Camillo di Christian RoccaArchivio blog – Giugno 2007

Raccolta mensile del blog


Luglio, a rilento

30 giugno


“Il peggio possibile della storia radicale e della storia scolastica radicale”

Marco al-Pannella su Daniele Capezzone al Comitato Nazionale dei radicali

29 giugno


Le guardie rosse di Torre Argentina

Oggi Sergio D’Elia, piccino come non credevo potesse essere, ha scritto un secondo comunicato maramaldo in poche ore contro l’epurato Capezzone.


29 giugno


Continua il jihad radicale contro Capezzone

Dopo il licenziamento da Radio Radicale, oggi la segretaria del partito ha chiesto le sue dimissioni da presidente della Commissione, mentre tre coraggiosissimi parlamentari radicali hanno maramaldeggiato in modo molto elegante. Complimenti.

29 giugno


Redazionalmente Caretto

Oggi
Caretto scrive che Ann Coulter è l’eorina dei neocon, non ha
ancora capito che è un’avversaria dei neocon. Il problema,
però, è che sia lui sia il Corriere non hanno capito chi
sono i neocon. Poi, cita, John Edwards e gli fa dire che “i neocon”
avrebbero raggiunto il livello più basso eccetera. Io la frase
non l’ho trovata. Ma escludo che l’abbia pronunciata a proposito di Ann
Coulter. (La Coultwer, infine, è indifendibile, ma non mi pare
che si siano letti pezzi indignati del Corriere o del NYT quando un
beniamino della sinistra radical, Bill Maher, s’è augurato la
morte di Dick Cheney e, in ogni caso, non s’è ancora capito che
la frase di Coulter su Edwards era una parodia di Maher)

29 giugno


Live blogging Veltroni

Post discorso – Giudizio Finale
Una boiata pazzesca

Post discorso – L’analisi di un amico, appena ricevuta su Skype:
“Un discorso degli inizi del 900”

A Whiter shade of Pale
Finisce così, con la canzone dei Procol Harum credo nella versione di Annie Lennox

Celestino non va in Africa
“Con allegria”

Momento Superiorità Antropologica/2
“Noi, i migliori”.

In sintesi
Le primarie vere non saranno queste di ottobre, ma quelle successive che sceglieranno il candidato premier tra i vari partiti dell’Unione (Sì, sconfitta con perdite la mia proposta)

Momento Obama
“Non c’è un’Italia di destra e un’Italia di sinistra, c’è una sola Italia. Non c’è un integralismo religioso e un laicismo esasperato, c’è una sintesi”

Momento melassa
“Voltiamo pagina”

?!?
“Una legge per la politica”

Finalmente
Sulla riforma istituzionale ha detto cose buone e giuste (fine del bicameralismo, maggiori poteri al premier, riduzione dei parlamentari). Oggi voterebbe “Sì” al referendum di due anni fa?

Momento Calderoli
Le forze dell’ordine in divisa lascino i compiti amministrativi negli uffici e vadano per strada a far sentire alla gente la loro presenza

Sicurezza zzz…

Contrordine compagni
“I prelievi sulle rendite finanziarie sono i più bassi d’Europa”

Momento Superiorità Antropologica
Se fosse solo la destra a chiedere una riduzione fiscale “non varrebbe la pena nemmeno di rispondere”, però, cari compagni, “il carico fiscale è elevatissimo”. Poi una sgrammaticata e confusa riproposizione delle tesi di quelli a cui non valeva la pena rispondere.

Alla mezz’ora
Soltanto tre le parole sensate: “Sì alla Tav”

“Il metodo della concertazione”

“La lotta al precariato è la frontiera che il partito democratico ha davanti a sé”

“L’edilizia popolare”

La linea Luca Sofri ha vinto
Veltroni ha fatto l’elogio della società di anziani, secondo lui merito del welfare state conquistato dai nostri padri. Nessun cenno alla crescita zero. Ha pure fatto gli auguri al governo per “ammorbidire” lo scalone, cioè per la controriforma delle pensioni.

Parziale al ventesimo minuto
Con tante parole vecchie e retoriche, Veltroni ha ribadito che il partito democratico sarà la sintesi delle due tradizioni popolari di questo paese, cioè pci e dc. Poi ha detto che il governo Prodi sta facendo benissimo. Infine ha dovuto ricordare ai compagni che “la battaglia non è contro la ricchezza, ma contro la povertà”. Peggio, non mi sarei potuto aspettare.

Alzategli il teleprompter!
A Walter hanno messo gli schermi del teleprompter troppo bassi, così si vede che legge. (ma anche lui ha il passo di chi legge, non di chi parla a braccio)

27 giugno


Definitivo sull’iPhone

27 giugno


Il Paparellum

PS. era sbagliato il link, comunque il Papa ha cambiato il sistema elettorale per l’elezione del prossimo Papa.

26 giugno


Su Guantanamo

Chissà se ora che lo ha scritto il New York Times si capirà anche in Italia:

“The makeshift detention center known as Camp X-Ray closed in early
2002 after just four months of use. Now it is overgrown with weeds and
serves as home to iguanas. Yet last week ABC News published a photo
online of Camp X-Ray as if it were in use, five years after its
closing”.

26 giugno


Comincia proprio a far paura

Thompson ancora non si è candidato, ma i democratici hanno già cominciato una campagna denigratoria nei suoi confronti

25 giugno


Tutte le ex fidanzate di Fred

25 giugno


L’ex consigliere comunale DC Daniele Luttazzi ha scritto un libro

Un
suo fan mi ha segnalato che nel suo nuovo libro mi smaschera, mi
sputtana eccetera. Ho sfogliato il libro alla Feltrinelli e mi sono
fatto parecchie risate. Luttazzi torna
sulla questione Nigergate su cui non capì nulla allora che era
calda, figuriamoci adesso che è stata archiviata pure dagli
avversari di Bush, dalla magistratura e dalla politica. Luttazzi scrive
le solite parole in libertà, ma chissenefrega: stiamo parlando
di un comico, anche se gioca al piccolo rivoluzionario. Di
rivoluzionari, in natura, ne ho visti di più solidi, quasi
nessuno per esempio tra gli ex consiglieri comunali della Dc.
Comunque, ho finalmente capito perché sul suo blog il comico
democristiano mi aveva così duramente attaccato. Indirettamente
lo svela nel libro. Ce l’ha con me perché un giorno mi accorsi
che imitava battute, mosse e rubriche dallo show di Letterman. Le
imitava alla lettera e da poco era perfettamente riscontrabile grazie a
Raisat. Lui replicò a Repubblica (non si capisce bene
perché proprio a Repubblica, ma deve essere una tattica obliqua
tipica del politico democristiano), chiedendo le prove. Gliele fornii,
con il plauso del fan club italiano di Letterman. Luttazzi (vero nome
Daniele Fabbri, ma le iniziali D.F. non coincidevano con quelle di Dave
Letterman, D.L., così s’è fatto chiamare Daniele
Luttazzi, giust’appunto D.L., come Letterman) se l’è segnata e
s’è voluto vendicare. C’è riuscito, fa molto ridere.

25 giugno


Bagels in New York is very easy

Grazie
ai molti camilli che mi hanno segnalato dove si trovano i bagels a
Milano, Roma e in Germania. Vorrei tranquillizzare: non soffrirò
molto, sono qui solo in vacanza. Poi tornerò in the land of the
bagels.

24 giugno


Leaving New York is never easy

Specie se di qua, nel vecchio mondo, non esistono i bagels

24 giugno


Caso Suazo, la soluzione

Ricevo e volentieri posto:

“Carissimi
Moratti & Galliani, ho la soluzione al vostro problema. Se Galliani
molla Suazo e lo lascia all’Inter degli onesti, questi lo potrebbero
mettere a bilancio a 14 milioni di euro. Un quarto d’ora dopo lo
rivendono al Milan per 164 milioni di euro e il Milan gira loro uno a
scelta tra Simic, Borriello e Storari sempre per la stessa identica
cifra di 164 milioni di euro, che mi sembra una equa valutazione.
Nessun esborso di danaro ma a quel punto, per magia contabile, si
potrebbe iscrivere una plusvalenza fittizia di 150 milioni di euro, a
taroccamento anche del bilancio che chiuderanno la settimana prossima
(30/06/07). Avremmo così il contante da utilizzare per comprare
Eto’o+Ronaldinho+Sheva+Cruijff+un senatore del centrosinistra per il
Milan e Henry+Diarra+Buffon+Seredova+un paio di omaggini per Palazzi
& Borrelli a favore degli Intertristi, che non si sa mai. A quel
punto, avvisato il direttore della Gazzetta dello Sport, che è
quel giornale rosa pieno di briciole e unto di brioches che sta sui
frigo dei bar, di non scrivere nulla o di mettere la notizia dopo il
meteo a pagina 24, a fianco di A.A.A. offresi massaggi di ogni tipo a
domicilio – Citofonare Ornella…..il più è fatto. E
insabbiato. Il nuovo consulente di mercato, Massimo Crepaldi”

22 giugno



Se passate da Londra

Mi prendete questa maglietta con lo storico slogan di propaganda antinazista che gli inglesi prepararono all’inizio della seconda guerra mondiale?

21 giugno


Palate di sabbia

Il
Corriere della Sera, oggi, ha trovato ben due-giornalisti-due per
scrivere la velina dettata dagli indossatori di onestà altrui, e
peraltro nessuno dei due è Fabio Monti. A un certo punto i due
scrivono addirittura che “in ogni caso è esclusa la revoca dello
scudetto 2005-06”. E’ vero, sui giornali di regime e dei poteri forti
la revoca è esclusa, con la lodevole eccezione di Repubblica e
Sole, malgrado il codice sportivo dica esattamente il contrario e non
solo per quello del 2005-06 rubato alla Juve, ma anche per quello
aziendale di quest’anno. I potenti del calcio minimizzano e
solidarizzano (e ci credo, si aprisse il capitolo bilanci falsi…),
mentre l’ex MicroMega rosea di Carlo Verdelli fa scrivere all’ex vice
Torquemada che è stato “sollevato un processo sommario” contro
Moratti. La tesi di questi moralisti aziendali è questa: “fosse
stato loro contestato qualcosa, si può ragionevolmente supporre
che avrebbero ripianato mettendo mano al portafoglio”. Certo,
anche Moggi truccava il campionato, ma se glielo avessero
contestato in tempo si può ragionevolmente supporre che avrebbe
smesso. Come dire: chi
è ricco può imbrogliare e comprare calciatori a
volontà, falsificando il campionato. Guai però se lo
facesse uno povero, in quel caso la mannaia rosea dei Verdelli boys
sarebbe spietata.
In tutto questo c’è il solito imbarazzante
silenzio di Cobolli Gigli, temperato dalla grandezza di Fabio Capello.

21 giugno


Arriva l’iPhone

21 giugno


For the record (and for Verdelli)

La
Covisoc ha stabilito che gli indossatori di scudetti e onestà
altrui hanno taroccato i bilanci e che non si sarebbero potuti
iscrivere al campionato (al campionato vinto dalla Juve l’anno scorso).
Il pm di Milano ha preso nota e se la procura federale non
insabbierà si applicherà l’articolo 7 del codice
sportivo. Al comma 3 dice:
“La
società che, mediante falsificazione dei propri documenti
contabili o amministrativi, tenta di ottenere od ottenga l’iscrizione
ad un campionato a cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base
delle disposizioni federali vigenti al momento del fatto, è
punita con una delle sanzioni previste dall’art. 13, lettere f),
g), h) e i)”.
Bene. Quali sono le sanzioni previste dall’articolo 13, lettere f), g), h) e i)?
Queste:
“f)
penalizzazione di uno o più punti in classifica; la
penalizzazione sul punteggio, che si appalesi inefficace nella stagione
sportiva in corso, può essere fatta scontare, in tutto o in
parte, nella stagione sportiva seguente;

g)
retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di
competenza o di qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria;

h) esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica
obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio Federale ad uno dei campionati di categoria inferiore;
i)
non assegnazione o revoca dell’assegnazione del titolo di campione
d’Italia o di vincente del campionato, del girone di competenza o di
competizione ufficiale”
.
Applicando
il criterio folle usato contro la Juve l’estate scorsa, malgrado
l’accusa non fosse provata, all’Inter tolgono lo scudetto finto
dell’anno scorso, la retrocedono in B con penalizzazione, chiedendo la
C, e le tolgono lo scudetto buono, ma aziendale, di quest’anno. Il
prossimo anno in B, senza Coppa dei Campioni. Questa è la
sanzione quasi massima, quella massima è la C e la perdita dei
due scudetti. La sanzione minima, e certa, è una penalizzazione
nel torneo del prossimo anno. Tra la sanzione massima stile Juve e la
sanzione aumma aumma c’è anche la revoca dello scudetto vinto
sul campo dalla Juve, perché esplicitamente assegnato per il
rispetto di criteri di onestà. Chi deciderà? Non credete
che a a decidere sarà la Federcalcio. A decidere saranno
i giornali. Se insabbiano e minimizzano, non succederà
niente. Leggete domani la Pravda rosa e capirete come andrà a
finire.

20 giugno


Un altro passetto, dài

Dopo l’inutile appello pro-giovani nel partito democratico, il gruppo intorno a Luca Sofri ha dato vita a iMille.
Bel nome che mette insieme l’iPod e Giuseppe Garibaldi. Rispetto
all’appello per aggiungere 10 giovani tra cui Diaco ai 45 anziani tra
cui Gad Lerner questa volta si nota un buon passo avanti, una critica
seria e decisa alle inadeguatezze degli attuali leader del partito
democratico. Di che cosa vogliano fare con questo benedetto partito
democratico, però, non c’è traccia. Non c’è
traccia delle idee-guida, non c’è traccia di come iMille
immaginano il futuro dell’Italia. Sarà per la prossima volta.

20 giugno


Ultime sugli indossatori

La
Covisoc dice alla procura di Milano che gli indossatori di
onestà altrui non avrebbero potuto iscriversi al campionato
2005-06 e che si sono iscritti solo grazie a plusvalenze fittizie. In
tutta onestà, più che vicnere lo scudetto finto,
sarebbero dovuti andare in C. Nel frattempo si sono fatti soffiare
Suazo dal Milan, cosa che tecnicamente è  un bene per loro,
ma non capendo nulla di calcio se ne dispiacciono assai. Moratti ha
detto che ha la firma del giocatore, non accorgendosi di aver
confessato un reato federale oppure contando sul fatto che già
quando i suoi confessarono di aver ricettato una patente, falsificato
un passaporto e taroccato le partite in cui fu schierato Recoba la
fecero franca, grazie anche al soccorso rosso del commissario della
federcalcio e a quello roseo dell’amico Verdelli. Su Suazo il
presidente del Cagliari dice che Moratti ha perso tempo e non
rispondeva alle telefonate. Moratti dice che non è vero, che
Cellino non l’ha mai cercato. Cellino risponde con un “porterò i
tabulati”. Sempre che non siano stati fatti sparire dagli uomini
Telecom.

20 giugno


Superiorità morale/2

Guardatevi questo
fantastico spot elettorale di Hillary che fa il verso alla famosa scena
finale dell’ultima stagione dei Soprano, sempre che l’abbiate vista
(ma, diciamo, che il target non siete voi, piuttosto gli americani
dell’Iowa che, certo, non si sono persi un fotogramma). Lì,
sulla Hbo, si resta col fiato sospero perché non si sa come va a
finire con Tony. Qui non si sa quale sia la canzone scelta da Hillary
per la campagna elettorale. Sono dei geni. Peccato, poi, che la canzone
scelta sia questa.

19 giugno


Thompson supera Giuliani

28
per cento contro 27 per cento, sondaggio Rasmussen di oggi. Terzo col
10 per cento Romney, ma attenzione a Romney che, a oggi, è in
netto vantaggio in Iowa e New Hampshire (i primi due stati a votare) e
in Michigan (che arriva subito dopo)

19 giugno


Richard Cohen, dico Richard Cohen, sul WP

“I
have come to hate the war and I cannot approve of lying under oath —
not by Scooter, not by Bill Clinton, not by anybody. But the underlying
crime is absent, the sentence is excessive and the investigation should
not have been conducted in the first place. This is a mess. Should
Libby be pardoned? Maybe. Should his sentence be commuted? Definitely”.

19 giugno


Bignamino

“If
Scooter Libby goes to jail, it will be because he made a telephone call
to Tim Russert and because Tim Russert has a different recollection of
the conversation”
(il solito strepitoso Hitchens sulla follia del processo a Libby)

19 giugno


Assurdità Mondiali

Fatto
fuori dalla Banca Mondiale Paul Wolfowitz, l’architetto della guerra in
Iraq, i Padoa Schioppa e i Zucconi di tutto il mondo sono
finalmente felici. Giustizia è fatta. I cattivoni vanno a casa.
Ora alla Banca Mondiale arriva Robert Zoellick. Li avete letti i
ritratti, no? Finalmente ce n’è uno di quelli buoni, un
moderato, non un ideologo neocon che trama nelle tenebre per aiutare lo
stato sionista e mettere le mani sul petrolio. Bene. Complimenti. Avete
vinto. Chapeau. Ora, però, leggete l’ultimo nome in coda alla più famigerata lettera politica mai scritta nella storia della politica americana.

18 giugno


Fred Thompson primo in Carolina del Sud


Quattro punti sopra Giuliani. Obama primo tra i democratici.

18 giugno


Superiorità morale

Con OpenTable.com ricerca e prenotazione online dei ristoranti

18 giugno


Sistema(to) Moggi

Sistemato
Moggi, gli juventini Fabio Capello, Fabio Cannavaro ed Emerson hanno
vinto il campionato spagnolo, battendo in un torneo storico gli
avversari del Barcellona rafforzati da altri due juventini, Zambrotta e
Thuram.
Il
titolo del Real è merito esclusivo del più grande
allenatore del mondo degli ultimi 15 anni, uno che ha vinto due
scudetti a Torino e due Madrid in quattro anni, quattro al Milan in
cinque anni e addirittura uno dentro il raccordo anulare. Capello
avrebbe vinto anche con la seconda squadra di Milano, quella che
indossa scudetti altrui o aziendali. A Madrid, Capello ha compiuto un
capolavoro, ha preso il Real più disastrato degli ultimi anni,
gestito da un presidente più esoterico di Moratti, ha cacciato i
bolliti e ha preso, oltre ai due juventini, tre giocatori. Uno è
diventato capocannoniere, gli altri due hanno segnato i tre gol della
vittoria di ieri.

17 giugno


Italiani all’estero

Vi
sarà capitato di leggere i giornali italiani all’estero, no? Li
stampano in formato ridotto Repubblica) o in formato gigante
(Corriere). I caratteri sono minuscoli e le pagine in bianco e nero.
Fin qui chissenefrega. C’è però che per ragioni di
foliazione decidono di pubblicare meno pagine di quelle che escono in
Italia. La scelta spesso è da chiamare i vigili urbani. Salta
spesso la cultura (Repubblica), la pagina di Sergio Romano (Corriere),
la pagina di esteri. Repubblica fa saltare tutto l’inserto dei libri
(poco male, non è illeggibile) e il domenicale. Oggi però
il domenicale c’era. Così ho cominciato a leggere il fantastico
racconto-incontro di Martin Amis con Tony Blair, due degli ultimi
uomini di sinistra liberale d’Europa. Ho letto la prima pagina,
bellissima. Ho letto la seconda e la terza, fenomenali. Giro pagina per
leggere il “continua nella pagine successive” e nelle pagine successive
c’è lo sport. Poi uno dice che Repubblica è quello che
è.

17 giugno


L’Italia alle vongole

Max-Scialpi-D’Alema
(no East, no West, we are the best) fa scendere dall’aereo che non
è suo ma dello Stato un cronista di un giornale prodiano che in
queste settimane ha scritto male di lui. E lo fa, esplicitamente, per
intimidire La Stampa di Torino. Una cosa più da Ceausescu che da
statista di Gallipoli, ma che ha colto nel segno: La Stampa ha
replicato timidamente e La Repubblica dalemiana naturalmente non ha
scritto una riga(*). Non voglio immaginare che cosa sarebbe successo e
quanti editoriali ci sarebbero oggi sui giornali se una cosa del genere
l’avesse fatta non dico Berlusconi, ma Schifani. Già questo,
l’intimidazione di D’Alema e la copertura di Repubblica, è da
brividi. Ancora peggio, però, l’asservimento di tutti i colleghi
del giornalista della Stampa cacciato in malo modo dall’aereo. Loro
sono partiti, invece di far partire da solo il rais della Farnesina.
(*Leggendola online non mi sono accorto che Rep. alla vicenda ha dedicato una “breve” dentro un box)

16 giugno


Segnalazione bianconera

Oggi,
sabato, sul Foglio c’è un’imperdibile pagina-ritratto di Antonio
Conte, a firma del sempre più bravo Beppe Di Corrado

16 giugno


L’uomo che per un pugno di schede in Florida oggi non è al posto di Cheney

Sull’Iraq continua a pensarla esattamente come Cheney

15 giugno


Hillary Report

15 giugno


Poliblogamia

Il blog dei cinque figli di Mitt Romney

15 giugno


American Idol

Avete ancora tempo fino a stanotte, ora italiana, per mandare il vostro curriculum, compilare il modulo e proporvi al governatore del Wyoming che nei prossimi giorni dovrà nominare il senatore da inviare a Washington, dopo la morte del titolare regolarmente eletto.

14 giugno


Fred Thompson è come Jack Bauer

Every night before going to sleep, Osama bin Laden checks under his bed for Fred Thompson.
Though Fred Thompson left the Senate in 2003, Harry Reid still hasn’t stopped wetting his pants.
Fred Thompson once ended a filibuster by ripping out a senator’s heart and showing it to him before he died.
Fred Thompson once stood on our south border and glared at Mexico. There was no illegal immigration for a month.
Only two things can kill Superman: Kryptonite and Fred Thompson.
Fred
Thompson vows not only to win in Iraq but also to forcefully free
Vietnam from communism, thus giving America a perfect win/loss record
for wars again.

14 giugno


Old Europe

Gerhard
Schroeder è un “political prostitute”, mentre Chirac Chirac
“should go down to the Normandy beaches. He should see those endless
rows of white marble crosses and stars of David representing young
Americans who gave their lives for the freedom of France”.
Donald Rumsfeld? Ann Coulter? Schifani?
No. Tom Lantos, il più autorevole deputato democratico del
Congresso all’inaugurazione del monumento alle vittime del comunismo.
(Scommettiamo che Zucconi e Caretto non ne faranno cenno?)

14 giugno


Un Luca Sofri americano che fa finta di essere Manolo Blahnik

Chiede l’impeachment di Bush, a causa di questa fotografia e delle scarpe.

14 giugno


Fred Thompson alla Hoover Institution

14 giugno


“Hillary non è Bill Clinton”


Durissimo
editoriale del Washington Post contro Hillary (e gli altri candidati
democratici) contrari ai trattati di libero scambio, al contrario di
Clinton, di Bill Clinton

13 giugno


“Non paghi di averla rimirata nuda e variamente penetrata, pare assodato che si debba anche spiarla mentre viene punita e umiliata”

Naturalmente
uno che è davvero di sinistra come Christopher Hitchens e non un
fru-fru come Michele Serra o Maria Laura Rodotà aderisce alla
campagna “Free Paris Hilton” di Camillo e del Foglio (avete letto
l’articolo di ieri?).
(su
Slate di ieri e meritoriamente sul Corriere di oggi, a riparazione
dell’incredibile articolo della Rodotà di qualche giorno fa)

13 giugno


L’orologio se l’è tolto Bush

Una
tv americana, non ricordo se Abc o Nbc, ha mostrato le immagini di Bush
abbracciato dagli albanesi da un’angolazione in cui si vede Buch che,
con gesto svelto, prende con la mano destra l’orologio indossato sul
polso sinistro e lo infila nella tasca destra dei pantaloni,
riconsegnando il braccio sinistro al calore degli albanesi.

12 giugno


“Saddam conducted extensive terrorism activities, but (George H.W.) Bush looked the other way”, Al Gore 1992

Fantastico
comizio neocon di Al Gore del 1992 contro quel “brutal monster” di
Saddam, le sue attività terroristiche, i continui attacchi
all’America, le stragi di curdi e sciit, le armi biologiche, i piani
nucleari. Non perdetevi il passaggio in cui Gore, per dare forza alla
sua argomentazione anti Saddam, cita… Richard Perle.

PS
Clinton e Gore vinsero quell’elezione e approvarono l’Iraqi Liberation
Act, grazie al quale fecero diventare politica ufficiale degli Stati
Uniti il “regime change” in Iraq e finanziarono l’opposizione in esilio
di Ahmed Chalabi.

I due firmatari dell’Iraqi Liberation Act clintonian-goriano erano Joe
Lieberman e John McCain. Lieberman fu scelto da Gore come suo candidato
vicepresidente nel 2000.

12 giugno


Pari

Secondo Rasmussen, Giuliani e Thompson sono appaiati (mentre pare che Liz Cheney entri nel team Thompson)

12 giugno


Thompson secondo, a un passo da Giuliani

12 giugno


What I asked

Un altro fantastico spot di Bill Richardson for president

12 giugno


Abbiamo una banca, ma non uno stato di diritto

Max-facci-sognare-D’Alema
ha ragione: non siamo uno stato di diritto. Non si capisce,
però, come mai non l’abbia mai detto quando quello che oggi
accade a lui – tutto sommato pochino – è
capitato a centinaia tra avversari politici, soubrette e dirigenti di
squadre per cui non fa il tifo.

(Quanto
al merito politico: non dovrebbe spiegare come mai ai tempi dei
furbetti si indignava con chi metteva in relazione i Ds con la sognante
scalata Bnl dell’Unipol?)

12 giugno


Non solo spazzatura e Calaiò

Domani, 13 giugno, comincia il Napoli Film Festival, organizzato da Davide Azzolini, uno che organizza anche questo. C’è un’anteprima di No Country for old men e ci saranno ospiti anche i due autori, cioè i fratelli Coen

12 giugno


Continua il jihad anti Capezzone

Stavolta la fatwa è della numero 2, Emma Al-Bonino. A cui Capezzone ha replicato con fin troppe parole. A questo punto ripubblico un post di Camillo del primo novembre 2006, come dire, previdente:

O con me o contro di sé

Come accade ciclicamente da trenta o quaranta anni, il più bravo
dei radicali allevati da quel genio di Marco Pannella a un certo punto
viene, di fatto, accantonato dal medesimo grande Marco. Il più
bravo di turno, ogni volta, ci casca: dopo aver partecipato a far fuori
il più bravo del turno precedente, viene a sua volta messo da
parte. Io ho partecipato direttamente, da gregario, alla fase in cui il
più bravo di turno era Giovanni Negri (il più bravo dei
più bravi di turno, con Capezzone). Soprattutto ho partecipato
al momento in cui Negri è stato messo da parte (e con lui
Peppino Calderisi e Massimo Teodori). Ovviamente stavo con Negri
(autore della più formidabile, quanto demenziale, idea politica
degli ultimi 16 anni: la lista Giannini). Le abbiamo prese sui denti.
Allora i guardiani della rivoluzione erano Marco Taradash e Elio Vito,
poi fatti fuori a loro volta. Vi dico che cosa succederà
prossimamente: Capezzone proverà a ricucire, prendendo mazzate
in testa. Ci starà male, poi se ne andrà percorrendo una
sua strada. Su Radio Radicale si moltiplicheranno le battute nei suoi
confronti, specie se fuori dal partito dovesse avere successo, come
avrà. Alla fine gli ex più bravi di turno arrivano alla
stessa conclusione: Pannella fa un casino della malora (vogliamo
parlare dell’inenarrabile Fortuna-Blair-Zapatero?), ma il partito
radicale è suo, di sua proprietà intellettuale, quindi
è giusto che ne faccia ciò che crede (a patto che non
aggiunga alla triade Fortuna-Blair-Zapatero, come gli suggerisce quel
simpatico fuori di testa di Marco Perduca, pure il grigiore di Al
Gore). Capezzone scoprirà lentamente che fuori si sta meglio,
anche se non vorrà uscire e tenterà in ogni modo di
tenersi aggrappato, ma sarà invitato in tutti i modi possibili
ad accomodarsi (avete letto le dichiarazioni della semper fidel Emma e
di Marco Cappato?). Come tutti gli altri che l’hanno preceduto,
Capezzone troverà infine pace e ringrazierà sempre e
comunque Marco, senza il quale non esisterebbe. Camillo, quindi, sta
con Capezzone di default e con convinzione, ma dice anche “viva Marco,
distruggi ancora di più la tua splendida creatura”.

1 novembre 2006

12 giugno


Ah, ecco perché erano così contenti

11 giugno


Bada Bing

L’atteso finale dei Soprano, sul momento, mi è sembrato una
boiata pazzesca. Non ci potevo credere. Ci sono rimasto male. Poi, a
freddo, ci ho rimpensato. Forse, invece, è una conclusione
geniale anche questa, come tutta la puntata finale, come tutta la serie
di quest’anno, come tutte le stagioni andate in onda.
(non leggete l’articolo linkato se non volete saperne di più)

11 giugno


Duncan Sheik ha vinto due Tony Awards

Per
la musica e l’orchestrazione del musical Spring Awakening. L’unica play
che ho visto io, Frost/Nixon, ha vinto il Tony per il miglior attore
protagonista: Frank Langella/Richard Nixon

11 giugno


I comunisti? Un’invenzione di Berlusconi

9 giugno


Free Paris Hilton

E’
incredibile il chiacchiericcio manettardo che infesta i
commenti alla scarcerazione di Paris Hilton, considerata una
persona privilegiata e raccomandata per essere uscita di galera dopo un
solo giorno di detenzione. A parte che i giustizialisti assetati di
sangue avrebbero potuto aspettare un attimo prima di far tintinnare le
manette a ogni riga dei loro articoli e nelle loro dichiarazioni, visto
che Paris è subito rientrata  in galera. Il punto che
sfugge ai moralisti coi sopracciò è che la ragazza non ha
fatto nulla per meritarsi il carcere. I casi come il suo solitamente
non finiscono in prigione per più di mezza giornata. Paris
Hilton è solo vittima delle manie di protagonismo di un giudice.
Paris Hilton è in galera soltanto perché si chiama Paris
Hilton, altro che raccomandata. Ed è rientrata in galera
accompagnata dalla ola degli editorialisti snob che la detestano
antropologicamente, indignati perché una ragazzina colpevole di
essersi sbronzata potesse scontare la pena agli arresti domiciliari. Ci
vada la Rodotà a farsi redimere.

(La foto di Paris è di Nick Ut, non uno qualsiasi ma l’autore di questa storica fotografia)

9 giugno


The Unforgettable Prodi

Bono degli U2, intervistato dalla radio pubblica americana NPR sugli
incontri avuti in occasione del G8, dopo aver lodato George Bush per
ciò che ha fatto per l’Africa, fa fare una figuraccia
internazionale a Romano Prodi e al governo dei sedicenti competenti.
Domanda: “Can I ask if you’ve had a meeting with any leader at this summit that you feel is not keeping a promise there?”
Bono:
“Well, we met with the Italian prime minister, Romano Prodi, and to be
fair to the situation, the United States underpromised and has
overdelivered; Italy overpromised and is really underdelivering. And it
was a very, very tense meeting and we weren’t sure we were going to get
anything. We got up to leave and they said, ‘Stop, just please wait,’
and we said, ‘We’ve got to go to meet the president of France,’ and
they said, ‘Please, please wait and we think we have something.’ They
disappeared around the corner, came back with a proposal which may turn
Italy around”.
Qui c’è la trascrizione integrale, qui l‘audio.
Ascoltate le risate che si fanno Bono e l’intervistatore quando parlano
di Prodi, dell’Italia e degli italiani. (grazie a Fabio dal Texas)

9 giugno


Full disclosure

Camillo è detentore di un paio di occhiali di Lapo da mille e sette euro.

9 giugno


Vicini a Mark McKinnon

Mark McKinnon è un genio. E’ stato fino all’altroieri il
direttore della comunicazione di George W. Bush. E’ un democratico.
Giovane, simpatico, alla mano. E’ quello dell’iPod di Bush, quello che
ha scritto il finto spot elettorale di Bernard Henry Levy e Sharon
Stone esibito alla Bienneale di Venezia. Ora McKinnon sta con John
McCain, ma ha annunciato che se Barack Obama dovesse vincere le
primarie democratiche lascerebbe la campagna McCain, perché non
vuole essere d’ostacolo a Obama. “Non condivido la sua politica
sull’Iraq, ma Obama è la persona che potrebbe cambiare il
paese”.

8 giugno


220 mila dollari in 18 ore online

Il sito di Thompson ha fatto 1500 iscritti l’ora, 12.000 dollari l’ora

7 giugno


Fred Thompson va in Israele

7 giugno


Nuovi modi di fare campagna elettorale

Il sito di Fred Thompson
chiede il numero di cellulare e il provider, ma anche lo screen name e
il tipo di Instant Message usato. Ecco la squadra di esperti web assunta da Fred.

7 giugno


Non mi pare

Di aver visto le paginate sui 16 capi di
imputazione per corruzione del deputato nero del partito democratico
che aveva nascosto 90 mila dollari nel congelatore di casa. Ora
immaginatevi se fosse stato del partito di Bush.

7 giugno


La moglie di Cheney al Senato?

7 giugno


Hagel fuori dal Senato?

7 giugno


E dopo Zuccopycat, arriva l’esperto Caracciolo

Oggi Lucio Caracciolo apre la prima pagina di Repubblica con
questa frase: “Dunque Bush scopre che la Russia non è una
democrazia. E che le riforme destinate a promuoverla “sono deragliate”.
Parole mai pronunciate dalla Casa Bianca, da quando l´Unione
Sovietica è scomparsa”. 
Peccato che un anno fa (8 maggio 2006),
dopo un pesantissimo attacco di Cheney all’arretramento democratico in
Russia e alla vigilia del G-8 proprio in Russia, Bush avesse già
detto questo: “Russia is a country that has made some signals that are
mixed signals,” Bush said. Those signals “cause us to question their
commitment to whether or not they intend to become a true democracy,
where there’s a freedom of the press, or freedom of religion, all the
different freedoms that are inherent in democracy”. Deve essere che Caracciolo si informa sulle cronache di Zucconi.

6 giugno


Law and Order

Ieri sera ho suggerito alla principale advisor di Rudy Giuliani, Susan
Molinari, di scegliere Fred Thompson come vicepresidente e quindi di
usare per il ticket presidenziale lo slogan “Law and Order” (come da
titolo di articolo sul Foglio). Mi voleva abbracciare, pare che non ci avessero pensato.

6 giugno


ImwithFred.com

Parte il sito ufficiale di Fred Thompson, stranamente senza contenuti.
Intanto, secondo trediversi sondaggi è già al secondo posto.

6 giugno


No, don’t say a prayer for me now

“Sometimes — you know, sometimes, it’s, you know, obviously
praying for discernment, for wisdom, for strength, for courage, praying
for my family and my friends, I mean, praying for people whom I don’t
have any personal connection with that I — I hear about, or I know about, or that I’m — I’m struck by. 
(…) Somebody asked me if I were a praying person, you know, shortly
after we had been in the White House. And, you know, I said yes, I
— I had been fortunate.  I was raised to pray, you know, as a
little girl, you know, saying my prayers at night, saying grace at
meals, praying in, you know, church.  I see my old friend, my
youth minister praying in MYF, our Methodist Youth
Fellowship. And, so, they asked me, well, are you a praying
person?  And I
said, well, you know, fortunately, I — I have always been a praying
person.  And then I — I’m grateful for that”.
(Hillary Clinton, Partito Democratico, ieri sera)

6 giugno


Va detto che Zuccopycat ci prende sempre

“L´imperioso texano del 2002 e 2003, il
visionario bastonato dalla realtà che si comportava come il
titolare della cattedra universale del Bene e del Male, è oggi
un uomo che ha bisogno delle altre nazioni” (oggi, sulla meravigliosa
Repubblica)
Bush, sempre oggi, ha fatto naturalmente il contrario, esattamente il contrario (domani, sul Foglio, di più).

5 giugno


Menti raffinatissime

Oggi Bob D’Avanzo cita Giosuè Carducci per dare forza
all’ennesima barzelletta – questa volta sulla nuova P2 – cui
nessuno, nemmeno gli amici al governo, prende in considerazione (anzi,
Amato lo costringe a smentire nella pagina delle lettere)

5 giugno


E certo che poi l’hanno condannato

Lewis Libby ha fatto scrivere al giudice una serie di lettere a suo favore a Donald Rumsfeld, Henry Kissinger, Paul Wolfowitz, John Bolton, Douglas Feith, Richard Perle (ma anche a un gigante liberal d’America, Leon Wieseltier).

5 giugno


Capezzone direttore

Direttore politico della rivista LibMagazine

5 giugno


Oh, oh

“In a field of candidates without a clear favorite among our fellow
Republicans, my sincere hope is that you consider joining us in this
effort to encourage Fred to run”
George P. Bush, nipote, su Fred Thompson

5 giugno


L’Italia alle vongole

Repubblica al suo peggio.

4 giugno


Hitchens versus Hitchens

Il fratello Peter contro il libro di Hitchens sulla
religione e tutto il resto: “If you do not worship God, you end up
worshipping power, whether it is Kim Jong Il, Leon Trotsky or the
military might of George W. Bush. In which case, God help you”.

4 giugno


Ora Camillo può appendere le scarpe al chiodo

In
New Hampshire, nella notte del dibattito tra i candidati democratici
alla Casa Bianca, giornalisti e advisor delle varie campagne si sono
ritrovati in un bar/ristorante di Manchester. Molte facce note, star
della Cnn, Arianna Huffington, i capi delle varie campagne, addetti
stampa. In tutto questo, a un certo punto, ho visto seduto a un tavolo
Toby Ziegler chiacchierare – come al solito sotto voce –
con una ragazza.
Per un momento ho pensato fosse normale. Certo, c’è anche Toby
Ziegler.
Dove altro dovrebbe essere Toby Ziegler, se non al dibattito
presidenziale del New Hampshire? Ehi. Alt. Non è normale. Toby
Ziegler è il direttore della Comunicazione della Casa Bianca, ma
su West Wing non nella realtà. Felice come un bambino per aver
visto il mio eroe (se domani vedo Josh e Dona, svengo sul posto), ho
deciso di appendere le scarpe al chiodo, anche perché ho imimprovvisamente realizzato che cosa ci faceva
in giro, nel pomeriggio, Peter Coyote: certo, lui è Warren
Keaton, il vicepresidente di Geena Davis in Commander in Chief
(sì, il West Wing per idioti)

4 giugno


Mondo Monda a Capri

3 giugno


Volete fare un partito democratico?

Leggete lo splendido Tony Blair:
“It is said that by removing Saddam or the Taliban—regimes that
were authoritarian but also kept a form of order—the plight of
Iraqis and Afghans has worsened and terrorism has been allowed to grow.
This is a seductive but dangerous argument. Work out what it really
means. It means that because these reactionary and evil forces will
fight hard, through terrorism, to prevent those countries and their
people getting on their feet after the dictatorships are removed, we
should leave the people under the dictatorship. It means our will to
fight for what we believe in is measured by our enemy’s will to fight
us, but in inverse proportion”.
“There is nothing more ridiculous than the attempt to portray
“democracy” or “freedom” as somehow
“Western” concepts which, mistakenly, we try to apply to
nations or peoples to whom they are alien. There may well be
governments to whom they are alien. But not peoples. Whoever voted to
get rid of democracy? Or preferred secret police to freedom of speech?
These values are universal. We should attack the ideology of the
extremists with confidence: their reactionary view of the state; their
refusal to let people prosper in peace; their utterly regressive views
on women. We should condemn not just their barbaric methods of
terrorism, but in particular attack their presumed sense of grievance
against the West. We need to support and help mobilise moderate and
true Islam in doing so. There is nothing more absurd than the idea that
removing the Taliban in Afghanistan, or Saddam and his sons in Iraq,
and replacing their regimes with the chance to vote, supervised by the
UN, is somehow an assault on Muslims”.

2 giugno


“Our first disaster gig”

Mentre sul Corriere della Sera, MLF scriveva
meraviglie del primo concerto dei Police, uno dei Police, Stewart
Copeland, ha raccontato sul suo blog che il concerto è stato un
disastro e che, “per un momento, il grande Sting è sembrato una
checca petulante invece che un Dio del rock”.
Su Message in a Bottle, particolarmente piaciuta a MLF, Copeland
scrive: “Andy has started the opening guitar riff to MESSAGE IN A
BOTTLE and the crowd is going nuts. Problem is, I missed hearing him
start. Is he on the first time around or the second? I look over at
Sting and he’s not much help, his cue is me – and I’m
lost. Never mind. “Crack!” on the snare and I’m in,
so Sting starts singing. Problem is, he heard my crack as two in the
bar, but it was actually four – so we are half a bar out of sync
with each other. Andy is in Idaho”.
Su SYNCHRONICITY “But there is just something wrong. We just
can’t get on the good foot. We shamble through the song and hit
the big ending. Last night Sting did a big leap for the cut-off hit,
and he makes the same move tonight, but he gets the footwork just a
little bit wrong and doesn’t quite achieve lift-off Never Mind.
Next song is going to be great…
But it isn’t. We get to the end of the first verse and I snap
into the chorus groove – and Sting doesn’t. He’s
still in the verse. We’ll have to listen to the tapes tomorrow to
see who screwed up, but we are so off kilter that Sting counts us in to
begin the song again. This is ubeLIEVably lame. We are the mighty
Police and we are totally at sea”.

2 giugno


Dopo il NO all’appello di Luca Sofri

Pierluigi Diaco, uno dei dieci candidati da Luca Sofri e molti altri
companeros per colmare l’incredibile lacuna di trentenni e quarantenni
nel Comitato per il Partito Democratico, è appena uscito
dalla casa milanese di un noto giornalista televisivo italiano per
essere intervistato. Per essere intervistato, non per intervistare. Il
mega giornalista che ha intervistato quel genio di Diaco non è nessuno di
quelli citati oggi da Aldo-the-greatest-Grasso, il quale sul Corriere
sfotte supergiovane Diaco (“il conduttore più vecchio
mentalmente che esista”) per essere un misto di Bruno Vespa, Gianfranco
Funari, Maurizio Costanzo e Corrado Augias. Grasso, inoltre, conclude
così: “Non si può mandare in vacanza Diaco per qualche
simpatico vecchietto?”. Detto, fatto: il giornalista televisivo che ha
appena intervistato Diaco e che gli dedicherà l’interezza del
suo fortunato programma di Raitre lunedì sera prossima
è… Enzo Biagi. Se ci pensate, tutto torna.

1 giugno


Amali, pazzi indossatori amali/2

Per non parlare dell’errore cucito sulla maglia di quest’anno.

1 giugno


Amali, pazzi indossatori amali

“Clamoroso, Inter: errori su maglia del centenario

MILANO – La maglia del centenario dell’Inter, indossata dai giocatori a
San Siro domenica scorsa in occasione della premiazione dello scudetto,
verrà ritirata dal mercato per un doppio errore presente nella
targhetta. Si legge infatti la parola in stampatello ‘nerazzurro’
scritto con una sola ‘r’ (Centenario Nerazzuro) e oltre all’errore
grammaticale, vi è uno sbaglio assai più grave.
C’è infatti uno sbaglio sulla data di fondazione: sulla
targhetta si legge ‘8 marzo’, quando invece il giorno esatto della
fondazione della società interista è il 9 marzo. La
maglietta, andata a ruba tra i tifosi, potrà essere sostituita
con una ‘corretta’.”

1 giugno


Il cognato di Barack Obama giocava a Cantù? No

Craig Robinson, fratello di Michelle Obama, ala di basket. In
Italia giocava con passaporto belga. Belga? Ma se è di Chicago? Cantù, in effetti,
è vicino alla Pinetina. Non si prevede nessun rischio per gli indossatori,
probabili fastidi invece per la campagna di Barack.
PS
“Il Craig Robinson che ha giocato a Cantù nel
1999-2000 non è  il fratello di Michelle Robinson Obama,
anche lui giocatore di basket e attualmente coach dei Brown Bears.
Nella stagione in cui sarebbe dovuto essere impegnato sul parquet del
Pianella era infatti mister di una squadra liceale di Chicago (vedi
sito dei Brown Bears), sua città natale. L’omonimo, cha a quanto
risulta dal sito di Lega basket ha passaporto belga, pare invece essere
nato nel 1961 a East Orange, che per quanto mi riguarda potrebbe essere

in qualunque angolo d’America. Spero di non aver preso, a mia volta, delle cantonate.
Buon lavoro
Francesco Moscatelli, Cantù”

1 giugno


Barack Obama gioca a Basket

Qui video.

1 giugno


Fred Thompson, federalista

David Brooks su Fred


1 giugno


No Epo

La Juventus è stata assolta definitivamente
per la vicenda doping. Non usava l’Epo, al contrario di quanto hanno
detto e scritto e urlato le curve sud.
Usava, invece, farmaci legali che, essendo legali, non erano illegali.
Questo, perlomeno, aveva stabilito il giudice di merito e il buon
senso. La Cassazione, invece, ha detto che l’uso fraudolento di farmaci
legali costituisce doping e che una legge successiva si sarebbe dovuta
applicare retroattivamente. La Juve su questo punto, sul punto che
usasse fraudolentemente farmaci legali, avrebbe dovuto subire un
altro processo. Ma è intervenuta la prescrizione, quindi
è finita qui. Resta il punto decisivo: i giocatori della Juve,
al contrario di quanto hanno detto i Guariniello e i Travaglio, avevano
valori del sangue nella media degli italiani normali.

1 giugno


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