusi.
Sulla presenza di italiani ad Abu Ghraib, “a parte la debole smentita del governo italiano” di cui parla Morrione (debole? forte? era una smentita), Rai News 24 dimentica che anche le forze della coalizione militare autorizzata dall’Onu hanno negato (vedi “Militaria” qui a fianco). Chiunque si sia occupato di queste cose sa benissimo che precise disposizioni del Pentagono vietano l’utilizzo di contractors che non siano cittadini americani. Regole che si rintracciano facilmente nei siti delle due società di contractors di Abu Ghraib: caci.com e titan.com.
Morrione, infine, scrive che “appare pretestuoso dibattere se Al Kaisi fosse proprio quello della foto simbolo” oppure uno dei tanti. Cioè ammette di aver perso il dibattito, come neanche il Cav. alla fine del duello televisivo con Prodi.

Le due lettere di Morrione
Al direttor – Le nostre inchieste devono dare molto fastidio a qualcuno anche in Italia, se il Foglio, come se fosse una house organ del Pentagono, ha costruito un attacco a Rai News 24, dove l’abbondanza degli insulti si intreccia a capziose insinuazioni dal sapore diffamatorio. Il Pentagono, peraltro, non ha mai contestato la veridicità di quanto emerso dall’intervista di Sigfrido Ranucci e da quella del New York Times all’ex prigioniero di Abu Ghraib. Mentre ha ufficialmente confermato l’uso del fosforo bianco nella battaglia di Fallujah, documentato dalla nostra inchiesta del novembre scorso e che il Foglio, unico esempio al mondo, si ostina ancora pervicacemente a ignorare.
Riguardo alle due inchieste, Rai News 24 precisa:
1. Al Qaissi è stato riconosciuto da Amnesty International, Human Right Watch, e da diverse Ong europee come uno dei prigionieri incappucciati ritratti nelle foto pubblicate. Nel settembre scorso era stato intervistato da altri organi di stampa americani come la tv pubblica Pbs, dal settimanale Vanity Fair e anche da quelli italiani quali il Manifesto e Repubblica che ne avevano controllato l’identità. In più Al Qaissi come prigioniero di Abu Ghraib ha il numero di matricola 151716, quindi non esistono dubbi sulla sua permanenza nel carcere iracheno e sulla sua qualità di testimone diretto di quanto è successo. Inoltre Al Qaissi è anche il presidente dell’associazione dei prigionieri fuoriusciti dalle carceri controllate dagli americani che conta circa 4.500 iscritti.
2. Prendiamo atto con piacere che non vengono messi in discussione i contenuti dell’intervista e gli orrori commessi all’interno delle carceri, argomento del quale ci sarebbe piaciuto si fosse parlato di più. Il fatto che ci siano poi stati altri prigionieri fotografati con il cappuccio e che aasseriscono di essere quelli rappresentati nella foto simbolo, non diminuisce l’orrore, casomai l’aumenta, visto che appare certo che furono in centinaia ad essere coperti con il cappuccio.
3. Sulla presenza di italiani tra chi conduceva gli interrogatori dei prigionieri, a parte la debole smentita del governo italiano, Rai News 24 ha intervistato l’avvocato americano Susan Burque (nota bolscevica) che tutela centinaia di prigionieri torturati ad Abu Ghraib e che ha fatto investigazioni sui contractors, la quale ha dichiarato probabile, in base alle sue informazioni, la presenza di contractors italiani.
4. Appare riduttivo e pretestuoso dibattere sul fatto se Al Qaissi fosse proprio quello della foto simbolo o uno dei tanti incappucciati in quel carcere dell’orrore. E’ la prima volta che una vittima di Abu Ghraib denuncia in televisione le umiliazioni e gli abusi subiti, raccontando una macchia che l’occidente faticherà a cancellare dall’animo. Ebbene l’orrore è sparito dai dibattiti giornalistici: è forse un modo di lavarsi la coscienza, di nascondere pure quella sotto un gran cappuccio.
5. Falso anche quanto scritto riguardo all’inchiesta sull’uso del fosforo bianco a Fallujah, che secondo l’ editorialista del Foglio sarebbe finita in “barzelletta”. Non è della stessa opinione il Parlamento europeo che ha chiesto una commissione d’inchiesta, con voto trasversale. E non c’è stata nessuna smentita da parte di Jeff Englehart, il marine che ha ammesso l’uso del fosforo, davanti al portavoce del Pentagono, durante una trasmissione di Democracy Now. La sua intervista originale è peraltro ascoltabile sul sito di Rai News 24. Anche gli strateghi militari sono stati zittiti da quanto dichiarato alla BBC dal portavoce del Pentagono, Barry Venable, che ha ammesso l’uso del fosforo per uccidere.
6. Falsa infine la notizia che i giornalisti embedded non abbiano parlato dell’utilizzo dell’agente chimico. Rai News 24 ha intervistato l’inviato della BBC a Nassiriyah (noto bolscevico) Adam Mynott, che ha detto di aver visto 30 morti tra i civili, bruciati dal fosforo dei marines.
Quanto alle “bufale”, quelle attribuite a Rai News 24 sono una pura calunnia facilmente smontabile, mentre le panzane a suo tempo diffuse dal Foglio, come l’esistenza in Iraq di “armi di distruzione di massa”, sono state smentite dalla Storia. Queste bufale, purtroppo, non sono finite in barzelletta.
Roberto Morrione, direttore Rai News 24

Gentile direttore – A quanto pare, a proposito di quelle che il Foglio nell’editoriale del 15 marzo chiama “bufale”, siamo in buona compagnia: New York Times, PBS, Vanity Fair (Usa) e noi, Rai News 24. Una compagnia che ha ancora voglia di fare giornalismo di inchiesta. A qualcuno può dar fastidio, e si capisce. Il Foglio preferisce buttarla in “politica”, e si capisce.
Restano i fatti:
• il prigioniero, Ali Shalal Qaissi, incappucciato, torturato e fotografato nella prigione di Abu Ghraib (le prove fotografiche sono sul sito www.rainews24.it), è stato intervistato per la prima volta in Tv da Rai News 24 e poi da PBS, Vanity Fair e New York Times;
• il sito Salon solleva dubbi sul fatto che sia lo stesso della foto pubblicata dal New York Times, sulla base di un’intervista a un ufficiale dell’Army’s Criminal Investigation Command (CID), ma poi pubblica altre foto di Al Qaissi fra quelle dei prigionieri incappucciati e torturati, e ammette che i prigionieri incappucciati e fotografati sono più di uno (basta verificare sul sito di Salon);
• il NYT prende atto dei dubbi sollevati, non smentisce nulla e dice che, come è suo costume, farà ulteriori verifiche, conferma tutte quelle fatte finora, compresa la coincidenza dei periodi di detenzione (vedi articolo NYT del 14 marzo);
• Human Rights Watch e Amnesty International confermano anche al NYT che Ali Shalal Qaissi è l’uomo delle foto.
Capisco che il Foglio si intenda di bufale, come quella colossale che ha così fortemente propagandato sulle armi di distruzione di massa che hanno giustificato la guerra in Iraq, smentita dalla Storia. Le ricordo solo che le nostre inchieste non sono mai finite in barzelletta, mentre sulle vostre bufale siete rimasti in pochi a ridere.
Roberto Morrione
direttore Rai News 24
P. S. Nulla di personale, ma per quanto riguarda calunnie e ingiurie dell’editoriale del Foglio del 15 marzo nei confronti di Rai News 24 ci riserviamo di agire nelle sedi opportune.

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