Camillo di Christian RoccaHanno la parte alta del lato A come il lato B

Paolo Guzzanti sul Giornale? No, Giuseppe D'Avanzo su Repubblica di oggi. Leggete qui sotto, è da non crederci.

Paolo Guzzanti sul Giornale? No, Giuseppe D’Avanzo su Repubblica di oggi:
"Annozero, che giovedì ha affrontato il "caso De Magistris", è stato una barbarie. Parola da intendere in senso proprio. La scena messa su da Michele Santoro ha creato «condizioni di vita estranee o contrarie a un modo di organizzare l´esistenza» improntato alla civiltà, alle buone maniere, a regole e responsabilità. (…)
Il peggio, in ogni caso, lo offre Michele Santoro. Organizza una trasmissione che rende incomprensibile la "materia del contendere". Davvero quei ragazzi raccolti da Annozero (e i telespettatori) hanno compreso quali sono le circostanze e "i principi" messi in gioco dal "caso De Magistris"? La ricostruzione, gonfia di emotività, suggestioni, commozioni, li ha come rimossi. Santoro ne propone la chiave concettuale. Dice: non ci interessano le regole, la forma che doveva rispettare De Magistris, non ci interessano i suoi errori anche probabili. Ci interessa "la sostanza", il resto sono "quisquilie". L´anchorman sembra ignorare (o voler ignorare) quanti orrori possono accadere quando un magistrato arriva al massimo dell´indignazione e, in nome della giustizia, pretende un castigo e, se non lo ottiene, avvia un ciclo di ritorsioni. Sembra non comprendere che un potere che schiaccia un magistrato, e un magistrato che non si cura delle procedure, sono due aspetti della stessa barbarie. Altro che quisquilie, perché se al politico gli si può interdire il voto, al magistrato no. L´unica garanzia che abbiamo è che rispetti le regole perché un potere sostanzialistico e punitivo ha sempre la vocazione a espandersi oltre i limiti definiti dalle norme che lo regolano. Può contagiare il costume giudiziario. Alla fine, valorizza la mano forte e metodi che possono diventare persecutori, di giustizia preventiva. Sono questi i messaggi "barbarici" che il servizio pubblico della Rai ha diffuso con Annozero senza voler considerare la vera e propria disinformazione firmata da Marco Travaglio. Ammesso che Travaglio fosse lì come giornalista e non come leader del largo movimento d´opinione che fa riferimento a Beppe Grillo, davvero si può rappresentare l´intero sistema politico italiano come governato dal massone Licio Gelli? (…)
La barbarie di Annozero dovrebbe farci chiedere che cosa deve essere l´informazione del servizio pubblico. Se è «dare le notizie» e «accrescere la conoscenza», come si potrebbe ipotizzare, l´obiettivo è stato del tutto mancato: notizie alquanto confuse, disinformazione; non c´è alcuna conoscenza, soltanto un distillato di veleni in un quadro culturale che ignora le ragioni della democrazia e le convenienze dello Stato di diritto".

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