Un personaggio come Fred Thompson servirebbe come il pane alla politica italiana, purtroppo non c’è. E’ un ex avvocato, un ex senatore, un attore. Qualche settimana fa ha detto che potrebbe candidarsi alla Casa Bianca nel 2008 e, soltanto per aver ventilato l’ipotesi, è balzato al terzo posto nei sondaggi. Fred Thompson alla Casa Bianca sarebbe il remake dell’epopea di Ronald Reagan, un altro attore alla preesidenza degli Stati Uniti. In Italia il nome non dice nulla, però la sua faccia è stata vista in molti film di successo, in “Senza via di scampo” con Kevin Costner, in “Caccia a Ottobre Rosso” con Sean Connery, in “Cape Fear” di Martin Scorsese e con Robert DeNiro, in “Nel centro del mirino” con Clint Eastwood, in “Conflitto di classe” con Gene Hackman. Ora Thompson interpreta il puntuto procuratore federale di New York nella serie televisiva Law and Order. L’appeal di Thompson è personale e politico. La sua storia è da film hollywoodiano e agli americani piace sognare. Thompson ha compiuto i primi passi pubblici da consigliere legale del partito repubblicano ai tempi della Commissione sullo scandalo Watergate, poi è diventato un grande avvocato, uno di quelli che nei film americani si batte per ottenere i risarcimenti milionari per le vittime di ingiustizie sociali. Nel 1984 ha interpretato se stesso nel film “Una donna, una storia vera”, la storia di una donna, Marie Ragghianti (interpretata da Sissy Spacek). Il cinema gli è piaciuto ed è riuscito a convincere sia la critica sia molti registi, al punto da aver lasciato la carriera da avvocato. Negli anni Novanta, si è stancato di fare l’attore a tempo pieno e si è candidato al Senato, nel collegio del suo Stato, il Tennessee. Il risultato è stato clamoroso: ha battuto l’avversario con lo scarto di voti più alto in tutta la storia del suo Stato. Alla scadenza del mandato è stato rieletto con un margine ancora più alto. A Washington si è occupato di terrorismo e di proliferazione nucleare. Poi s’è stancato anche della vita politica ed è tornato un po’ a fare l’attore un po’ l’avvocato. La sua possibile candidatura non è campata in aria, malgrado sembri la sceneggiatura di un film e il fronte repubblicano sia occupato da due giganti come Rudy Giuliani e John McCain. Thompson potrebbe essere il terzo incomodo, capace di attirare i voti dei moderati e degli indipendenti, ma anche in grado di elettrizzare la base repubblicana, grazie a carisma e qualità comunicative. Thompson, insomma, sarebbe il modello ideale per Silvio Berlusconi. O viceversa.
15 Maggio 2007