Camillo di Christian RoccaIl cdr del Foglio

Il cdr del Foglio è solidale con i colleghi del Corriere che, in questa delicata fase pre-elettorale, subiscono la pervicace presa di posizione della direzione in violazione del contratto nazionale e in ottemperanza a suggestive nonché vetuste fedeltà terziste. Con l’editoriale dell’8 marzo u.s. sono state limitate e circoscritte le prerogative professionali del nostro mestiere di sentinelle civili. Le maestranze di via Solferino, ivi compresi i colleghi delle testate Magazine, Style e Io Donna, sono peraltro già vessati da un’incipiente mercificazione della loro indipendenza oltre che svuotati del loro impegno morale da parte di una proprietà legata a conglomerati finanziari (ancorché illuminata, come dimostrano le file alle primarie dell’Unione) e di un management proveniente dal mondo dei telefonini. I lavoratori del Foglio non faranno mancare il proprio sostegno alla lotta e auspicano l’intervento del dott. Santosuosso Luigi, del Tribunale di Milano, acciocché eserciti ai sensi della legge vigente la tutela democratica per scoraggiare la pubblicazione di Battista, Ostellino, Panebianco, Della Loggia, Allam e di quel furbetto del settore “cronache italiane” la cui cognata una volta ha pensato di votare Cav.

Lo stato di agitazione
E’ stato proclamato lo stato d’agitazione. Il cdr del Foglio ha incontrato il direttore Giuliano Ferrara per avere informazioni sull’editoriale pubblicato ieri sotto il titolo “Il gioco di Mieli” nel quale si sostiene: “Non perché il Cav. sia particolarmente avido, squalo o caimano”. Il cdr ha contestato la risposta fornita dal direttore, “vabbé sono cose che si dicono”, e ha ironicamente domandato allo stesso se non consideri per caso il Cav. un cucciolo di panda. Il cdr ha manifestato al direttore il proprio sdegno per avere egli irriso col termine “gioco” una scelta su cui il democratico Mieli non ha dormito la notte. Il cdr ha chiesto poi a Ferrara in base a quale criterio democratico al Cav. (“un outsider che ama regnare e non governare, che ama il potere sotto l’ala della vittoria permanente, del plebiscito di ogni giorno, del colpo mediatico che risolve ogni cosa”) si debba fare anche da ruffiani. E come, a farlo, non ci sia “niente di male se non si sia bacchettoni”. Il direttore Ferrara ha investito a quel punto gli interlocutori con un volgarissimo: “Toglietevi dai coglioni!”. Il cdr ha ribattuto con pacata fermezza che “toglietevi dai coglioni” lo andava a dire a Umberto Eco.

Quei ritratti non ci rappresentano
Il cdr del Foglio ha incontrato il direttore Ferrara per avere chiarimenti in merito alla serie di ritratti del premier pubblicati dal giornale. Il direttore, dopo aver ricordato che se gli gira lui ci mette pure un mezzobusto di Elio Vito, ha spiegato che vanno considerati “punto di vista della direzione, fatta salva la libertà di opinione di tutti i giornalisti”. E ha fatto presente che se “qualcuno vuole proporre quello di Prodi Balanzone o di Rutelli Mimì Tirabusciò, la direzione non ha obiezioni di merito, salvo quelle tecniche che potrebbe avanzare il dott. Buracchio”. Il cdr, ribadita la totale legittimità di questa posizione, tiene però a sottolineare come nel caso del premier ritratto nelle vesti di Solimano si potrebbe registrare un indebolimento della linea del Foglio, portata avanti con coerenza e continuità negli editoriali, di difesa dell’identità occidentale. Il cdr ha inoltre chiesto chiarimenti sulla destinazione finale degli originali. Il direttore ha risposto che sono in corso trattative per un adeguato accasamento presso il Motore Azzurro di recente costituzione, “che potrà così inaugurare la Pinacoteca Azzurra”. In ogni modo ha dato la più ampia assicurazione che, dopo Churchill, il premier non sarà ritratto pure nelle vesti di Berlusconi.

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