Camillo di Christian RoccaLa nota impegnativa dell'Onu

Eccola la nota impegnativa delle Nazioni Unite, quella che provenendo dal soglio multikulti della bontà mondiale non turberà il sonno di nessuno: lapidare i froci non è reato. Alla riunione del Consiglio di Ginevra sui diritti umani, un organo ideato da Kofi Annan ma già più ridicolo della famigerata Commissione di cui l’anno scorso ha preso il posto, a settembre è stato presentato un documento di condanna della Nigeria per la mostruosa pratica di lapidazione, fino alla morte, degli omosessuali. L’ambasciatore nigeriano s’è difeso da par suo e ha spiegato ai colleghi che “la pena di morte per lapidazione contro chi compie atti sessuali contro natura è prevista dalla sharia e non dev’essere equiparata agli omicidi extragiudiziari anzi, davvero, non deve nemmeno essere considerata in questo rapporto”. La presidenza del consesso mondiale che, in teoria, dovrebbe tutelare i diritti umani ha ringraziato ed è passata ad altro, tendenzialmente a un voto di condanna nei confronti di Israele. In questa sessione sono già state approvate otto risoluzioni contro lo stato ebraico, e ce ne sono altre tre in lista d’attesa, ma non è passata nessuna critica formale ai soliti e ben noti torturatori. Questa settimana, il Consiglio ha deciso di non prendere in considerazione il peggioramento della situazione dei diritti umani in Iran e Uzbekistan. E anche l’inevitabile documento sul genocidio in Darfur (che, intanto, secondo l’Onu non è genocidio) ha evitato accuratamente di puntare il dito sul governo sudanese, viceversa il testo non sarebbe stato approvato. La solita alleanza tra macellai, dittatori e democrazie accondiscendenti continua, con l’egida Onu, a giustificare ogni abominio, compresi la violenza sulle donne nel mondo islamico, la negazione dell’Olocausto di Teheran, la tortura politica a Cuba, le bombe di Hezbollah. Alla fine di ogni intervento di questi personaggi, la presidenza del Consiglio Onu doverosamente ringrazia, malgrado le sconcezze ascoltate.
La settimana scorsa, quando il rappresentante di UN Watch ha preso la parola per denunciare queste cose, e dire che il sogno dei padri fondatori delle Nazioni Unite si è trasformato in un incubo, è successa una cosa straordinaria che vi consigliamo di andare a vedere sul sito unwatch.org. Lo spagnolo che presiedeva, dopo aver ringraziato ogni difensore dei torturatori fin lì ascoltato, si è rifiutato di fare altrettanto con il rappresentante di UN Watch, condannando il suo intervento, giudicandolo inammissibile e intollerabile. E’ la prova, non solo secondo il Wall Street Journal e il New York Sun, ma anche per una rivista progressista come Foreign Policy, che il Consiglio dei diritti umani dell’Onu “è ufficialmente una barzelletta”.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter